Home » Biondi » Uomini per caso Uomini per caso Pubblicato giovedì 2 Luglio 2009; 23:35martedì 20 Marzo 2012; 21:36 da PhoebesLascia un commento di Gianfranco Biondi e Olga Rickards Tutti gli uomini sono della medesima argilla. La stessa tenebra prima, la stessa carne in vita, la stessa cenere dopo. Victor Hugo (I miserabili, 1862) [citazione all’inizio del libro] Con questo libro ho fatto l’esame di Paleontologia Umana e Paleoantropologia (per la cronaca, 30) e, poiché sono passati un po’ di anni, ho deciso di rileggerlo per rinfrescarmi un po’ la memoria in vista della tesi. Purtroppo devo dire che lo ricordavo più bello! Forse perché alla prima lettura era quasi tutto nuovo e incredibilmente affascinante, non so… Una cosa che non ricordavo, e che mi ha dato particolarmente fastidio, sono stati i continui riferimenti (soprattutto all’inizio, ma ritornavano ogni tanto nel corso del libro) alla religione: non è vero che sono esistiti Adamo ed Eva, e la Terra ha più di 4000 anni, e non c’ha creato Dio a sua immagine e somiglianza… Un po’ fastidiosa come cosa, a mio parere! Ma forse sono io nel torto pensando che non ci sia bisogno di precisare certe cose… Ma veniamo a quello che, invece, mi è piaciuto! :) Cioè praticamente tutto! Il libro spiega non solo le varie scoperte e teorie sull’evoluzione umana, ma anche le varie evoluzioni del modo di pensare in questo campo. Una delle scoperte che trovo da sempre più affascinanti è quella delle orme di Laetoli. In pratica sono delle “orme fossili” di una delle prime specie di ominidi, del genere Australopithecus, scoperte da Mary Leakey: Davanti ai suoi occhi, e poco dopo davanti agli occhi di tutta l’umanità, c’era come uno spezzone di pellicola impressionata con il cammino dei nostri antenati e l’emozione fu ancora maggiore di quella che ci procurò il 20 luglio 1969 l’impronta dello stivale di Neil Armstrong sulla luna. Infatti queste orme sono state una prova più che certa che 3,5 milioni di anni fa c’era “qualcuno” che camminava usando due soli arti, in un modo praticamente uguale a quello dell’uomo moderno. Ma più di tutto mi colpisce la descrizione del dettaglio di queste impronte: Le impronte erano disposte lungo due file lontane tra loro una trentina di centimetri. Le prime erano state lasciate da un individuo più piccolo, mentre le seconde da uno di dimensioni nettamente maggiori e in queste si poteva notare il calco dell’alluce di un terzo individuo: come se qualcuno avesse messo i propri piedi sui passi di qualcun altro, allo stesso modo di quello che fanno i nostri ragazzi quando camminano giocando dietro di noi sulla sabbia o nella neve. Poi una piccola curiosità: a Skhul, in Israele, è stato ritrovato uno scheletro con una capacità cranica di 1.554 cc, e ciò sembrerebbe dare concretezza all’ipotesi che il cervello dei primi rappresentanti dei sapiens fosse addirittura più grande di quello degli uomini dei nostri giorni. Infine, un altro argomento che mi ha sempre affascinato è tutto quello che riguarda l’uomo di Neanderthal. In particolar modo mi incuriosisce la sua estinzione, che resta tutt’ora un mistero. Forse semplicemente si è trattato di un caso (o di fortuna, dal nostro punto di vista di sapiens!), o forse la spiegazione c’è, ma i fossili ritrovati finora non ci permettono di comprenderla. Il libro fa un’osservazione, non legata all’estinzione dell’Homo neanderthalensis, che però mi ha fatto riflettere a tal proposito. Riguarda i fossili trovati nelle caverne della punta più meridionale della Spagna: solo uno stretto braccio di mare separava queste popolazioni dall’Africa, eppure i neandertaliani non si sono mai spinti oltre, mentre in quell’epoca (tra 33 e 29 mila anni fa) l’Homo sapiens si era già spinto in quasi tutto il mondo, anche fino in Australia. Coma mai il Neanderthal, invece, non si è mosso ad affrontare il mare? Le spiegazioni possono essere molte, e una è che forse, in essi non era tanto accentuata come in noi l’inquietudine che ci spinge a cambiare. Questo libro, oltre che per prepararmi alla tesi, l’ho letto per Reading History, l’iniziativa di leggere tutta la storia a cui partecipo da aprile. Me la sono presa comoda, visto che in pratica con questo libro mi sono “introdotta” alla preistoria, che era il primo punto da trattare! Speriamo di andare un po’ più in fretta d’ora in poi! Scheda del libro Titolo: Uomini per caso Autori: Gianfranco Biondi e Olga Rickards Anno prima pubblicazione: 2001 Casa Editrice: Editori Riuniti Pagine: 273 aNobii: LINK Sfide: delle pagine e della saggistica 2, e a Reading History. Segnalibri: quello che ho usato durante la lettura (qui a destra) è stato realizzato da keit. Condividi:FacebookTwitterTumblrPinterestPocketWhatsAppTelegramE-mailStampaMi piace:Mi piace Caricamento... Correlati