“Un altro mi attende altrove. Io vado da lui.”
E [Zenone] si rimise in cammino.
“Chi?” chiese Enrico-Massimiliano stupefatto […]
Zenone si volse: “Hic Zeno,” disse. “Me stesso.”(Pagina 15)
Come per Memorie di Adriano la lettura non è stata semplice, ma, anche se non sempre, bellissima.
Seguiamo la vita di Zenone, filosofo, medico, alchimista, dalla gioventù fino all’età adulta, nell’Europa del XVI secolo.
Questo è il secondo libro che leggo di Yourcenar e come per il primo, più famoso, Memorie di Adriano, anche stavolta l’ho dovuto iniziare due volte. Non sono letture facili, richiedono un livello di attenzione che a marzo, quando l’ho iniziato la prima volta, con il lavoro più tutto quello che stava succedendo, decisamente non possedevo. Per questo ho deciso di riprovarci in estate, e ho fatto proprio bene!
La trama è spezzettata da singoli episodi, flashback, digressioni, e nelle note dell’autrice a fine libro ho scoperto che non è un caso perché il romanzo prende origine da alcuni racconti. Soprattutto ho trovato peculiare il fatto che Zenone, il nostro protagonista, lo diventa solo da metà libro in poi (forse anche un po’ di più, ora non ricordo) perché all’inizio lo troviamo sempre quasi per caso in un incontro con qualche altro personaggio, soprattutto il cugino Enrico-Massimiliano, tanto che ad un certo punto dopo svariate digressioni quando rivediamo di nuovo Zenone sono passati vent’anni dall’ultima volta che l’avevamo incontrato!
Alchemy ingredients 2 di GregoryThorn |
Tutto il romanzo comunque si dipana lungo la vita di Zenone. Inizia che lui ha vent’anni, poi fa lunghi flashback sui genitori, qualche digressione, e torna a seguire Zenone più da vicino nella sua età adulta. L’ambientazione ho faticato un po’ a inquadrarla, ma peso che sia assolutamente un punto a favore del romanzo, perché ogni tanto butta lì qualche data, qualche riferimento a personaggi storici, ma dal punto di vista dei contemporanei, senza spiegare, senza forzature. Insomma, sicuramente una persona più colta di me non avrebbe tardato a capire che siamo nel Belgio del XVI secolo, ma io ci sono arrivata pian piano. Il Belgio è un’ambientazione per me abbastanza nuova, non è una dei quelle che incontro spesso (vedo infatti che questo è il primo post che taggo in questo modo qui sul blog), e questo è sicuramente un risvolto interessante, ma è ovviamente l’ambientazione storica quella che mi ha affascinato di più. Nel periodo della vita di Zenone l’Europa è dilaniata da conflitti (e quando mai non lo è) e da scismi religiosi vari. Infatti direi che uno dei temi principali del libro è la religione: anche se Zenone non è credente, essa influenza tutta la sua vita. Ma lo vediamo anche nella storia della madre di Zenone che abbraccia la fede anabattista e per questo viene uccisa dopo l’assedio di Münster. Lo vediamo poi nella sorella che pure disapprova la fede cattolica ma non trova mai il coraggio di abiurare. Alla fine tenta di aiutare il fratellastro che odia e ammira allo stesso tempo per essere riuscito a vivere quella libertà che lei agogna ma che non ha mai avuto il coraggio di afferrare perché non ha saputo rinunciare agli agi della ricchezza; anche in questo suo ultimo tentativo comunque fallirà sempre per paura di perdere la sua posizione privilegiata. Lo vediamo comunque soprattutto, ovviamente, in Zenone stesso. Nel periodo passato tra i musulmani viene etichettato e discriminato in quanto cristiano, mente in Europa i suoi scritti sono tacciati di eresia. Alla fine sarà sempre l’eresia a decretare la sua tragica fine, lui che di religione non si interessava minimamente, se non come riflessione filosofica.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Valiy. Purtroppo non trovo più il sito da cui lo scaricai anni fa e non posso linkare l’autore. |
Il protagonista, come ho detto, è senza dubbio Zenone, ma non mancano molti altri personaggi, ad alcuni dei quali sono anche dedicate parecchie pagine. Per esempio un lungo flashback racconta la storia di Hilzonde, la madre di Zenone, che poi seguiamo in una lunghissima digressione quando lei se ne va con il nuovo marito e lascia il figlio alle cure del fratello. Da qui parte una digressione sull’altra figlia di Hilzonde, Marta, sorellastra di Zenone: ho trovato particolarmente triste che i due si incontrino una sola volta senza neanche rivelarsi di essersi riconosciuti a vicenda!
Sempre tra i parenti di Zenone vorrei citare anche il cugino Enrico-Massimiliano. Lo accomuna a Zenone la voglia di viaggiare e abbandonare il luogo natio, ma Enrico-Massimiliano desidera avventura e guerra, mentre Zenone insegue la conoscenza. Eppure nei loro vari incontri, distanti anche decine di anni, i due cugini sembrano avere sempre una certa intesa: Enrico-Massimiliano mi ha dato l’impressione di essere l’unico a considerare Zenone alla stregua di amico. OK, in realtà non proprio l’unico, perché negli ultimi capitoli Zenone si affeziona al Priore del convento dei Cordiglieri, dove passa diversi anni in incognito in qualità di medico, a Bruges, sua città natale. Questo Priore aveva da subito fatto una buona impressione a Zenone perché si era dimostrato di idee piuttosto moderate: Questa prudente osservazione fece provare a Zenone per il compagno di viaggio lo slancio quasi eccessivo di simpatia che suscita la minima opinione moderata quando è espressa da un uomo la cui posizione o il cui abito non permettevano di sperare tanto. (Pagina 125) Il Priore, in qualità di uomo di Chiesa, condannava certo l’eresia, ma condannava anche i metodi eccessivamente violenti che venivano usati per debellarla, ritenendoli tra l’altro anche abbastanza inutili. Anche a me è piaciuto molto questo personaggio, e soprattutto mi è piaciuto tanto il legame che si è creato con Zenone, un legame di fiducia e rispetto reciproci, tanto che anch’io insieme a Zenone sono rimasta piacevolmente stupita nello scoprire che il Priore aveva fare da sempre saputo chi si celava dietro le spoglie di Sebastiano Theus, e aveva anche cercato alla fine di metterlo in guardia contro i pericoli che correva restando a Bruges.
Alchemy Lab – Final di TokugawaIeyasu23 |
Lo stile di questa autrice è, a mio parere, qualcosa di eccezionale! Sì, sicuramente non è scorrevole, ma ogni pagina è una meraviglia da leggere, e soprattutto trasuda l’immenso impegno e l’enorme studio che deve esserci stato dietro: non c’è frase che stoni, non c’è descrizione che non sia accuratissima, non c’è personaggio che non appaia vivo e con una sua storia tangibile alle spalle. Adoro, niente da fare.
Commento generale.
Anche se questo libro mi è piaciuto molto, non sono riuscita a dargli le cinque stelline che avevo assegnato invece alle Memorie di Adriano, perché ammetto che alcune parti, specie all’inizio, le ho trovato un po’ troppo filosofiche per i miei gusti. Anche Adriano era filosofo, se ricordo bene, ma parlava soprattutto della vita. Zenone mi è parso all’inizio troppo astratto nei suoi ragionamenti. La seconda parte, comunque, quando abbiamo uno Zenone più maturo, mi è piaciuta davvero moltissimo. Zenone è un personaggio straordinario, di cui ho ammirato soprattutto la sete di conoscenza, la competenza, e anche la compassione: sebbene veda spesso i suoi pazienti con l’occhio clinico e distaccato dello studioso, dimostra spesso slanci di empatia nei confronti della sofferenza, umana ma anche animale.
Si vede che come per Memorie di Adriano anche questo romanzo è stato il frutto di un’idea di gioventù dell’autrice poi arricchita e sviluppata di anni di lavoro per tutta la vita, si vede che Yourcenar entra totalmente nel personaggio e nel periodo storico, come lei stessa ha spiegato nella Nota dell’autore riportata alla fine di questa mia edizione: In altra sede ho espresso ciò che penso, almeno per quel che mi riguarda, dei vantaggi derivanti dai lunghi rapporti d’un autore con un personaggio scelto o immaginato fin dall’adolescenza, che però ci rivela tutti i suoi segreti solo quando entriamo nella maturità. (Pagine 288-289).
Il romanzo, come il suo protagonista, abbraccia tutti gli aspetti della vita ma in particolare quelli più oscuri e tragici, oltre alla religione un tema portante potrebbe infatti essere la sofferenza, subita e inflitta: sebbene a tratti trapeli un po’ di luce, leggendo si avverte pesantemente quel “nero” dell’opera a cui allude il titolo.
Una lettura faticosa ma che vale sicuramente la pena, un romanzo che affascina e stupisce, un’autrice che trovo sempre più straordinaria!
Da circa mezzo secolo si serviva della mente come di un cuneo per allargare, meglio che poteva, gli interstizi del muro che da ogni parte ci stringe.
(Pagina 152)
Copertina e titolo
La copertina di questa mia edizione è piuttosto anonima, generica e poco attinente col romanzo, non mi piace. Il titolo invece lo trovo molto bello, di sicuro una delle cose che mi ha attratto di più fin da subito! Non sono riuscita a capirlo, però, durante la lettura: immaginavo facesse riferimento al carattere un po’ cupo della storia di Zenone, a certi aspetti negativi della vita che il Nostro incontra nel suo girovagare. Soltanto nella nota a fine libro finalmente mi è stato spiegato: è una formula che gli alchimisti francesi hanno tradotto dalle lingue antiche e riguarda la fase di separazione e di dissoluzione della sostanza, in pratica, leggo QUI, la decomposizione. Pare che ancora non sia chiaro se tutto ciò fosse inteso in senso letterale come esperimenti sulla materia oppure in senso metaforico come un travaglio dello spirito nell’atto di liberarsi delle abitudini e dei pregiudizi (Pagina 293). Sicuramente quest’ultima interpretazione è la più suggestiva, e si adatta molto bene al personaggio di Zenone: A venti anni si era creduto libero dalle consuetudini o dai pregiudizi che paralizzano i nostri atti e mettono i paraocchi all’intelletto, ma in seguito la sua vita era trascorsa ad acquistare soldo a soldo quella libertà che aveva creduto di possedere di primo acchito nella sua totalità. (Pagina 145)
Momento più…
…sorprendente: durante la peste Marta, la sorellastra di Zenone, accoglie i casa un medico per curare la cugina ammalata, ed è chiaro, dal suo interesse nel sapere che ne era stato di Hizolde, che si trattava di Zenone, anche se non viene mai detto, fino a quando poi verso la fine del romazo la sorella ripensa a quell’episodio e scopriamo che lei l’aveva riconosciuto, ma aveva preferito non dire nulla!
Nuove parole/cose scoperte
Curiosità
Alla finel del romanzo, prima della Nota dell’autore, c’è un scritta a caratteri gotici che ho faticato a decifrare, ma, con l’aiuto di internet, ho capito sia ALS IXH XAN, ovvero Als Ich Can, un motto fiammingo che significa “faccio come posso”, ed è calzante ovviamente essendo il romanzo ambientato nelle Fiandre. Ho ritrovato questa frase ho ritrovato sulla cornice del quadro di Jan van Eyck Ritratto di uomo con turbante rosso che secondo alcuni potrebbe essere un autoritratto dell’artista. Mi chiedo se queste parole Yourcenar le abbia volute riferire a se stessa, o a Zenone.
Mini recensione
Magma Splash di BenHeine |
Titolo: L’opera al nero
Titolo originale: L’oeuvre au noir
Genere: storico
Autore: Marguerite Yourcenar, vero nome Marguerite Cleenewerck de Crayencour (Wikipedia)
Nazionalità: francese
Prima pubblicazione: 1968
Ambientazione: Europa, prevalentemente Bruges (Belgio); buona parte del XVI secolo, fino al 17 febbraio 1569
Personaggi: Zenone, Hilzonde, Marta, Enrico-Massimiliano Ligre, il Priore dei Cordiglieri
Casa Editrice: Feltrinelli
Traduzione: Marcello Mongardo
Cura: Gabriella Cartago
Copertina: ufficio grafico Feltrinelli
Pagine: 299
ISBN: 978-88-07-81062-6
Provenienza: Bol.it, 3 agosto 2012
Link al libro: IN LETTURA – GOODREADS – ANOBII
inizio prima lettura: 20 marzo 2020
inizio seconda lettura: 1 agosto 2020
fine lettura: 19 agosto 2020
Sfide
Un po’ di frasi
explicit | Leggi> |
---|---|
Fu una delle letture obbligate del liceo, onestamente non ricordo nulla se non che lo detestai al punto da decidere di non leggere più niente dell’autrice.
Ed è pure uno dei pochi voti della mia vita che ho rispettato @_@
Certi libri non dovrebbero imporli a dei ragazzini.
Oddio, farlo leggere, obbligatoriamente, per di più, al liceo mi sembra un’atto di crudeltà! XD Posso capire il trauma!
A leggere quello che scrivi sembra un libro molto strano ed ermetico o, quanto meno, un po’ oscuro. Sei riuscita a incuriosirmi però.
Non ho mai letto alcunché della Yourcenar. Posseggo Le memorie di Adriano… arriverà il suo momento.
Sì, sicuramente devi aspettare che arrivi il suo momento perché non sono letture facili! Come ho detto io entrambi i libri li ho dovuto iniziare due volte per poterli finire. Però meritano davvero! E Memorie di Adriano, almeno per quel che ricordo, è sicuramente meno cupo di questo qui!