Ricordi di un vicolo cieco

di Banana Yoshimoto

La felicità arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. […] I miracoli sono sempre in attesa, senza fare distinzione per nessuno.

“Ricordi di un vicolo cieco”

Ancora un libro di Yoshimoto fatto di racconti. Sono 5, accomunati dal dolore. Perché spendere dei soldi per leggere racconti così tristi? Secondo Yoshimoto noi lettori dovremmo esserci posti questo problema, e lei risponde che ritiene che questo struggimento sia qualcosa di necessario. Io semplicemente penso che leggere Yoshimoto sia sempre un piacere.

I cinque racconti di questa raccolta si intitolano “La casa dei fantasmi”, “Mammaa!”, “La luce che c’è dentro le persone”, “La felicità di Tomo-chan” e “Ricordi di un vicolo cieco”.

Tutti molto belli, specie gli ultimi due. “Mammaa!” invece è stato quello in cui mi sono identificata di più, mentre vi interesserà forse sapere che Banana ritiene “Ricordi di un vicolo cieco” la cosa più bella che abbia mai scritto.

Un commento in più per “La felicità di Tomo-chan”: iniziandone la lettura, notavo qualcosa di strano che non riuscivo ad identificare. Mi c’è voluta più di una pagina per rendermi conto che questo racconto è narrato in terza persona. Non credo di aver letto mai niente di Banana prima d’ora che non fosse raccontato in prima persona!

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Titolo: Ricordi di un vicolo cieco
Titolo originale: Deddoendo no omoide
Genere: racconti
Autore: Banana Yoshimoto
Nazionalità: giapponese
Prima pubblicazione: 2003
Casa Editrice: Feltrinelli
Traduzione: Giorgio Amitrano
Pagine: 159
ISBN: 9788807720024
Provenienza: Libreria, 10 marzo 2008
Link al libro: GOODREADSANOBII
inizio lettura: 13 giugno 2008
fine lettura: 19 giugno 2008

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