Sorelle Materassi


di Aldo Palazzeschi


Ci vuole una bella faccia tosta per agire così, ma gli uomini non sono tutti a questo modo? O almeno, non sono a questo modo proprio quelli che ci piacciono di più? Di quelli perbene, in fondo, non ce ne importa niente, ci lasciano apatiche, preferiamo romperci la testa con questi accidenti, è il nostro destino, sono questi che ce la fanno girare, e dopo ci conciano per il dì delle feste.
Niobe

SORELLE MATERASSI
Cucitrici di Bianco – Corredi da Spose.
Questa è l’intestazione delle fatture che Teresa e Carolina emettono alle loro numerose clienti, giovani e vecchie, future spose o zitelle, tutte nobili e facoltose, da potersi permettere i capolavori usciti dalle mani delle laboriose sorelle. Dopo che il padre ebbe dilapidato la fortuna di famiglia, le due poverette dovettero rimboccarsi le mani per pagare tutti i debiti, e il loro lavoro indefesso e di qualità le ha portare ora (siamo nel 1919) ad aver non solo pagato i debiti, ma anche racimolato una discreta fortuna.
Le due ormai vivono solo per il lavoro, ma a turbare la loro altrimenti immutabile quotidianità arriva un nipote quattordicenne, Remo, affidato loro dalla madre sul letto di morte. La presenza del ragazzo, primo maschio in quella casa da tanti anni, sconvolge le due signorine ben più che per il semplice mutamento di abitudini.

C’ho messo veramente un sacco di tempo a finire questo libro, perché all’inizio proprio non ingranava. Non che non mi piacesse, lo stile di Palazzeschi (di cui, mi vergogno a dirlo, non avevo ancora mai letto nulla) mi ha colpita favorevolmente fin da subito, però l’inizio è tutto una lunga descrizione, i personaggi arrivano tardi, e ancor più tardi iniziano ad agire, e si entra finalmente nella storia.

Ripeto: non sono brutte pagine queste introduttive, e neanche posso definirle noiose, solo, non mi hanno catturato. Tanto che ho dovuto riportare il libro in Biblioteca perché era scaduto il tempo del prestito, e ho continuato la lettura su un pdf che per fortuna sono riuscita a recuperare. E dopo un bel po’ di giorni di pausa, in cui ho letto altro, alla fine ho ripreso con questo qui, e pian piano mi ha avvinto sempre di più!

Il segnalibro che ho usato durante la lettura; mi è stato regalato da Negma in occasione dello scambio natalizio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge.

La storia delle sorelle Materassi è una storia semplice, dal sapore quotidiano, reale quanto basta per coinvolgere e, sì, anche appassionare. Le sentivo ormai come due di famiglia le vecchie Materassi, e fremevo di rabbia quando le vedevo sfruttate, o comportarsi da stupide. Ma non riuscivo a non scusare queste due vecchie zitelle, un po’ come fossero due mie eccentriche zie, così inesperte della vita, nonostante l’età avanzata!

Il personaggio che però mi ha colpito di più è stata la quarta sorella, Giselda. È la più giovane delle Materassi (minore di Teresa e Carolina di una quindicina d’anni), tornata a casa dopo il fallimento del suo matrimonio, e per questo piena di astio e livore nei confronti delle sorelle. È un personaggio minore, ma ha catturato comunque la mia attenzione. All’inizio la sua caratteristica principale è proprio questa acrimonia nei confronti di tutti, sorelle in primis. Il suo personaggio mi è apparso subito come negativo, perché ferita da una brutta esperienza di cui era la sola artefice (le sorelle, tra l’altro, cercarono a suo tempo di metterla in guardia in tutti i modi nei confronti del futuro marito) se la prende col mondo intero: come non fare il paragone con Isabel di Ritratto di signora, che ho letto in contemporanea?

Ecco che poi, però, quando Remo entra prepotentemente nella vita delle zie, quando il suo fascino ammalia tutte le donne di casa tranne proprio Giselda, il suo personaggio si è conquistato le mie simpatie, perché, proprio grazie alla sua esperienza che l’ha così segnata, è l’unica che riesce a vedere il nipote per com’è davvero!

Ma soprattutto di questo libro ho amato lo stile di Palazzeschi, così ironico, tranquillo, colloquiale, quasi ti stesse riferendo qualche pettegolezzuccio, dalla prima pagina, nella descrizione di Firenze, tra le cui righe si trova inserito anche qualche commento sui fiorentini, fino al finale, con quelle risate «Ah! Ah!» «Ah! Ah!» di Niobe e delle due Materassi. :)

Insomma, mi è piaciuto davvero molto!!! :D

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Povere sorelle, romantiche zitelle

Titolo: Sorelle Materassi
Autore: Aldo Palazzeschi
Nazionalità: italiana
Prima pubblicazione: 1934
Ambientazione: Coverciano (Firenze), 1918-1934
Personaggi: Teresa Materassi, Carolina Materassi, Giselda Materassi, Remo, Niobe
Casa Editrice: Mondadori (Edizioni Scolastiche)
Pagine: 323
Provenienza: Biblioteca, 18 febbraio 2011
Link al libro: GOODREADSANOBII
inizio lettura: 23 febbraio 2011
fine lettura: 20 maggio 2011

Sfide

Trasposizioni

Sorelle Materassi di Ferdinando Maria Poggioli

Un po’ di frasi

Per coloro che non conoscono Firenze o la conoscono poco, alla sfuggita e di passaggio, dirò com’ella sia una città molto graziosa e bella circondata strettamente da colline armoniosissime. Questo strettamente non lasci supporre che il povero cittadino debba rizzare il naso per vedere il cielo come di fondo a un pozzo, bene il contrario, e vi aggiungerò un dolcemente che mi pare tanto appropriato, giacché le colline vi scendono digradando, dalle più alte che si chiamano monti addirittura e si avvicinano ai mille metri d’altezza, fino a quelle lievi e bizzarre di cento metri o cinquanta.
[incipit]

Ho detto armoniosissime, giacché la cosa che salta agli occhi dello spettatore anche distratto, mediocre o indifferente, è la linea di essa che veduta una volta non sarà facile cancellare dal ricordo; producendosi tale armonia dalle irregolarità più impreviste, come soltanto il caso può architettare; intendendo accreditare quel significato alto, un profumo quasi direi di miracolo e di mistero, con cui viene pronunziata da noi questa parola; e volendo esprimere, per maggiore chiarezza, che quando è precisamente il caso che fa l’architetto, tutti gli architetti della terra rimangono a guardare.

Una volta finito a viva voce e a tutte braccia, e senza un pratico risultato di chiamare a sé gli eventi, con la più grande disinvoltura gli eventi vennero avanti da sé.

Denunziava trentanove anni con fresco cuore, ma era facile capire come alla soglia di quella quarta arcata la contessa si fosse voluta fermare, non al modo del mendico lamentoso e supplichevole, o magari sospettoso, guardingo; né al modo del fanciullo che fa le bizze, urla e strepita senza saper perché, e una volta impuntato non vi è più mezzo di farlo procedere. Il suo posto legittimo era oltre la quinta largamente.

…e aggiungendo [la contessa russa] che gli’italiani sono gli eredi naturali della Grecia, e che la gioventù italiana è la migliore di tutte, equilibrata “dans sa chaleur” e che ella aveva trovato in Toscana una materia “formidable“. Vi aveva trovato l’uomo, addirittura. È certo che il povero Diogene, dall’al di là, doveva guardarla con invidia, e un tantino di rabbia dopo averlo cercato tanto inutilmente con la sua lanterna; e doveva dire mordendosi le labbra: “guarda un pochino chi lo doveva trovare”.

E pur non sapendo con precisione che fossero queste due cose, si domandava: “era la vita, quella, o si recitava una commedia?”. L’una cosa nell’altra: tutte e due le cose insieme.

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6 pensieri riguardo “Sorelle Materassi

  1. Bellissimo romanzo ambientato nei dintorni della Firenze 1934. Il giovane Remo,bello e cialtrone, irrompe nella grigia e monotona esistenza delle zie e riuscirà ad ammaliarle.

  2. Ciao Sally!
    Sì, proprio un bel romanzo, ne sono stata piacevolmente sorpresa, perché non lo conoscevo! Se non fosse stato per la sfida Random classic probabilmete non l’avrei mai letto! :)

    Solo una precisazione! :) Non è ambientato nel 1934: inizia nel 1919, mi pare, e poi va a vanti per parecchi anni, non ricordo di preciso in che anno è ambiantata la fine, però sì, più o meno in quegli anni. Il ’34 è l’anno in cui il libro è stato pubblicato.

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