Vent’anni dopo – Capitoli LIV-LXIV


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Porthos: E pensare che non c’è stata la minima scaramuccia; bisogna proprio dire che i Parigini abbondano in dabbenaggine.
d’Artagnan: Non sarà invece perché noi siamo molto abili?
Porthos: Può darsi.

I capitoli di questa settimana mi sono piaciuti veramente moltissimo, forse i più emozionanti, finora!

ATTENZIONE SPOILER!
Gli spoiler (anticipazioni sulla trama) non sono segnalati in alcun modo, poiché occupavano gran parte del commento.
Leggete a vostro rischio e pericolo!

Innanzi tutto, d’Artagnan e Porthos per ordine di Mazzarino si trovano a dover avere a che fare proprio con il figlio di Milady! Però, per fortuna, sappiamo che anche loro sono diretti in Inghilterra, e che quindi, possiamo immaginare, presto si ricongiungeranno con Athos e Aramis, e non vedevo l’ora, anche perché la lettera ricevuta da d’Artagnan faceva parecchio preoccupare per la sorte degli altri due amici!

E che incontro!!! Bellissimo il momento in cui Athos e Aramis vengono “catturati” da d’Artagnan e Porthos! Mi è piaciuto troppissimo quel pezzo, l’ho riletto due o tre volte! ;)

La schiera nemica piombò sui pochi uomini che erano rimasti e i due francesi furono circondati. Athos, dopo essersi accertato che di Winter era morto, abbandonò il suo corpo, e, alzando la spada, gridò:
«Orsù, Aramis, per l’onore della Francia!»
E i due Inglesi che si trovavano più vicini ai due gentiluomini caddero colpiti mortalmente.
Un urrà terribile risuonò sulle loro teste e trenta lame lampeggiarono.
Improvvisamente un uomo uscì dalle file inglesi scompigliandole, balzò su Athos lo serrò fra le sue forti braccia e gli strappò la spada, mormorandogli all’orecchio:
«Silenzio, arrendetevi. Arrendersi a me, non significa arrendersi».
Un gigante afferrò i polsi di Aramis, che invano tentò di sottrarsi alla stretta formidabile.
«Arrendetevi!», gli intimò guardandolo fisso.
Aramis alzò la testa, Athos si voltò.
«D’Art…», stava per esclamare, ma il Guascone gli chiuse la bocca con la mano.
«Mi arrendo», disse Aramis, tendendo la spada a Porthos.

Cromwell mi ha stupito, per quel poco che abbiamo visto, mi è parso è un gran bel personaggio. Pensavo che Dumas l’avrebbe trattato male, essendo lui un così grande fan della monarchia, e invece no. In particolare mi ha colpito il suo disprezzo per la viltà degli Scozzesi nel dialogo con Mordaunt (viltà che però gli è stata molto utile!).

«E gli Scozzesi?», chiese Cromwell.
«Hanno mantenuto la parola e non si sono mossi.»
«Miserabili!», mormorò Cromwell.
«I loro ufficiali domandano di vedervi.»
«Sono stati pagati?»
«Stanotte.»
«Che partano, facciano ritorno alle loro montagne, nascondano fra quei monti la loro vergogna, se pure per questo i monti saranno abbastanza alti.»
[…]
«Vi ricordate che fui io per primo ad avere l’idea di trattare con gli Scozzesi, perché abbandonassero il loro re?»
«Sì, l’idea fu vostra; io non disprezzavo ancora abbastanza gli uomini.»

Mordaunt, invece, si rivela sempre più abietto, però a parte l’uccisione dello zio, piuttosto inefficiente come cattivo. Bisogna proprio credere che il figlio non sia della forza della madre, commenta Aramis, e io sono d’accordo: quello svenimento quando scopre che i francesi sono scappati… patetico!! A Milady non sarebbe mai successo! ;) In questo libro d’Artagnan mi piace sempre più! Si contende la palma di mio preferito con Athos! :)

Molto bella finora l’avventura in Inghilterra, e d’Artagnan è sempre più geniale (peccato però che ci rimettono sempre quei poveri cavalli!). Ho notato che ad un certo punto con Athos giura su Dio di partire insieme ai due amici e non abbandonarli. Questa contraddizione con i suoi precedenti rifiuti di giurare, mi chiedo: è una svista, oppure era voluta?

Cmq, il suo piano per salvare il Re è ingegnosissimo! Sono molto curiosa di leggere ancora, anche se conoscendo questa parte di storia inglese, so già più o meno che altro succederà poi…

Ultima cosa, il Re Carlo, in effetti, mi è simpatico! Concordo con d’Artagnan:

«Dove riposeremo, colonnello?»
«A Tirsk», rispose Harrison.
«Parry», disse il re alzandosi a sua volta e rivolgendosi al suo valletto, «il mio cavallo. Voglio andare a Tirsk.»
«Per la verità», disse d’Artagnan ad Athos, «il vostro re mi ha veramente conquistato e io mi metto al suo servizio.»

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Un po’ di frasi

«Dunque, bisogna fuggire?».
«Fuggire attraverso un esercito, sire», rispose Athos, «in tutti i paesi si chiama caricare.»

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