Ayla figlia della Terra


di Jean M. Auel

Figli della Terra I
La valle dei cavalli


La bambina nuda corse fuori della capanna ricoperta di pelli verso la spiaggia sassosa dove il piccolo fiume formava un’ansa. Non le venne in mente di girarsi a guardare. Nella sua esperienza nulla le dava motivo di dubitare che il riparo e coloro che vi si trovavano non sarebbero stati lì al suo ritorno.
Entrò nell’acqua sollevando spruzzi; sentì i sassi e la sabbia scivolarle via sotto i piedi quando la sponda scese a picco. Si tuffò nell’acqua fredda e riemerse tra gli spruzzi, poi con alcune bracciate sicure raggiunse la ripida sponda opposta. Aveva imparato a nuotare ancor prima che a camminare e, a cinque anni, si trovava perfettamente a suo agio nell’acqua. Spesso non si poteva fare a meno di nuotare per attraversare un fiume.
La bambina giocò un po’, nuotando avanti e indietro, poi si lasciò trasportare dalla corrente. Quando il fiume si allargò, spumeggiando sui sassi, si alzò in piedi e si spinse a riva, poi tornò sulla spiaggia e cominciò a scegliere ciottoli. Ne aveva appena messo uno in cima a un mucchietto di particolarmente carini quando la terra cominciò a tremare.

[incipit]

Ayla ha cinque anni quando un terremoto la lascia sola al mondo. Per fortuna viene raccolta da Iza, la donna della medicina del Clan dell’Orso delle Caverne. Anche se lei non è del Clan, ma è nata dagli Altri, Iza si affeziona subito moltissimo alla bambina, e cerca di farla accettare come sua figlia. Insieme all’amore della sua nuova famiglia, Ayla dovrà accettare anche i lati del Clan meno piacevoli, come la struttura sociale estremamente maschilista e la discriminazione per la sua diversità. Non le verranno mai meno, però, l’amore di Iza e di Creb, fratello della donna della medicina, e un uomo deforme dalla nascita, ma dal grandissimo potere mentale, che ne fa il Mog-ur, lo sciamano più potente di tutti i Clan.

Tanto per chiarire: come cantava Umberto Tozzi, gli Altri siamo noi, nel senso che i protagonisti di questo romanzo (a parte Ayla) sono degli uomini (e donne) di Neanderthal, mentre gli Altri, così brutti, con quella faccia piatta, il mento sporgente, la fronte ampia… ;) sono i sapiens. Già per questo non poteva non piacermi questo libro, perché da sempre nello studio dell’antropologia i neandertaliani sono gli ominidi che mi affascinano di più! Auel ce li presenta con una società già piuttosto complessa, ma comunque credibile. Certo, il libro è del 1980, quindi contiene delle imprecisioni, visto che molti studi in proposito negli ultimi anni sono stati rivisti e corretti, per esempio non è vero che i sapiens fossero chiari di pelle, occhi e capelli, e i neanderthal scuri, bensì il contrario, e non è vero che praticassero il cannibalismo (o, almeno, non ci sono tracce certe in proposito). Però, insomma, chi se ne importa? È un romanzo! :)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura (qui a destra) è stato realizzato da me. L’ho scelto perché Charisma Carpenter con questa mise fantasy (credo l’immagine sia tratta da una puntata del telefilm “Streghe”) mi sembrava un po’, come dire, primeval! ;)

Il mondo dell’Homo neanderthalensis descritto da Auel mi ha affascinato fin da subito. È un mondo ormai in declino, estremamente radicato nelle sue tradizioni e quindi incapace di aprirsi alla novità e, deduco, secondo Auel è questo che l’ha poi portato all’estinzione. Ayla, come rappresentante della sua specie, porta con sé il germe dell’innovazione, che neanche le rigide regole del Clan riusciranno del tutto a sopprimere. I neanderthalensis hanno le loro memorie, i ricordi trasmessi geneticamente di generazione in generazione che sono molto più che semplice istinto, sono vere e proprie conoscenze acquisite dagli antenati. I sapiens invece hanno dalla loro intuito, adattabilità e, soprattutto, curiosità; sono, d’altronde, una specie ancora giovane, dei fanciulli in confronto agli antichissimi “cugini”. Per circa metà libro è stato questo aspetto “antropologico” a colpirmi e interessarmi di più, poi nella seconda metà è stata la vicenda che mi ha conquistato, talmente tanto che non riuscivo più a smettere di leggere! :) Fremevo di indignazione per le ingiustizie che subiva Ayla, partecipavo ai dolori e alle gioie di tutto il Clan, e restavo col fiato sospeso nei momenti di tensione e incertezza…

Il personaggio che mi è piaciuto più di tutti è stato Brun. Davvero un bel personaggio, molto sfaccettato: è il capo, quindi ha dei doveri, è rispettoso delle tradizioni, ma è anche aperto di mente, è molto intelligente e capace, sa essere giusto e severo ma anche compassionevole, e ha a cuore soprattutto il bene del Clan.

Ho visto che questo romanzo viene classificato anche come fantasy, e per buona parte del libro mi sono chiesta perché: è vero, si parla di spiriti e di incantesimi, ma si capisce bene, anzi, spesso viene proprio spiegato, che in realtà non c’è nessuna magia e le cose sono spiegabilissime, almeno per noi sapiens moderni. Però poi ad un certo punto la magia arriva davvero: quando Creb entra in contatto con la mente di Ayla, vede la storia passata della sua specie, ma lei riesce a vederne anche il futuro, con un disorientante susseguirsi di paesaggi, non ammassati nella confusione della natura, ma disposti in schemi regolari. Strutture quadrate si alzavano dalla terra e lunghi nastri di pietra serpeggiavano, lungo i quali strani animali strisciavano a grande velocità; enormi uccelli volavano senza sbattere le ali. Insomma, questa visione così chiara del mondo di oggi, è davvero magia! ;) Tra l’altro, mi è piaciuta molto come scena, anche le riflessioni che ha suscitato in Creb, in particolar modo una sulla fine della sua specie: Noi siamo un popolo antico. Abbiamo mantenuto le nostre abitudini, onorato gli spiriti e il Grande Orso, ma per noi è finita. Forse così doveva essere. Forse non dipende da te, Ayla, ma dalla tua razza. È per questo che sei giunta fino a noi? Per farmelo sapere? La terra che lasciamo è splendida e ricca; ci ha dato quello di cui avevamo bisogno per tutte le generazioni che ci è stato concesso di vivere. Come la lascerete voi, quando verrà il vostro turno? Eh… purtroppo non bene, Creb, mi dispiace! L’abbiamo trattata, e la trattiamo ancora, assai male! :(

Tra queste usanze e riti magici vari, me n’è piaciuto uno in particolare, perché, seppure terribile, l’ho trovato estremamente affascinante: la Maledizione di Morte. In pratica, quando un membro del clan si macchia di colpe particolarmente gravi, viene colpito da questa maledizione, e per il resto del clan è morto. In realtà non gli accade niente, sennonché vedendosi ignorato da tutti gli altri, che, come lui, credono davvero alla maledizione, si convince di essere morto e smette di mangiare e di curarsi di sé.

Il finale del libro l’ho trovato tristissimo! Ayla è costretta ad abbandonare il suo adorato bambino, ma forse più che per lei mi dispiace per il Clan, ormai mi ero affezionata a tutti, e ora si ritrovano con un capo incapace come Brud: che ne sarà di loro? :(

Non mi è piaciuto molto il titolo italiano, non so proprio cosa possa significare l’attributo di “figlia della Terra” per Ayla; il titolo originale, “Il Clan dell’Orso delle Caverne” era forse più banale (non che “figlia della Terra” sia il massimo dell’originalità!) ma più attinente. Mi spiace poi aggiungere che ho letto questo libro per il tema “Danubio” della sfida, appunto, a tema, però sebbene sia ambientato da quelle parti, il fiume appare assai poco nella storia.

Ma la nota veramente negativa di questo libro è un’altra: adesso voglio assolutamente proseguire con questa saga!! E non ci voleva, ne ho già troppe in ballo!!!! :)

Titolo: Ayla figlia della Terra
Serie: Figli della Terra (1)
Titolo originale: The Clan of the Cave Bear
Genere: storico, fantasy
Autore: Jean M. Auel
Nazionalità: statunitense
Prima pubblicazione: 1980
Ambientazione: Centro Europa, Preistoria
Personaggi: Ayla, Brun, Broud, Mog-Ur, Iza
Casa Editrice: SuperPocket
Traduzione: Silvia Stefani
Pagine: 452
ISBN: 9788846200327
Provenienza: Biblioteca, 11 dicembre 2009
Link al libro: GOODREADSANOBII
inizio lettura: 11 dicembre 2009
fine lettura: 27 dicembre 2009

Sfide

9 pensieri riguardo “Ayla figlia della Terra

  1. Bellissimo il commento di Phoebes! (che condivido)
    A consolazione sua (per l’essere stata accalappiata dalla lettura di questa saga), nel caso non lo avesse ancora saputo, c’è l’arrivo del tanto atteso VI libro della serie:
    In marzo 2011 col titolo LA TERRA DELLE CAVERNE DIPINTE (THE LAND OF THE PAINTED CAVES)
    Vedi home page del sito http://www.ecfans.com

  2. Carissima Phoebes. ho letto solo ora il tuo splendido commento/recensione su “Ayla Figlia della Terra” (che sarebbe come dire Earth Children 1/6) Descrizione veramente azzecata; ma sei una.. “professional” (ti cibi di libri per lavoro)?
    Davvero concordo su tutto, o quasi.
    Sono indeciso se questo sia il libro migliore o se invece lo sia il sequel “La valle dei cavalli” (come a dire Earth Children 2/6). Probabilmente è così il primo libro è davvero ikl migliore, anche se il titolo italiano (AFdT), come dici tu, è penalizzante.
    Avendo letto anche i quattro libri seguenti (tu hai detto di non averlo ancora fatto), penso di poter ipotizzare che il titolista per la versione italiana ha intesoo far riferimento a certe credenze degli “Altri”. Non avendo la capacità/possibilità di celare sotto il link SPOILER la spiegazione inerente, mi fermo qui. Chi vuole può proseguire la lettura di questa saga con “La Valle dei Cavalli”, “Gli Eletti di Mut”, “Le Pianure del Passaggio” e “Focolari di Pietra”. Esiste già anche il VI libro (da marzo scorso), ma non è stato ancora pubblicato in italiano; titolo in inglese: “The Land of Painted Caves”. Cè da dire, per altro, che nei forum del sito dei Fan di tutto il mondo di questa saga ( http://www.ecfans.com ) sono apparsi diversi commenti negativi su questo sesto libro, così come ce ne furono anche al riguardo di”Focolari di Pietra. Che sia per questo che l’edizione italiana non è avvenuta in contemporanea con le tante altre? Che Longanesi, in vista di un possibile minor gradimento, abbia ritenuto di spuntare un miglior prezzo di acquisto dei diritti d’autore? Vedremo quando la versione italiana verrà finalmente pubblicata se queste critiche sono esagerate o..
    Nel bene o nel male, comunque, avendo già fatto 5, comprerò anche il sesto libro, augurandomi di non restarne deluso.
    Mauro

  3. Beh… ho visto che nel mio primo post facevo riferimento al tuo commento. Non mi ricordavo fosse uguale a quello di quest’ultima pagina qui. Sarà la vecchiaia (mia). Questo che ho letto stasera mi pare più articolato; può essere? o sono io che sono come certi brandy: invecchiato assai.. ?

    :’o(

    Mauro

    1. Ciao Mauro!
      No, mi spiace, ma il commento è sempre lo stesso, ultimamente l’ho ritoccato solo nell’aspetto, diciamo così, ma in sostanza è rimasto lo stesso! :)
      Grazie mille comunque del tuo di commento. Ti confesso che a distanza di tempo, e dopo aver letto un paio di pareri negativi sul secondo libro della saga mi era un po’ passata la volgia di continuare, però il tuo entusiasmo mi sta facendo nuovamente cambiare idea! :)

      In ogni caso, spero davvero che il sesto libro arrivi anche in italiano, sarebbe davvero una mancanza di rispetto per i lettori non farlo solo perché all’estero non è andato bene!!!

  4. Beh.. Evidenziando il condizionale, pare che ci siano novità! :o)
    Sul sito ” http://www.unilibro.it/libro/auel-jean-m-/la-terra-delle-caverne-dipinte/9788830432123 ” è apparso l’annuncio di prossima pubblicazione de “LA TERRA DELLE CAVERNE DIPINTE”, per i tipi di Longanesi, al prezzo di copertina di € 21.00, scontato a € 17.85.
    Purtroppo non sono riuscito a trovare conferma dal sito della Longanesi.
    Speriamo bene
    icon here

    Mauro

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