di Eraldo Baldini
Non era avvezzo al bello, non c’era più niente ormai che lo aprisse a una meraviglia dolce, a un’emozione lieta; ma quando, sotto di sé, vide quella valle, si fermò a lungo a riempirsene lo sguardo.
(il primo “incontro” con Valchiusa)
Nazario Minghetti è un ex partigiano che, dopo la guerra, ha deciso di arruolarsi nel Corpo Forestale dello Stato, ed ora è maresciallo. Ha una moglie e una figlia che adora, ama i boschi e le montagne dell’Appennino tosco-emiliano, e ha una passione per i lupi. Quando una tragedia si abbatterà sulla sua vita, costringendolo a un doloroso stallo da cui non vede via d’uscita, solo decidendo di comportarsi come il lupo riuscirà a capire cosa è giusto fare.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da Negma in occasione dello scambio natalizio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge. L’ho scelto perché non ne avevo uno coi lupi, e Cappuccetto Rosso mi è sembrata una valida alternativa! :) |
Non avevo mai sentito nominare né il libro né l’autore, è solo grazie alla Sfida delle Squadriglie e a giudori che ha proposto questo titolo, che mi sono ritrovata a leggerlo. Bè, mi è piaciuto veramente tantissimo!!!!!
Già dalle prime righe mi ha sorpreso e intrigato, perché su internet avevo letto che era ambientato negli anni ’50, e invece nel primo capitolo siamo nel 1651. Affascinante questo collegamento con la Valchiusa secentesca, e la vicenda che dà inizio al suo mistero.
Il significato del titolo si comprende solo nel finale, quando Nazario finalmente si trova a tu per tu con la lupa Veruska, che gli arriva insolitamente vicino, sembra volerlo guidare da qualche parte… e infatti vuole allontanarlo dal luogo in cui si trovano i suoi cuccioli: è disposta a tutto, a rischiare qualunque cosa, per il bene dei suoi piccoli. E Nazario capisce che questo è quello che deve fare anche lui, comportarsi come il lupo.
Mi è piaciuta moltissimo anche l’atmosfera che si respira per tutto il libro, sempre in bilico tra realtà e, come dire, un pizzico di fantasy.
Infine, tutta la storia di Valchiusa l’ho trovata bellissima, la sua posizione, la sua cultura ancora molto attenta alle tradizioni, la sua bellezza, e soprattutto quel suo vino così particolare, il San Guilatrone… chissà se esiste davvero una varietà d’uva come quella!
Insomma, ancora una volta devo ringraziare aNobii e le sfide per avermi fatto scoprire qualcosa che altrimenti non avrei mai e poi mai preso in considerazione!!
Segnalibro dedicato al libro realizzato da me. |
Sfide
La Sfida infinita (o quasi)… terza edizione!
La sfida nascosta
La sfida dell’ambientazione
La Sfida delle Squadriglie 2010