Poirot
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You do not see? It is not necessary that you should see. But I see. That is enough.
Non capisce? Non è necessartio che lei capisca. Ma io capisco. È sufficiente.
Poirot
(Pagina 89)
Mi mancava quest’opera teatrale di Christie, finalmente sono riuscita a trovarla, e l’ho letta d’un fiato!
Casa di campagna, famiglia raccolta sotto un unico tetto, più qualche estraneo. Scompare un documento contenente una pericolosissima e preziosissima formula. Viene chiamato Poirot, che arriva gusto in tempo per scoprire un cadavere, e cominciare a investigare.
Dark Organic Black Coffee di Brent Hofacker |
Ho scoperto dell’esistenza di quest’opera teatrale credo quando ho cominciato a leggere (e rileggere) le opere di Agatha Christie in ordine cronologico. L’avevo saltata però quando c’ero arrivata perché non mi riusciva di trovarla: se cercavo “Black Coffee” sui vari siti di vendita di libri online trovavo solo la versione in forma di romanzo riadattata da Charles Osborne, e io volevo il testo teatrale originale. Direi che ho fatto bene, perché mi è piaciuto tanto anche proprio come testo teatrale.
La trama non è nulla di originale: c’è una famiglia riunita sotto lo stesso tetto, un furto di qualcosa di pericoloso, ci scappa il morto, arriva Poirot, investiga, risolve il caso. Anche alcuni espedienti utilizzati da Christie per il dipanarsi dell’indagine non sono per nulla nuovi. Di particolare c’è che la vittima è uno scienziato, un fisico, che ha creato una formula per una bomba molto potente che dalla descrizione fa tanto pensare alla bomba atomica, che però verrà realizzata davvero almeno un decennio dopo l’uscita di quest’opera teatrale.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura. |
L’ambientazione è molto particolare perché essendo un’opera teatrale si svolge internamente in una sola stanza, e in un tempo molto ridotto. Siamo nella biblioteca della casa di sir Claud Amory, e il tutto dura meno di un giorno: inizia alle 8 e 30 di sera e termina la mattina dopo. Penso sia un record per Poirot, non ricordo un’altra soluzione così veloce!
I personaggi sono pochi, giustamente. Ci sono sia Hastings che l’Ispettore Japp. L’ultimo compare molto dopo, Hastings invece arriva con Poirot e sta quasi sempre in scena insieme a lui, eppure l’ho trovato molto poco presente, mi ha dato l’impressione che intervenisse molto poco. Poi c’ho ripensato e mi sono resa conto del fatto che probabilmente l’impressione è mi è scaturita perché sono abituata ai romanzi in cui Hastings è il narratore, e quindi “sentiamo” la sua voce costantemente, e anche i suoi pensieri e le sue opinioni, mentre qui era un personaggio come tutti.
Coffee in the darkness di evilwata |
Veniamo infine allo stile di quest’opera, obbligatoriamente diverso da quello di romanzi e racconti. A me piacciono molto i testi teatrali, ne leggo di tutte le epoche, penso di averne letti anche di moderni e contemporanei, ma è la prima volta che ne leggo uno con così tante indicazioni! E questa cosa, devo dire, mi ha affascinato molto! Alla fine c’è anche una spiegazione dettagliata di tutti i mobili della scenografia e oggetti di scena, anche quello che gli attori devono avere in tasca, o che devono fare in alcuni momenti particolari (ed è giusto che questa parte sia alla fine nelle spiegazioni viene per forza svelato qualcosa del mistero).
Un’altra cosa molto particolare che mi ha colpito è troppo spoiler, quindi la copro, ma attenzione è veramente tanto spoiler perché riguarda l’identità dell’assassino, quindi SPOILER ALERT!!!! Vediamo l’assassino compiere il delitto! L’omicidio avviene per avvelenamento, e pare chiaro fin dal titolo che il veleno è stato messo nel caffè nero, e il pubblico vede ben due personaggi mettere qualcosa in una tazza di caffè! Ovviamente io quindi ho subito pensato: questi due sono gli unici due che possiamo escludere perché altrimenti sarebbe troppo facile! Oppure è un doppio bluff, l’ovvietà ce li fa escludere, e invece è stato proprio uno di loro! Be’, era vera la seconda!
Black Coffee Stain di Rich Baukovic |
Commento generale.
La trama e l’intrigo giallo non erano particolarmente originali né arzigogolati, ma nonostante questo quest’opera teatrale mi è piaciuta un sacco! Infatti la storia mi è piaciuta, così come il mistero. Mi è piaciuto tanto Poirot, geniale e divertente come sempre. E mi è piaciuto proprio il fatto che fosse un testo teatrale, le indicazioni così dettagliate dell’autrice, il modo in cui gli indizi sono mostrati anche dai gesti dei personaggi.
Sono proprio contenta e soddisfatta di aver finalmente potuto leggere questo libro!
Copertina e titolo
La copertina di questa mia edizione non è particolarmente bella, ma tutto sommato non mi dispiace, con l’immagine stilizzata del caffè. Il titolo è super semplice e particolare per una cosa: non credo che ci sia stato mai un altro titolo di Christie che facesse riferimento all’ “arma del delitto”!
Curiosità
Tra i personaggi c’è il maggiordomo di Amory che si chiama Treadwell. Mi sembrava un nome familiare, soprattutto associato ad un maggiordomo, così ho fatto una ricerca e ho scoperto che in effetti Christie l’ha usato già altre volte, in particolare in Il segreto di Chimneys e I sette quadranti.
Bonus
Mini recensione
Little Grey Cells Mon Ami! di Hamadriyad |
Sfide
Un po’ di frasi
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