Orestea
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Titolo: Agamennone
Serie: Orestea (1)
Titolo originale: Αγαμέμνων (Agamèmnon)
Genere: teatro, tragedia
Autore: Eschilo
Nazionalità: greca (Grecia Antica)
Prima pubblicazione: 458 a.C.
Ambientazione: Argo (Grecia), II millennio a.C.
Personaggi: Agamennone, Clitennestra, Egisto, Cassandra, Coro
Casa Editrice: BUR
Traduzione: Enrico Medda
Pagine: 127
Provenienza: comprato online il 23 aprile 2009
Link al libro: GOODREADS – ANOBII
inizio lettura: 21 settembre 2009
fine lettura: 8 ottobre 2009
GUARDIA – Agli dèi chiedo di liberarmi da questa fatica, da questa guardia, che dura ormai da un anno, durante la quale, stando sulla casa degli Atridi sdraiato sulle braccia alla maniera d’un cane, ho imparato a conoscere il concilio degli astri notturni e le luminose potenze che portano inverno ed estate ai mortali, le stelle brillanti nell’etere, quando tramontano e quando sorgono. E adesso vigilo in attesa del segnale di una fiaccola, il luminoso raggio di un fuoco che porti da Troia una notizia, una voce di conquista: così infatti impone il cuore di una donna capace di maschi pensieri, pieno di speranze.
[incipit]
Premessa:
Tutto iniziò dall’odio di Atreo per il fratello Tieste, con cui la moglie l’aveva tradito. Atreo si scelse una vendetta niente male: fece finta di riconciliarsi con lui, invitandolo ad un sontuoso banchetto, in cui gli servì le carni dei suoi figli. Tieste lo maledisse, e da questa maledizione parte la sventura degli Atrìdi, costituita da un susseguirsi di omicidi e vendetta. Gli Atrìdi, ovvero i figli di Atreo, altri non sono che Agamennone e Menelao.
Inutile ora mettermi a raccontare pure tutta la faccenda del rapimento di Elena e della guerra di Troia, che interessano poco la tragedia in questione. Ricorderò solo che prima di partire per suddetta guerra, Agamennone, per propiziarsi gli dei nel difficile viaggio che stava per intraprendere, sacrificò la figlia Ifigenia. Sua moglie Clitemnestra non glielo perdonò.
La tragedia racconta del ritorno a casa di Agamennone dopo la caduta di Troia.
Per scrupolo ho coperto come faccio sempre gli spoiler, ma… veramente c’è qualcuno che non sa nulla di questa parte di mitologia greca? ;)
Sempre affascinante leggere un testo così antico. È proprio l’espressione di un altro modo di pensare. Come dice Enrico Medda in una delle note, in questa tragedia, ancor più nel seguito della trilogia, non c’è una contrapposizione tra giusto e ingiusto, ma tra diverse concezioni di giustizia.
La copertina del libro senza sovraccoperta. |
Io sono sempre stata dalla parte di Clitemnestra, per me lei ha più che ragione ad odiare il suo sposo, reo di aver ucciso una figlia innocente. Per di più, Clitemnestra cerca l’aiuto di Egisto, figlio di quel Tieste che maledisse (giustamente, direi), gli Atridi. Eppure il Coro, e con esso (o almeno, per quel poco che so della tragedia greca, così credo) l’autore, condannano Clitemnestra ed Egidio. A quest’ultimo, soprattutto, rimproverano di non essersi comportato da uomo, prima non andando alla guerra, e poi lasciando che sia una donna a fare il lavoro sporco, cioè uccidere Agamennone. Solo per la povera Cassandra il Coro ha pietà, e a lei dà ragione, quando rievoca le sciagure che pesano sulla stirpe di Atreo.
Insomma, forse la grandezza di certi classici sta anche in questo: questa tragedia esprime un concetto con cui non sono per niente d’accordo, ma lo fa tanto bene che leggerla è un vero piacere! ^_^ Come si fa a non apprezzare che per dire a uno che è un idiota si usano le parole di te mi ero fatto l’immagine di un uomo che non governava bene il timone della mente? :)
Mi è piaciuta in questa tragedia in particolar modo Cassandra, personaggio che mi ha sempre affascinato moltissimo, ancora di più da quando ho letto La Torcia. Anche il personaggio di Clitemnestra è molto interessante, una donna forte, che ha governato al posto del marito in sua assenza, e che ha le idee chiare e la forza di volontà per ottenere ciò che vuole, e anche la scaltrezza di ingannare tutti, perfino suo marito, sulle sue reali intenzioni di vendetta.
Altra cosa che ho apprezzato molto ma che allo stesso tempo mi ha stupito è che l’eroe eponimo di questa tragedia compare per pochissimo, dice due battute, e poi muore! Non solo è una scelta narrativa interessante, ma mi piace anche perché Agamennone m’è sempre stato antipaticissimo!
A fine lettura, m’è rimasto un dubbio: dopo il discorso di benvenuto di Clitemnestra ad Agamennone, questi le risponde: Stirpe di Leda, custode della mia casa, hai parlato in misura adeguata alla mia assenza: molto infatti ti sei dilungata.. Ma… voleva per caso essere una battuta? ;)
Sfide
Un po’ di frasi
spoiler | Leggi> |
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