Amerigo, lui, aveva imparato che in politica i cambiamenti avvengono per vie lunghe e complicate, e non c’è da aspettarseli da un giorno all’altro, come per un giro di fortuna; anche per lui, come per tanti, farsi un’esperienza aveva voluto dire diventare un poco pessimista.
(Pagina 51)
Su Calvino sono estremamente lacunosa. Ogni tanto provo a rimediare.
Italo Calvino ha svolto il compito di rappresentante del partito comunista in una delle sezioni site nel Cottolengo durante le elezioni del 1953. In questo romanzo tramite il personaggio di Amerigo Ormea racconta quell’esperienza.
Copertina di un’edizione turca del libro con il quadro di Magritte dal titolo La riproduzione vietata (La reproduction interdite) che, non so perché, devo dire ci sta molto bene col romanzo. |
(Pagina 2)
Sapevo che questo libro era veramente molto molto corto, e poiché la mia edizione superava le 100 pagine mi chiedevo in che modo l’avessero allungato. La risposta è la presenza di due saggi, una presentazione dello stesso Calvino e una postfazione a cura di Guido Piovene, più una biografia piuttosto lunga.
Siccome avevo inserito questo libro nella Sfida del Protagonista e in quella sfida perché un libro valga deve avere almeno 100 pagine, ho dovuto leggere anche queste parti (di solito almeno la biografia l’avrei saltata a piè pari!). Sono contenta di questo obbligo, però, perché la prefazione e la postfazione mi hanno aiutata a capire meglio il testo (vedi anche la citazione precedente) e la biografia era davvero interessante perché fatta con citazioni dello stesso Calvino.
Il romanzo in sé è sicuramente interessante ma non posso negare sia un po’ noioso. Se non fosse che ho dato 3 stelline agli ultimi due libri letti che non mi sono piaciuti tanto, e questo non mi pareva paragonabile a quelli, gliene ho date 4, anche perché l’ultima parte mi è piaciuta di più, e quindi nel complesso mi ha lasciato una sensazione più positiva. E anche perché comunque Calvino stesso mi aveva avvisato nella presentazione: la trama è veramente scarna perché non succedono molte cose, ma si tratta più che altro di riflessioni del protagonista. Infatti lo definisce bene Piovene nella Postfazione (pagina 127): questo è un romanzo con l’impostazione di un saggio. E, purtroppo, io coi saggi faccio sempre fatica.
Copertina della Mondadori prima dell’ultimo restyling: devo dire che mi piaceva molto questa serie con le sculture metalliche! Non sono riuscita a risalire a titolo e autore dell’opera di questa qui. |
Cionondimeno, sebbene faticosa e a tratti noiosa, è stata una piacevole lettura. Intanto mi ha permesso di scoprire uno spaccato della storia politica italiana che non conoscevo e a cui, onestamente, non avevo mai pensato, ovvero il voto dei malati di mente, molti dei quali chiaramente incapaci di intendere, il cui voto era palesemente pilotato. Più di tutto il resto mi ha però forse stupito il fatto che l’onorevole in questione (rimasto ovviamente senza nome) aveva organizzato delle macchine per il trasporto degli elettori che quindi andavano a prenderli a casa per portarli a votare.
L’ambientazione è estremamente ristretta nel tempo e nello spazio: come dice il titolo, tutto il romanzo si svolge in una sola giornata, e siamo quasi tutto il tempo all’interno del Cottolengo.
I personaggi principali sono Amerigo e gli altri componenti della sezione elettorale, e poi tutta una sequela di malati più o meno gravi che vengono a votare, o per i quali il seggio itinerante si sposta di stanza in stanza, di letto in letto.
Lo stile come ho detto sembra più quello di un saggio che di un romanzo, e a tratti diventava un po’ troppo filosofico per i miei gusti. Nel complesso l’ho trovato pesante, ed è sicuramente la cosa che ha fatto abbassare il mio gradimento del romanzo.
Altra copertina Mondadori, anche questa la trovo molto attinente anche se esteticamente meno interessante delle precedenti. |
Commento generale.
Un “un romanzo con l’impostazione di un saggio” (cit) che per questo motivo ho trovato faticoso da leggere, ma davvero molto interessante sia per l’idea che per l’esecuzione. E poi è davvero molto corto, quindi la pesantezza scivola via facilmente!
Copertina e titolo
Non trovando immagini adatte al post, ho deciso di inserire le copertine di altre edizioni trovare online. Quella della mia edizione mi piace abbastanza, è uno stile carino e sicuramente molto attinente al romanzo. Il titolo è lapalissiano, ma comunque non mi dispiace. Solo, trovo strana la parola scrutatore visto che non era esattamente quello il compito né di Calvino né di Ormea.
Curiosità
Ho scoperto dalla biografia che Calvino è l’autore di una canzone sui partigiani che conosco bene dalla versione dei Modena City Ramblers, e non ne avevo idea! Il titolo è Oltre il ponte.
Questa è la copertina che preferisco, così intricata. Deriva da un’opera di Paul Klee. |
Grazie a…
…Le Parole Dipinte, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.
Sfide
Un po’ di frasi
explicit | Leggi> |
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Mi sbaglio o non è stato necessario utilizzare un segnalibro?
La mia conoscenza dell’opera di Calvino va oltre la semplice lacuna: è pari a zero, perché a scuola facevo la ribelle e non leggevo i libri che non mi ispiravano. Per me fu Boccaccio sì, Calvino no, Balzac sì, Flaubert no…