L’amica geniale

Infanzia, adolescenza

di Elena Ferrante

L’amica geniale
Storia del nuovo cognome


Salivamo lentamente verso il più grande dei nostri terrori di allora, andavamo a esporci alla paura e a interrogarla.
Alla quarta rampa Lila si comportò in modo inatteso. Si fermò ad aspettarmi e quando la raggiunsi mi diede la mano. Questo gesto cambiò tutto tra noi per sempre.

(Pagina 17)

Lo volevo leggere da anni, praticamente tutti quelli che l’avevano letto lo osannavano, poi il New York Times l’ha inserito tra i 100 migliori libri del 21° Secolo, e non in un posto qualsiasi, no, al PRIMO POSTO! Insomma, mi sono un po’ vergognata che fosse così famoso, che l’avessero letto in tantissimi all’estero, e io invece ancora no! Finalmente ho rimediato.

Raffaella Cerullo, Lina per gli amici, Lila solo per Lenù, è sparita. L’amica di una vita, appresa la notizia, si mette al computer e decidere di scrivere la sua storia, la loro storia, partendo dall’infanzia nel rione nativo di Napoli.

Copertina inglese del libro, con la stessa copertina con cui era stato pubblicato anche in Italia prima dell’uscita della serie.

Avevo un po’ timore ad iniziare questo romanzo. Un po’ perché come sempre quando si tratta di qualcosa di così osannato c’è una sorta di “ansia da prestazione” che a me possa invece non piacere, oppure c’è ovviamente anche il rischio di essere condizionata da tutto questo amore per questo libro. Inoltre da quel poco che avevo capito della trama mi dava l’idea di un romanzo in cui accadessero molte cose tristi, e questo mi frenava.

Ora che finalmente l’ho letto posso dire che sono state in parte vere un po’ tutte e tre le cose. La paura che potesse non piacermi si è dissipata abbastanza presto perché la storia mi ha subito preso molto. A fine lettura un po’ il dubbio se il mio giudizio sia completamente genuino o sia stato influenzato dalla fama del romanzo un po’ mi è venuto, ma in fin dei conti non è che mi importi molto, il romanzo comunque mi è piaciuto parecchio. Infine, cose tristi un po’ ne sono successe, ma forse anche meno di quel che temevo (anche se ho paura, da come è finito il romanzo, che sarà nei prossimi libri che mi dovrò davvero preoccupare di questo aspetto!).

La storia è raccontata in prima persona da Lenù, e parte dal momento in cui lei e Lila si sono incontrate, in prima elementare. Questo primo romanzo copre la loro infanzia e adolescenza. Ho amato molto il modo in cui Lenù descrive loro due bambine, che si sfidavano senza parlarsi a prove di coraggio, che erano così diverse eppure così affini, che erano necessarie l’una all’altra.

Elena (Margherita Mazzucco) a scuola

L’ambientazione è sicuramente parte del fascino di questo romanzo. Mia madre è un più giovane di Lila e Lenù, e quando ha visto la serie mi ha detto che rappresenta quegli anni proprio come lei li ricordava. Se ho fatto bene i calcoli il romanzo inizia nel 1950, quando le due hanno 6 anni, e termina nel 1961 quando ne hanno 17. Vediamo la povertà dell’Italia che si riprendeva dalla guerra, gli strascichi del fascismo, la scuola come miraggio solo per i più fortunati, la speranza che sembra sconosciuta, se non per Lila e Lenù che hanno il coraggio di immaginare una vita diversa.

Geograficamente siamo a Napoli. Nel capitolo introduttivo, quando la Lenù del presente inizia a raccontare, si trova a Torino, facendoci capire che in futuro gli orizzonti almeno suoi si espanderanno. Ma in questo primo romanzo siamo quasi esclusivamente a Napoli, e per buona parte non ci allontaniamo dal rione. Mi ha stupito per esempio la prima volta che Lenù va al mare: era già adolescente, se ricordo bene, e pur essendo vissuta per tutta la vita in una città di mare, non aveva mai fatto il bagno né aveva mai riflettuto su questa eventualità.

Anche se i personaggi minori sono parecchio in secondo piano rispetto alle due protagoniste, ce ne sono diversi che comunque mi sono rimasti impressi. Per esempio don Achille, che appare pochissimo ma è un personaggio importantissimo nella vita del rione, in quanto persona più ricca del quartiere, che ha fatto i soldi durante la guerra in modo non onesto, e anche dopo che viene ucciso il suo fantasma continua ad aleggiare sulle vite dei vicini. Mi ha colpito proprio per questo: noi lettori lo conosciamo solo tramite gli occhi degli altri personaggi, lui in persona è presente solo in una piccolissima scena, eppure è sempre lì, nei discorsi, nelle paure dei bambini, nell’odio degli adulti, nella rabbia degli adolescenti.

Un altro personaggio che mi ha colpito è stata la maestra di Lila e Lenù. La scuola è estremante diversa non solo da quella di oggi, ma anche da quella che ho frequentato io. Non c’era nessuna attenzione per i bambini “difficili”, che venivo soltanto puniti spesso anche fisicamente. Lila è una di queste bambine, eppure la maestra, scoprendo in lei un vero talento, cerca in tutti i modi di aiutarla e si prodiga per lei: onestamente non me l’aspettavo in quel periodo. Immagino sia proprio per questo che si arrabbia moltissimo quando Lila interrompe gli studi: La bellezza che Cerullo aveva nella testa fin da piccola non ha trovato sbocco, Greco, e le è finita tutta in faccia, nel petto, nelle cosce e nel culo, posti dove passa presto ed è come se non ce l’avessi mai avuta. (Pagina 311)

Elisa del Genio (Elena) e Ludovica Nasti (Lila) nella serie TV

E, infine, veniamo alle due protagoniste! Non so perché ma l’idea che avevo di questo romanzo era che una delle ragazze fosse ricca e l’ altra povera,
invece sono tutte e due povere, anche se effettivamente di due “livelli di povertà” diversi: Lenù lascia spesso il rione, per scuola e anche per un lavoro estivo (che la porta addirittura fuori da Napoli), Lila molto raramente, e non lascia mai la città; a Lenù, seppure inizialmente controvoglia, i genitori permettono di continuare a studiare, mentre il padre di Lila non ne vuole sapere, e alla fine la ragazza troverà una prospettiva per un futuro migliore solo col matrimonio da giovanissima. Come ho detto ho adorato vedere le due crescere, mi sono affezionata tantissimo a loro, è stato veramente facile emozionarmi per le loro speranze, soffrire per le ingiustizie, arrabbiarmi con loro e per loro.

Penso di essermi immedesimata maggiormente in Lenù, perché Lila è troppo estrema, ma sicuramente anche io ho subito, come tutti quelli che l’hanno conosciuta, il suo fascino potente:

Fu in quell’occasione che mi convinsi che niente potesse fermarla, e che anzi ogni sua disobbedienza avesse sbocchi che per la meraviglia toglievano il fiato.

(Pagina 61)

Un’altra immagine delle protagoniste dalla serie TV.

Ovviamente non devo venire io a dirvelo visto il grande successo del romanzo, ma Ferrante scrivere veramente bene. Ho apprezzato molto il suo stile di scrittura, semplice, mai pesante, ma non banale, spesso poetico. Mi ha colpito in particolare l’abitudine di iniziare a raccontare uno specifico episodio, e poi ripartire dall’inizio raccontando tutto ciò che è avvenuto prima di arrivare a quel momento. È così che ha rappresentato l’amicizia tra Lila e Lenù, partendo praticamente dalla fine della storia poi ripercorrendo con un lunghissimo flashback le loro vite dal momento in cui si sono conosciute. All’inizio di ogni parte fa la stessa cosa, parte da un episodio particolare, importante, e poi riprende da dove ci eravamo lasciati.

Infine, il finale mi ha molto sorpreso: è abbastanza appeso, molto particolare, e non fa presagire nulla di buono per il futuro di Lila.

Commento generale.

Ancora una volta devo essere grata alla Sfida dei consigli di lettura perché mi ha spinta a superare le paure che mi frenavano dal leggere questo libro, e leggerlo è stata un’esperienza veramente meravigliosa! Nonostante ora io abbia di nuovo paura riguardo ai seguiti, non vedo l’ora di continuare!

Copertina e titolo

La copertina della mia edizione è purtroppo una di quelle rifatte dopo l’uscita della serie TV: odio quando fanno così! Comunque almeno è carina e attinente, con le due protagoniste bambine.

Il titolo è bello e accattivante, ma mi ha lasciata un po’ confusa: quando scopriamo che Lila ha un’intelligenza fuori dal comune, ero convinta che fosse lei l’amica geniale del titolo. Poi però a pagina 353 c’è questo dialogo:
[Lenù]: «Altri due anni: poi prendo la licenza e ho finito».
«No, non finire mai: te li do io i soldi, devi studiare sempre».
Feci un risolino nervoso, poi dissi:
«Grazie, ma a un certo punto le scuole finiscono».
«Non per te: tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine».
Quindi, boh, non so chi lo sia delle due, ma magari entrambe
.

Momento più…

…emozionante: lo so, sono banale, ma uno dei momenti che mi ha emozionato di più è quando Lila e Lenù si mettono a leggere libri insieme! Non è particolarmente spoiler, ma siccome io mi sono emozionata molto lo copro per non rovinare il piacere di emozionarsi come me a chi non l’ha ancora letto! Le due bambine hanno ricevuto dei soldi per comprarsi delle bambole, e invece con quei soldi ci comprano Piccole donne! Per questo mi ha messo ancora più tristezza scoprire che la Lila adolescente non riusciva invece più a leggere.

 
 
 
 
 
 
 

Locandina straniera della serie, devo dire molto bella!

Titolo: L’amica geniale
Serie: L’amica geniale (1)
Genere: storico, romanzo di formazione
Autore: Elena Ferrante (sito ufficialeWikipedia)
Nazionalità: italiana
Prima pubblicazione: 2011
Ambientazione: Napoli, 1950-1961
Personaggi: Raffaella Cerullo (da tutti detta Lina, Lila solo per Elena), Elena Greco (detta Lenuccia o Lenù)
Casa Editrice: edizioni e/o
Copertina: Grafica/Emanuele Ragnisco, foto in copertina © Anthony Boccaccio/Getty Images
Pagine: 375
ASIN: B006DPOTG2
ISBN: 9788866320951
Provenienza: comprato online il 28 maggio 2024
Link al libro: SITO UFFICIALEIN LETTURAGOODREADS
inizio lettura: 2 dicembre 2024
fine lettura: 31 dicembre 2024

Sfide

Trasposizioni

L’amica geniale (2018) di Saverio Costanzo
con Alba Rohrwacher, Annarita Vitolo, Margherita Mazzucco

Un po’ di frasi

Stamattina mi ha telefonato Rino, ho creduto che volesse ancora soldi e mi sono preparata a negarglieli. Invece il motivo della telefonata era un altro: sua madre non si trovava più.
[incipit]

Tutto era bello e pauroso, allora.
(Pagina 19)

Lila mi disse col suo tono solito: tanto io l’esame lo faccio lo stesso. Le credetti, proibirle una cosa era inutile, lo sapevamo tutti. Sembrava la più forte di noi bambine, più forte di Enzo, di Alfonso, di Stefano, più forte di suo fratello Rino, più forte dei nostri genitori, più forte di tutti i grandi compresa la maestra e i carabinieri che ti potevano mettere in prigione.
(Pagina 59)

Stava cercando di capire, stavamo tutt’e due cercando di capire, e capire era una cosa che ci piaceva moltissimo.
(Pagina 184)

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