Home » De Luca » Tu, mio Tu, mio Pubblicato lunedì 21 Settembre 2009; 15:43domenica 7 Luglio 2024; 17:52 da Phoebes3 commenti di Erri De Luca Il pesce è pesce quando sta nella barca. È sbagliato gridare che l’hai preso quando ha solo abboccato e senti il suo peso ballare nella mano che regge la lenza. Il pesce è pesce solo quando è a bordo. [incipit] In un'”estate brutale di amore e di furore” un ragazzo diventa uomo attraverso il mare e l’amore, grazie a un pescatore e a una ragazza conosciuta da poco, con cui scopre e ricorda il recente passato di guerra (siamo negli anni ’50), conosce un amore adulto, forse non suo, o forse sì. Non sono brava coi riassunti, specie quando non voglio far capire troppo della trama, perché scoprirla a poco a poco leggendo per me è stato un grandissimo piacere! È solo il secondo libro di Erri De Luca che leggo, eppure mi sembra di conoscerlo da tantissimo, di aver letto tutto di lui, per l’effetto così “riposante” e familiare la sua scrittura! Un libro che mi ha commosso ed emozionato, pur essendo assai semplice nella trama e nello stile. Un dolore e un amore enormi, ma raccontati con garbo e dolcezza. Un libro veramente coinvolgente! Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Ladygiodesi. Titolo: Tu, mio Autore: Erri De Luca Nazionalità: italiana Prima pubblicazione: 1998 Casa Editrice: Feltrinelli Pagine: 114 ISBN: 9788807815928 Provenienza: comprato online il 24 febbraio 2009 Link al libro: GOODREADS – ANOBII inizio lettura: 14 settembre 2009 fine lettura: 20 settembre 2009 Sfide delle pagine A PUNTI infinita e collettiva – 2 DELLE STAGIONI Un po’ di frasi È bella la pacienza in napoletano perché mette un po’ della parola pace dentro la pazienza. Il nome [è quell’] accidente che accompagna a vita una persona più di un’ombra, perché almeno al buio l’ombra smette, il nome invece no. A volte vedo il mondo capovolto. Quand’ero bambina c’era un fiume con gli alberi lungo le rive: io lo rovesciavo e vedevo che gli alberi reggevano il fiume, i ponti etano amache per sdraiarsi all’ombra della corrente. Caia Sbarcammo dalla pesca mentre esplodevano in cielo i petardi di qualche festa di santo. L’isola annunciava il giorno di un suo protettore con botti oltre che con campane. Erano razzi sparati in aria che esplodevano in alto con un colpo solo, potente. Per ringraziarli in qualche loro onomastico gli spariamo la nostra batteria contraerea. È a salve, ma sono sempre cannonate contro il cielo. Non aver fatto niente di male non risparmia la colpa. In momenti difficili che tu non hai conosciuto e non è detto che debba sperimentarli, in momenti difficili non fare niente di male è diventare complici del male. Il padre Condividi:FacebookTwitterTumblrPinterestPocketWhatsAppTelegramE-mailStampaMi piace:Mi piace Caricamento... Correlati
Ma comunque non credo sia un commento vero il tuo, ho ragione? Altrimenti non avresti messo una mail che non esiste, perché che c’è di male nell’esprimere un parere negativo? Probabilmente il libro neanche l’hai letto. Perché allora hai scelto proprio questo? E’ di un bel po’ di tempo fa! Mah, mistero! :) Caricamento... Rispondi
fa skifooo
De gustibus! ;)
Ma comunque non credo sia un commento vero il tuo, ho ragione? Altrimenti non avresti messo una mail che non esiste, perché che c’è di male nell’esprimere un parere negativo? Probabilmente il libro neanche l’hai letto. Perché allora hai scelto proprio questo? E’ di un bel po’ di tempo fa!
Mah, mistero! :)