Il domani avrà i tuoi occhi


di Luigi Verdi

Titolo: Il domani avrà i tuoi occhi
Autore: Luigi Verdi
Nazionalità: italiana
Prima pubblicazione: 2009
Casa Editrice: Romena
Pagine: 139
Provenienza: Fraternità di Romena, 25 luglio 2009
Link al libro: SITO UFFICIALEANOBII
inizio lettura: 29 ottobre 2009
fine lettura: 7 novembre 2009


Guardo le mie mani che hanno impastato tanta vita di un così pazzo amore. L’amore nasce dal palmo di una mano che getta il seme e da uno sguardo che si apre all’infinito. Ma non sempre tutto è andato diritto, non tutto è stato curato.
Ho mani sformate dalla nascita e occhi impauriti da una timidezza aggressiva che mi hanno reso il pane amaro e il senso incerto per il primo tratto di vita.
La vita chiede il conto per ogni nostra fuga, fino a quando non sentiamo che c’è un amore e un rispetto di noi stessi che devono essere più forti del dolore e della paura, fino a quando non comprendiamo che dobbiamo smettere di fuggire e vivere la stessa dimensione coraggiosa della vita.

[incipit]

L’esperienza della Fraternità di Romena mette don Luigi in contatto con un piccolo pezzo di mondo, ogni giorno diverso. Tutte queste esistenze don Gigi le fa entrare dentro di sé, prendendosi addosso anche l’inquietudine e la pesantezza che ognuno porta con sé. A sera, la stanchezza sul volto di Gigi ha un colore rosso acceso. È la pressione, certo, la pressione delle storie che gli circolano ancora dentro, sangue vivo sul suo sangue.
Al mattino quel flusso si trasforma, diventa la benzina del nuovo giorno.
È in quel momento – l’unico – che Gigi si ferma e scrive. Il profumo dell’alba lo invita a tradurre dentro di sé ciò che ha captato, a trasformare l’onda montante del giorno prima in una goccia di senso.
Ecco svelato il contenuto di questo libro: una raccolta di gocce.

(Massimo Orlandi nella Presentazione)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura; l’ho scelto perché è di Romena, come il libro! :)

Quest’estate sono stata a Romena per un campo diocesano di pochi giorni. Non c’ero mai stata, ma molti dei miei amici me ne avevano sempre parlato assai bene. Il posto in effetti è stupendo (peccato solo per il caldo terribile che abbiamo trovato: a detta degli abitanti del luogo, sono stati i giorni più caldi dell’anno!!!) e il campo è stato interessantissimo! Ma bando alle ciance, che c’entra questo col libro, oltre al fatto che la Fraternità di Romena è stata fondata da Luigi Verdi? C’entra perché il tema del campo era Il domani avrà i tuoi occhi, e il primo giorno don Gigi ha regalato a tutti il suo libro! :)

Mi ci è voluta però una sfida per decidermi a leggerlo, e mi pento di non averlo fatto prima, perché mi è piaciuto davvero moltissimo! :) Don Luigi ha un modo molto semplice e umano di condividere le sue esperienze e le sue riflessioni, e anche quando ha trattato argomenti (come la solitudine) in cui mi pareva stesse scadendo in vari luoghi comuni, ho trovato parole interessanti, che mi hanno spiazzato, e che spesso ho sentito come rivolte proprio a me.

Oltre alle riflessioni, alle “gocce”, come le chiama Orlandi, il libro è corredato di alcune bellissime icone e di alcune poesie di Luigi Verdi: il “meglio che ho” di don Gigi, che con le sue mani sformate crea arte da oggetti semplici, e coi suoi occhi impauriti vede la realtà di questo tempo, e la racconta.

Sfide

Un po’ di frasi

Il meglio che ho

La pietra scartata dai costruttori è divenuta pietra angolare (Salmo 118,22) Queste parole sono state per me annuncio di un sogno di una vita più libera e più intensa, fino a capire che le mie mani e i miei occhi, che ho sempre nascosto e scartato, potevano diventare il meglio che ho.

I miei occhi di mendicante
si stupiscono sempre
del ritorno della fioritura
e della forza dell’autunno
che si rinnova.

La mie mani
radici che spaccano la terra,
cercano l’aria, la luce,
sentono come chi guarda,
si aprono come chi ascolta.

Occhi e mani utili
non per vendicare il passato
ma per salvare il futuro.

Cosa vedo

Giorni di vita assopita,
di gesti stanchi.
Ma sono certo
che il vento si alzerà all’improvviso.

Solitari e muti

Bisogna non aver paura di guardarci dentro e ritrovare l’intimità con noi stessi sapendo che nelle cose più profonde e più importanti noi siamo indicibilmente soli e non possiamo scappare dall’esserlo.

So quanto costa
germogliare al freddo.
In fuga dalla responsabilità

Non va ogni atteggiamento di comodo, il pensare che il non assumersi responsabilità sia il modo migliore per non sentirsi mai colpevoli e per toglierci il tormento di scegliere.
[…]
Questa terra è santa e io non lo sapevo. (Cf. Genesi 28,16)

Una stanca consapevolezza

Una delle pagine più enigmatiche della Bibbia è quella in cui Dio chiede ad Abramo di uccidere suo figlio Isacco. Perché Dio gli chiede una cosa così illogica? Io credo per far capire a lui, al suo popolo e alla sua discendenza il grande valore del non uccidere. Lo conduce sul monte fino ad un passo dal gesto e poi gli dice: “Fermati“.

Dio si è avvicinato ad Abramo, Gesù ha vissuto con gli apostoli: il fine non era conquistare il mondo, ma farli crescere nella consapevolezza, affinché ciascuno di loro conquistasse se stesso.

Ci sono e ci saranno sempre dei poeti, della gente che riflette su di sé, che abita la vita senza separarsi dal proprio spazio di vita. Gente consapevole che vivere è già una benedizione, che anche nella fragilità è possibile prendere decisioni per la vita, che il tempo che ci è dato ci serve per imparare ad amare.

Sogni senza realtà

Beati coloro che hanno l’audacia di sognare e sono disposti a pagare il prezzo necessario perché il loro sogno prenda corpo nella storia.
Leo Joseph Suenes

L’attesa non è passività, è fermento.

Non è facile capire se è il desiderio che genera in noi inquietudine o l’inquietudine che genera il desiderio.

Cosa sogno

Il mandorlo accanto alla pieve prima fa i fiori e dopo i frutti, e mi ricorda che se nella mia vita voglio vedere i frutti devo prima fiorire.

Il futuro appartiene a quelli che sono costanti, a coloro che provano ad indirizzare le forze per anticipare il cambiamento che vorrebbero vedere in questo mondo.

Fedeltà

Come un contadino devoto
zappo, semino e spero,
fino a che anch’io
tornerò terra, ma terra innamorata.

Potare

La donna spaccò il vasetto e versò il profumo sulla testa di Gesù. Alcuni dei presenti, scandalizzati, mormoravano tra loro: Perché tutto questo spreco di profumo?“. (Cf. marco 14,3-5)
Amo i gesti coraggiosi e irregolari della donna che spacca il vasetto d’olio, di Zaccheo che sale sull’albero e di Pietro che si getta nel lago per raggiungere più velocemente la riva, questo spezzare una forma definita per aprirsi ad un’altra.

Libertà

Lacrimano gli occhi
alla libertà della luce.

La forza della debolezza

Mastica e sputa da una parte il miele, dall’altra la cera…” dice Fabrizio De André. Nella vita ci sono momenti che sono frutto di miele, altri dove il frutto è la cera. Fare della debolezza la nostra forza vuol dire che quella debole cera non è scarto, ma possibile alimento di luce al nostro cammino.

Da dove ripartire
Perdono

Perdonare è capire
“Ama il prossimo tuo come te stesso” (Levitico 19,18) in ebraico è “ama il prossimo tuo perché è come te stesso”.

Capire non vuol dire giustificare, il male è male, capire è la misericordia che nasce da un cuore che conosce le proprie miserie, i propri dolori, i propri errori e che quindi riesce ad accogliere anche l’altro nella sua debolezza.

Verrai di sera
quando tutto
dentro il mio nido
si placa
e mi ricorderai
che ti ho perduto
in ore di stanchezza
e che il mio errore
fu solo ricerca.

Bellezza e tenerezza

Sappiate che l’umanità, per vivere, non ha bisogno né di scienza né di altro, ma che soltanto la bellezza le è indispensabile.
Henri-Dominique Lacordaire

Papa Giovanni, in tempi di crisi della chiesa e del mondo, una sera dirà in una piazza gremita: “Guardate come è bella la luna stasera, tornate a casa e date una carezza ai vostri bambini. Nei tempi di crisi sono sempre le idee più semplici che ci riaprono il cammino.

La bellezza e la tenerezza si abbracciano nei rari momenti di vita intensa, come quando si nasce, o siamo innamorati o si muore, cioè ogni volta che siamo unificati, quando gli occhi si impastano di lacrime e di luce. L’acqua e la luce creano l’arcobaleno, mettono gli occhi nel futuro.

Ogni giorno

Ogni giorno,
mi alleno ad essere attento
per rendere presente
ciò che è lì ad attendermi.

Ogni giorno,
mi porti un presente
più forte,
un nuovo inizio di vita
che mi sciolga le ali.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.