(Il secondo libro dei robot)
di Isaac Asimov
Storia Futura (Ciclo dei Robot)
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The Three Laws of Robotics
- A robot may not injure a human being or, through inaction, allow a human being to come to harm.
- A robot must obey the orders given it by human beings except where such orders would conflict with the First Law.
- A robot must protect its own existence as long as such protection does not conflict with the First or Second Law.
Le Tre Leggi della Robotica
- Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Manuale di Robotica
56ª Edizione, 2058 d.C.
Continuano i racconti di Asimov con protagonisti i suoi robot. Il libro è diviso in tre parti: “L’avvento dei robot” (“The Coming of the Robots“), “Le leggi della robotica” (“The Laws of Robotics“) e “Susan Calvin” (“Susan Calvin“).
Ok, io sono stupida. Premessa doverosa, perché quando non ricordo neanche più dove avevo visto che questo libro era considerato come tipo 1.2 nella serie dei robot, e quindi mi ero convinta che contenesse qualche racconto che non avevo ancora letto, quindi l’ho preso e solo quando ho iniziato a leggerlo e i vari racconti mi sono sembrati tutti familiari, ho controllato e ho visto che è semplicemente il titolo originale di quello che in italiano è noto come Il secondo libro dei robot. Quindi, edito il vecchio commento (postato il 2 Giugno 2010), e ci aggiungo qualche considerazione dopo la rilettura in lingua originale. Queste ultime, oltre a questa intro che state leggendo adesso, le trovate alla fine come commento generale, oppure in grassetto quando si tratta di piccoli commenti ai singoli racconti).
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da xxSharinganKakashixx; l’ho scelto perché Data, il personaggio raffigurato, è un androide, cioè, praticamente, un robot con sembianze umane. |
Quanto amo Asimov!!! È proprio un grandissimo narratore! Non riesco proprio a non dare anche a questo libro 5 stelline!
E, come sempre (che poi è la cosa che più mi piace in lui), Asimov ci parla di robot, astronavi e alieni, ma alla fin fine sta parlando sempre di noi umani! :)
Otto racconti uno più bello dell’altro, nel vero senso della parola, perché più andavo avanti a leggere, più mi piacevano! Infatti i miei preferiti sono stati senz’altro gli ultimi, con protagonista la robopsicologa Susan Calvin, personaggio che già nella precedente antologia mi era piaciuta moltissimo. Ancora una volta Asimov “analizza” diversi aspetti della robotica, in particolare abbiamo quasi sempre a che fare con le tre famose leggi.
Da qualche notizia temporale presa qua e là nei vari racconti, ho potuto dedurre il periodo in cui sono ambientati: come già immaginavo, siamo nel XXI secolo. Quello che però non sapevo è che alcuni sono ambientati proprio nei primi anni del 2000, quindi, praticamente, ai giorni nostri! Ah, Isaac Isaac, hai avuto troppa fiducia sullo sviluppo della tecnologia!
Piccolo commentino ai vari racconti.
Robot Al-76 Goes Astray (AL-76, 1942)
AL-76 è un robot addetto ai distinti sulla Luna. Per qualche motivo, però, non è partito e si è ritrovato a vagare sul pianeta Terra in preda alla più grande confusione: perché il cielo è blu e non nero? Perché il paesaggio è verde e pieno di altri colori invece che grigio e spoglio?
Nell’introduzionne Asimov parlava del fatto che le prime storie dei robot erano incentrate sulla paura, con i robot che volevano sempre uccidere gli umani, e ha deciso di aggiungere questa paura anche nel suo racconto, solo che nel suo caso è immotivata e dovuta solo a ignoranza e preconcetti delle persone. Interessante anche il cervello positronico di Al-76 che, messo in una situazione particolare, evolve.
Era iniziato un po’ così così questo primo racconto, ma poi subito si è ripreso! È molto ironico Asimov, sia verso gli umani che verso i robot.
Troppo carino il finale! :)
Quest’immagine mi ha fatto pensare all’ambientazione di questo racconto. Robot Dreams di cibervoldo |
Victory Unintentional (Vittoria involontaria, 1942)
Dei robot vengono inviati dalla base posta su Ganimede sulla superficie del pianeta Giove per tentare un contatto con la popolazione autoctona.
Niente umani in questo racconto, solo robot e gioviani, e la cosa mi ha un po’ stranito! Poi, ho trovato un po’ troppo assurda l’idea degli abitanti di Giove, mi pare che nel suo Saggio sulla vita extraterrestre Asimov avesse negato la possibilità di vita intelligente su Giove… Anche alla seconda lettura questa cosa mi ha stupito perché Asimov immagina che sotto la spessa atmosfera di Giove ci sia un pianeta roccioso con una superficie su cui si può anche atterrare e degli abitanti ovviamente adattati al particolare ambiente.
Comunque, il racconto è ugualmente carinissimo! :) Anche se l’introduzione lo aveva un po’ spoilerato!
Pucciosissima questa rappresentazione delle tre leggi della robotica! Robot Law School – tee di InfinityWave |
First Law (La Prima Legge, 1956)
Con un incipit così, già si preannuncia una storia succulenta! E infatti mi è piaciuto molto questo racconto, che presenta un aspetto della robotica mai ipotizzato prima: un robot incinto!!
Al contrario dei racconti precedenti, qui mi ha colpito un’arretratezza del futuro di Asimov rispetto al nostro presente: l’incapacità di orientarsi su un mondo (Titano) senza magnetismo: oggi penserei subito a un tom tom! ;) Qui l’unico commento che ho da fare è la mia di arretratezza che pensavo ancora al tom tom!
Let’s Get Together (Se saremo uniti, 1957)
In pratica, l’evoluzione della guerra fredda secondo Asimov! Gran bel racconto, anche se, non per vantarmi, ma io l’avevo capito ben prima di Lynn che Breckenridge non era un traditore ma un robot!! Bellissima comunque quest’idea di un “attacco” perpetrato da robot così simili agli umani da essere indistinguibili! Mi dispiace solo per una cosa: questi robot, evidentemente, essendo stati creati per esplodere uccidendo altre persone, erano privi della famosa Prima Legge, eppure nel racconto non si fa cenno alla cosa!
Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è arrivato con uno dei miei tanti acquisti su Book Depository |
Satisfaction Guaranteed (Soddisfazione garantita, 1951)
Chi meglio della moglie di un ingegnere della United States Robots and Mechanical Men Corporation per testare un nuovo prototipo di robot, esteticamente simile a un essere umano, ma molto più bravo a fare qualsiasi lavoro domestico?
Il test dà ottimi risultati, e il titolo è abbastanza esplicito al riguardo ;), ma il robot è comunque da rifare, perché, come spiega la dottoressa Calvin (che qui vediamo, purtroppo, ancora molto poco) Tony si è comportato benissimo facendo tutto quello che poteva per aiutare Claire, ma va cambiato lo stesso, perché se è vero che le macchine non si possono innamorare, le donne, anche quando la situazione è anomala e senza speranza, sì.
Risk (Rischio, 1955)
Il gran giorno tanto atteso dell’incipit, è quello in cui si tenterà di mandare un’astronave nell’iperspazio con un robot come equipaggio. E finalmente, in questo racconto, abbiamo un po’ più di Susan!! E rivediamo anche un altro personaggio che già era apparso in Io, robot: lo scienziato Gerald Black, aspramente ostile ai robot.
Calvin è come sempre meravigliosa, e stavolta dimostra di conoscere bene anche la psicologia umana, e non solo quella robotica!
WOS – Susan Calvin di DrZime |
Lenny (Lenny, 1951)
Che bello questo racconto!!! Forse il mio preferito! Ma in generale questi ultimi 4 con Susan sono stati, come avevo detto, i più belli!
Qui abbiamo un malfunzionamento in un robot, causato da un tecnico negligente e un visitatore troppo curioso, che rende inutilizzabile un prototipo della serie LNE, detto Lenny. Però Susan è sicura che anche un robot inutilizzabile per le sue normali funzioni può essere comunque utile allo studio, così si oppone al suo smantellamento e lo tiene con sé. Dolcissimo (anche se un po’ prevedibile) il finale: a causa del difetto al cervello positronico, Lenny è immaturo, si comporta come un bambino. E Susan, donna solitamente fredda e asociale, si affeziona a lui, e, insegnandogli a parlare, si fa chiamare “mamma”! :)
Galley Slave (Il correttore di bozze, 1957)
Altro bellissimo racconto, che analizza ancora una volta la Prima Legge, mette in luce la bravura di Susan ;), e mostra una sempre presente ostilità degli esseri umani nei confronti dei robot. Eppure, sono così utili e servizievoli, degli “schiavetti tuttofare”, come recita (più o meno) il titolo originale! Qui credo di essere stata in errore, penso che il titolo originale significhi letteralmente “schiavo delle bozze”, sfruttando il fatto che la parola “galley” significa anche galera (la nave) e quindi i “galley slave” erano gli schiavi delle galere. Comunque anche alla seconda lettura questo racconto mi è piaciuto tantissimo!
Segnalibro dedicato al libro realizzato da me! |
Commento generale.
A questa seconda lettura ho deciso di lasciare il voto molto alto della prima perché anche se mi sono entusiasmata di meno penso che in parte il mio gradimento un po’ inferiore sia dovuto al fatto che i racconti li avevo già letti e che questa cosa mi ha irritato non poco quando me ne sono resa conto! XD Comunque in questa seconda lettura ho apprezzato moltissimo le introduzioni scritte da Asimov stesso alle tre parti in cui è diviso il libro. Nella prima per esempio perché spiega come è nata in lui l’idea dei robot e delle tre leggi: nelle storie precedenti, tipo Frankenstein, i robot uccidevano sempre gli esseri umani, ma i robot sono artefatti umani, e noi abbiamo tante misure di sicurezza nelle macchine che costruiamo, fin dall’antichità (pensiamo al manico di un coltello oppure alla ringhiera di una scala), perché quindi non mettere una misura di sicurezza anche in un robot? Geniale come sempre!
Copertina e titolo
La copertina dell’edizione originale che ho preso io (qui a sinistra) mi piace molto, non è la mia preferita di questa linea, però sempre molto bella come disegni, colori e attinenza al libro. La copertina della mia edizione italiana (a destra) non è brutta, ma niente di che.
Il titolo originale, pur non essendo niente di che, è senza dubbio molto più bello di quello italiano che banalizza il tutto.
Nuove parole/cose scoperte
Curiosità
Nell’introduzione Asimov cita Frankenstein come uno dei primi esempi nella letteratura di “macchina” che si rivolta contro il suo creatore. Mi è piaciuto molto come ha introdotto l’argomento, paragonando Percy e Mary Shelley: lui era il grande autore, anche lei sì scriveva ma roba da poco, e invece dei due quella i cui scritti sono rimasti famosissimi anche a distanza di anni è sicuramente lei, l’inventrice, appunto, del mostro di Frankenstein.
Asimov cita anche l’opera teatrale R.U.R dell’autore ceco Karel Čapek, quella famosa perché per la prima volta viene utilizzata la parola robot, che significava lavoratore. Secondo Asimov però non è quella la prima descrizione di robot, infatti la più antica proviene nientepopodimeno che dall’Iliade perché il dio Efesto aveva delle ragazze fatte d’oro che lo aiutavano a camminare.
Ultima curiosità: pare che sia stato Asimov a inventare invece la parola “robotica” ma senza saperlo, nel senso che lui era convinto che già esistesse.
Bonus
Mini recensione
La copertina della mia edizione italiana del libro, quella che ho letto la prima volta. |
Anche io sono rimasta colpita dalle abilità narrative di Asimov. Come, forse, ricorderai, sto leggendo Fondazione e, a ogni volume, rimango sempre sorpresa da qualcosa che non mi sarei aspettata: da come struttura l’intreccio, dai personaggi che tira fuori dal cilindro, dalla scelta del narratore…
Sì, ricordo che stai leggendo i romanzi della Fondazione, non ho ancora letto le recensioni perché vorrei evitare finché non arrivo anche io a quei libri, ma sto seguendo i tuoi progressi! :)
Sono contenta che Asimov ti stia piacendo, è uno dei miei autori preferiti, veramente tutto quello che scrive sa renderlo appassionante! :)