Essere o non essere, questo è il problema. È forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e, combattendo contro di esse metter loro una fine? Morire per dormire. Nient’altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest’è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire per dormire. Dormire, forse sognare.
Amleto
Il re di Danimarca è morto da qualche mese, quando il suo spettro appare a dei soldati durante la guardia notturna. Il fantasma desidera parlare col figlio Amleto per rivelargli la verità sulla sua morte, e chiedergli di vendicarlo.
Amo i classici, non c’è niente da fare, leggerne o rileggerne uno è sempre un grande piacere! Specie poi quando sono “classiconi” come questo, di cui si sa tutto anche senza averlo mai letto o visto. Per esempio l’esclamazione di Amleto Fragilità, il tuo nome è donna!, oppure C’è del marcio in Danimarca (tradotto, nella mia versione con Qualcosa si è corrotto nello stato di Danimarca) o infine l’ultrafamoso monologo To be or not to be…. Sono brani talmente famosi che, devo essere sincera, non so dire se mi piacciono o no, non ci riesco, sono troppo radicati in me per darne un giudizio obiettivo! :)
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da struckdumb. |
Mi chiedo però come mai, nonostante appunto quel monologo sia così famoso, viene spesso erroneamente rappresentato in parodie e citazioni mostrando Amleto con un teschio in mano: quella è un’altra scena!
Torniamo a noi, e magari a quello che di nuovo mi ha portato questa rilettura. Innanzitutto, particolare poco importante ma che mi sono stupita di non ricordare, il padre di Amleto si chiamava Amleto pure lui! Poi, passando a cose più serie, ho riscoperto il personaggio di Polonio, che ricordavo sempre come insignificante, invece oltre ad essere assai importante ai fini della storia, è davvero particolare e ben caratterizzato! E per di più offre pure qualche momento divertente! Questa è infatti un’altra cosa che non ricordavo: pur trattandosi di in una tragedia, ci sono ogni tanto dei momenti ironici, delle battute o delle prese in giro. Per esempio il riferimento dispregiativo ai “fanciulli” ovvero (spiegano le note della mia versione) The Boys of the Queen’s Chapel, la compagnia teatrale che rivaleggiò per un po’ con i King’s Men (la compagnia di zio Bill). Anche per questo probabilmente tra le due più recenti versioni cinematografiche preferisco quella di Kenneth Branagh a quella di Zeffirelli (oltre che per gli attori, Kate Winslet/Ofelia in primis!)
Insomma, ci voleva proprio questa rilettura, sono davvero contentissima che la sfida del Random Classic me ne abbia fornito il pretesto!
Sfide
Un po’ di frasi
La prima citazione è piaciuta da morire anche a me :D
Sono contenta che sia stata una bella rilettura!