Cards on the Table

Carte in tavola

di Agatha Christie

Poirot
Murder in Mesopotamia (Non c’è più scampo)
Due mesi dopo (Dumb Witness) →

Sovrintendente Battle
The seven dials mystery (I sette quadranti)
Towards Zero (Verso l’ora zero) →



‘We all make mistakes, M. Poirot.’
‘Some of us,’ said Poirot with a certain coldness, possibly due to the pronoun the other had used, ‘make less than others.’

“Tutti commettiamo errori, Monsieur Poirot.”
“Alcuni di noi,” disse Poirot con una certa freddezza, forse a causa del pronome che l’altro aveva usato, “ne fanno meno di altri.”

(Pagina 131)

Questo libro m’è piaciuto parecchio, e non accade più molto spesso per i libri di Agatha Christie che ancora non ho letto!

Mr Shaitana è un uomo molto eccentrico, ama collezionare e questa volta ha collezionato una cosa molto particolare: degli assassini. Invita otto persone a cena, quattro secondo lui hanno in passato commesso un omicidio, mentre gli altri quattro sono in qualche modo legati al mondo investigativo, tutti e quattro vecchie conoscenze dei lettori della Regina del Giallo. Proprio durante quella cena Shaitana viene ucciso, e ovviamente l’assassino deve essere uno dei quattro già “colpevoli”.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Nell’introduzione Agatha Christie stessa ci illustra la particolarità di questo romanzo, che è poi proprio quello che me l’ha fatto piacere così tanto. Normalmente, dice Agatha, in una storia gialla l’assassino è il personaggio più insospettabile, ma qui i sospettati sono quattro e tutti e quattro sono ugualmente plausibili, potrebbero essere tutti e quattro i colpevoli. Inoltre abbiamo ben quattro investigatori, e anche questo particolare mi diverte sempre molto, anche se ovviamente alla soluzione finale arriverà il solito Poirot.

La trama è avvincente, io a seguire le indagini, per quanto piuttosto calme e senza colpi si scena, mi diverto sempre tantissimo. Purtroppo un lato negativo è che l’indagine è soprattutto psicologica e si basa sul modo in cui i quattro giocano a Bridge, e purtroppo io di questo gioco non capisco nulla! Ne leggo sempre nei romanzi di Christie, mi incuriosisce sempre molto e vorrei imparare, ma finora non ne ho mai avuto l’occasione.

Ariadne Oliver
Cards on the Table Ariadne di rac3775

I personaggi sono insolitamente pochi ma buoni, come si suol dire. I quattro sospettati sono interessanti, proprio perché sono così pochi riusciamo ad approfondirli più del solito, o almeno questa è l’impressione che ho avuto, forse sono solo io che dovendomi concentrare su poche persone li ho seguiti meglio! Soprattutto comunque ho amato gli altri quattro, gli “investigatori”, perché oltre a Poirot anche gli altri tre sono tutti personaggi più o meno ricorrenti nei romanzi di Agatha Christie! C’è il Colonnello Race conosciuto ne L’uomo vestito di marrone (che però qui ha una parte assai piccola), poi il Sovrintendente Battle che avevamo già visto ne Il segreto di Chimneys e I sette quadranti, e infine la scrittrice di gialli Ariadne Oliver che aveva fatto una piccola comparsata in Parker Pyne indaga ma che ricordo rivedremo in altre avventure di Poirot. A proposito della signora Oliver, credo (non ricordo con esattezza) che questa sia la prima volta che ci parla anche del suo investigatore, il finlandese Sven Hjerson, e l’autrice si lamenta della sua scelta di avere un investigatore straniero, e ci rivela anche un segreto del suo successo: ricicla le trame. Sarà un particolare autobiografico? XD [Spoiler: lo è, non ho dubbi, dopo aver letto tanti suoi libri le similitudini abbondano ma soprattutto in un paio di casi ci sono trame più che riciclate proprio fotocopiate!]

Mr Shaitana
Cards on the Table Mr. Shaitana di rac3775

Commento generale.

Un romanzo diverso dal solito nelle premesse, e anche per questo l’ho apprezzato molto! Per il resto è invece la solita Christie e questo significa una lettura appassionante e soddisfacente, un mistero (anzi, in questo caso diversi misteri) sempre intrigante e una soluzione che non delude. Non dico che sia diventato uno dei miei preferiti, ma sicuramente mi è piaciuto parecchio!

Copertina e titolo

La copertina di questa mia edizione non è male, c’è una carta e un pugnale, insomma non il massimo dell’originalità ma bella da vedere e molto attinente al libro. Il titolo mi piace: è un po’ più originale rispetto ai soliti della zia Agatha, è stato tradotto letteralmente in italiano, ed è attinente con la storia che, come ho detto, si basa sul bridge, ma riguarda anche il “patto” tra i quattro investigatori di mettere sempre “le carte in tavola”, cioè di non nascondersi a vicende le scoperte fatte durante l’indagine.

Nuove parole/cose scoperte
Come spesso succede quando leggo in lingua, anche stavolta ho scoperto una nuova parola, anche se devo dire è una parola piuttosto brutta! Riferendosi alla vittima, che è chiaramente uno straniero, più di un personaggio lo definisce un “Dago”. Pensavo, essendo scritto con la maiuscola, che fosse un qualche personaggio di fiction, invece è un insulto per persone di origine latina, specialmente italiani! Oltre a essere offensivo già di per sé, Mr Shaitana risulta poi essere di origini siriane, ovvero tutt’altro che latino, quindi doppiamente razzista!
Bonus

Eccoci alla solita carrellata di copertine, come al solito trovate su Delicious Death! Devo dire che questa volta le case editrici si sono sbizzarrite, ce n’erano parecchie che hanno attratto la mia attenzione!

La prima a sinistra è la prima edizione (1937) della Dodd Mead, devo dire abbastanza accattivante con visibili solo le carte e le mani dei giocatori, e il teschio che aleggia sul tavolo. La seconda è un’edizione Dell del 1956, penso una delle mie preferite, troppo carina la grafica! Poi abbiamo un’HarperCollins del 1996 che rappresenta il tavolo dei sospettati, solo che non capisco l’immagine dell’uomo arrabbiato sulla sinistra, non c’entra con il romanzo (o forse non è arrabbiato? Non si capisce bene). Di seguito un’altra HarperCollins (2010) molto semplice come immagine, ma mi piace molto, anche per la scelta del colore.

Qui sopra cinque copertine italiane. La prima a sinistra è del 1963 (I Capolavori dei Gialli Mondadori#214) e presenta la vittima, con sullo sfondo un’immagine che non ho ben capito, a meno che non sia una delle scene finali quando Anne e Rhoda rischiano di affogare e il maggiore salva una delle due. La seconda copertina è de I Classici del Giallo (#429) del 1983, anche questa molto semplice come soggetto, ma mi piaceva la figura femminile, anche se non sono sicura chi delle donne presenti nel libro sia rappresentata. La copertina successiva (Mondadori, 1987) ritorna a porre l’attenzione sulla vittima, e mi piace molto come la macchia di sangue sul suo petto sia diventato il simbolo dell’Asso di Quadri. Poi abbiamo una copertina del 2003 (Mondadori) molto suggestiva, con lo sfondo nero che non permette di vedere nulla del giocatore se non le mani, molto adatta ad un romanzo giallo incentrato su un gioco di carte. Infine, l’ultima copertina italiana che vi propongo (Mondadori, 2010) mi piace molto, ed è il rifacimento di una copertina originale (HarperCollins, 2018) che tra l’altro non so perché è quella che mi appare su Goodreads quando metto il codice del mio libro. Comunque è un’altra delle mie preferite: mostra sempre le carte, ma stavolta impegnate in un castello che però sta cadendo.

Come ho detto stavolta le copertine mi hanno incuriosito moltissimo, e quindi ve ne propongo altre due! Della prima non conosco la data, ma è della Pan, e mi piaceva perché è troppo buffa!!! XD La seconda è un’edizione spagnola (Círculo de Lectores, 2004): di solito neanche le guardo quelle né italiane né inglesi, ma su questa mi è caduto subito l’occhio perché troppo adorabile!!

Mini recensione

Premessa atipica per un giallo tipicamente geniale
Cards on the Table Poirot di rac3775

Titolo: Cards on the Table
Serie: Poirot (15)
Titolo italiano: Carte in tavola
Genere: giallo
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1936
Ambientazione: Londra (e campagna circostante), ottobre 1937
Personaggi: Hercule Poirot, Sovrintendente Battle, Mrs. Ariadne Oliver, Colonnello Johnny Race, Maggiore John Hugh Despard, Mrs. Lorrimer, Anne Meredith, Dr. Roberts, Mr. Shaitana
Casa Editrice: HarperCollins
Copertina: © Valentino Sani/Arcangel images
Pagine: 258
ISBN: 978-0-00-816489-8
Provenienza: Libreria a Dublino, 17 agosto 2017
inizio lettura: 1 aprile 2021
fine lettura: 7 aprile 2021

Sfide

Un po’ di frasi

The deduction must, therefore, be entirely psychological, but it is none the less interesting for that, because when all is said and done it is the mind of the murderer that is of supreme interest.
La deduzione deve, pertanto, essere interamente psicologica, ma non meno interessante per questo, perché in fondo è la mente dell’assassino che è di supremo interesse.
Agatha Christie nella Prefazione
‘My dear M. Poirot!’
It was a soft purring voice—a voice used deliberately as an instrument—nothing impulsive or premeditated about it.
“Mio caro Monsieur Poirot!”
Era una voce sommessa che faceva le fusa ― una voce usata deliberatamente come strumento ― niente di impulsivo o premeditato al riguardo.
[incipit]
Poirot: He was a stupid man. And so―he died.
Mrs Lorrimer: Because he was stupid?
Poirot: It is the sin that is never forgiven and always punished, madame.
Poirot: Era un uomo stupido. E così… è morto.
Mrs Lorrimer: Perché era stupido?
Poirot: È il peccato che non viene mai perdonato e sempre punito, madame.
(Pagina 98)
Cards on the table. That’s the motto for this business. I mean to play fair.
Carte in tavola. Questo è il motto di questa impresa. Voglio giocare lealmente.
Sovrintendente Battle
(Pagina 165)
My dear friend, it is impossible not to give oneself away―unless one never opens one mouth! Speech is the deadliest of revealers.
Mio caro amico, è impossibile non tradirsi ― a meno che non si apra mai bocca! La parola è il più letale dei rivelatori.
Poirot
(Pagina 176)
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4 pensieri riguardo “Cards on the Table

    1. Un film? Non sapevo ci fosse! O parli della serie TV con David Suchet? Se è quella, mi ha infastidito che hanno cambiato un po’ alcuni personaggi, ed esagerato cercando di aggiungere una maggiore sensazionalità, ma sicuramente, come dici tu, la peculiarità della storia è stata mantenuta in quell’adattamento.

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