L’estate del Mundial

di Piero Colaprico

[Binda] pensava che trascurare i vivi fosse una brutta cosa, e trascurare chi non poteva più difendersi, come i morti, era molto peggio.

Nell’estate dei Mondiali di Spagna ’82, Pietro Binda, maresciallo prossimo alla pensione, deve indagare su un recente scandalo nel mondo della finanza, che ha portato ad un suicidio e un probabile omicidio. Nel frattempo però viene risucchiato in un’altra indagine di omicidio, stavolta di una ex soubrette, su richiesta di un suo amico che conosceva la vittima.

Questo è il quarto e ultimo libro dedicato al maresciallo Binda, il secondo che io ho letto, e il primo scritto da Colaprico in solitaria, dopo la scomparsa di Valpreda. Anche questo mi è piaciuto molto, anche se non mi ha emozionato tanto come La primavera dei maimorti, forse perché con quel libro facevo per la prima volta conoscenza con Binda, o forse perché le storie che si riallacciano alla Seconda Guerra Mondiale hanno sempre un grande fascino.
Come ho detto, però, anche questo libro mi è piaciuto molto, a partire dal primo capitolo in cui vengono presentati tantissimi personaggi, tutti (pare) che non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri, e già quindi la curiosità è stuzzicata, si vuol capire quale filo conduttore li legherà. E il filo sarà scoperto a mano a mano, dall’indagine di Binda e dei suoi collaboratori, scandita dalle partite della Nazionale, e i soliti commenti dei tifosi che non approvano le scelte del CT.
Emozionante, si fa leggere con piacere, nel finale ci regala anche dei bei momenti di tensione. Insomma, una lettura pienamente soddisfacente! :)

Dammi 3 parole

avvincente thriller milanese

Scheda del libro


Titolo: L’estate del Mundial

Autore: Piero Colaprico
Anno prima pubblicazione: 2003
Casa Editrice: Il Saggiatore
Pagine: 223
aNobii: LINK

Segnalibri: quello che ho usato durante la lettura (qui a destra) è stato realizzato da me; l’ho scelto perché, bè, mi pare palese: era a tema con l’estate e i mondiali!

Un po’ di frasi

Le sillabe gli rimbalzarono sulle palpebre chiuse e doloranti: «Sve-tì-vo-dà-sco-và».
In quella mattina stracca, Pietro Binda non tollerava l’idea della luce violenta del primo giorno d’estate e se ne stava immobile nella stanza da letto, le persiane sprangate e le narici affondate nelle lenzuola.
[incipit]

A conoscerla, la storia d’Italia, c’è da avere paura a essere italiano.
Loris

<

p class=cit>Milano non è una brutta città, è una città che è stata ricostruita più volte e da cui hanno storicamente girato alla larga esteti e fancazzisti. Qui anche Leonardo, che era Leonardo, l’hanno chiamato per sistemare i Navigli e renderli navigabili. Il Cenacolo l’avrà dipinto di nascosto, rubando il tempo tra una chiusa e un disegno di macchine belliche.
Binda

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.