Non scorderò mai le sue ultime parole. “Mia cara Kitty – disse, – buonanotte a te”. Da allora non l’ho più rivista. Quella notte stessa fuggì col Maggiordomo.
I never shall forget her last words. ‘My dear Kitty she said, Good night t’ye.’ I never saw her afterwards. She eloped with the Butler the same night.
Lady Williams
(Pagina 25)
Questo libro è la prova che quando una persona è un genio, si vede già in tenera età.
Nella piccola cittadina di Pammydiddle la giovane Alice Johnson si divide tra l’amore per l’uomo più bello della città, Charles Adams, e una certa inclinazione per il vino, ereditata dai familiari. Inutile dire che nessuna delle due passioni le gioverà particolarmente.
La prima illustrazione del romanzo che mostra l’invito alla festa di compleanno che dà l’avvio a tutta la vicenda. |
Questo brevissimo romanzo fa parte dei cosiddetti Juvenilia, una raccolta di brevi opere che Jane Austen ha scritto in un arco di tempo in cui era praticamente una ragazzina: tra i dodici e i diciotto anni. In particolare quando ha scritto Jack & Alice ne aveva quindici [fonte]. Questa cosa mi fa venire i brividi perché questa ragazzetta ancora alle prime armi aveva già un talento incredibile, in particolare dimostra un senso dello humour non indifferente e una predilezioni per le prese in giro che in futuro riuscirà ad affinare risultando più sottile e meno diretta, ma che comunque già si riconosce, pur acerba, in questo racconto.
La trama è fatta di feste, balli, incontri, racconti dei personaggi, battutine varie: anche qui già ci siamo, già lo stile rispecchia quello dei lavori più maturi. Il libro poi è piccolissimo, si leggere tutto d’un fiato, e in quelle poche pagine succede di tutto! Abbiamo addirittura un omicidio, non me l’aspettavo! Il finale di primo acchito mi era sembrato un po’ brusco, ma ripensandoci trovo che sia perfetto chiudere così con quelle poche parole tutta la vicenda.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da id-na. |
L’ambientazione è l’immaginario paesino di Pammydiddle che, mi spiega l’introduzione, potrebbe essere tradotto con Imbrogliopoli. Fisicamente non è molto caratterizzato, ma c’è veramente troppo poco tempo per approfondire, e l’attenzione è tutta concentrata sui personaggi. Rispetto a quelli soliti austeniani qui abbiamo caratteri molto più estremizzati, un po’ delle parodie di personaggi. La protagonista, per esempio, Alice, viene da una famiglia di grandi bevitori e anche lei è solita ubriacarsi molto frequentemente (davvero un personaggio inusuale con questa sua caratteristica!). La giovane Lucy, anche lei innamorata del bel Charles, nel suo non accettare un no come risposta dall’amato ricorda molto Mr Collins, il pretendente di Elizabeth in Orgoglio e pregiudizio. Il bel Charles poi è un po’ un Darcy esasperato, consapevole dei suoi molti pregi, tra cui una bellezza straordinaria, vuole una moglie che sia perfetta in tutto quanto lui (che ridere il suo discorso!). Ecco, forse questo iperbolizzare i caratteri diventa un po’ troppo in una delle sorelle Simpson, la seconda, Sukey: non ha nessuna buona qualità, è brutta e malvagia, e mi è sembrato un po’ superficiale accostare comportamenti cattivi ad un aspetto sgradevole. All’inizio i personaggi ci vengono mostrati tutti, con poche parole, in una carrellata meravigliosa, e tutti hanno dei pregi ma anche dei difetti, tranne Sukey. Anzi, no, mi correggo: fa eccezione anche Lady Williams, ma al contrario, lei riunisce in sé tutte le virtù, e forse è il personaggio che ho amato di più perché questa sua caratteristica, che se non sbaglio viene anche ribadita in seguito, non appare poi nel suo modo di comportarsi, in quanto risulta fallace quanto tutti gli altri!
Le silhouette di tutti i personaggi del romanzo. |
Lo stile come dicevo, è magari un po’ eccessivo, ma già si intuisce la genialità dell’autrice. La presenza di un sacco di parole con l’iniziale maiuscola, anche se ammetto che un po’ mi distraevano, è sicuramente un espediente che enfatizza il lato ironico.
Jack & Alice è un racconto fatto di tanti racconti: seguiamo la storia principale, poi un personaggio inizia a raccontare una storia, che viene interrotta da qualche avvenimento, come per esempio l’incontro con un altro personaggio che poi a sua volta inizia a raccontare la sua storia. Ci sono anche delle lettere, e il tutto mi ha dato un po’ l’idea che potesse essere una sorta di sperimentazione di Austen, con vari generi: l’epistolare, il narratore interno, e cose così.
Le pagine 20 e 21 con lo sfondo delle macchie circolari lasciate dalle bottiglie di vino. |
Sono un pochino dispiaciuta di aver comprato questo libro in italiano, ma poco male, sicuramente prima o poi leggerò tutti gli Juvenilia, e penso li leggerò in inglese, ma soprattutto questa edizione era veramente bellissima e curatissima. Innanzitutto, è arricchita dai disegni originali di Andrea Joseph, azzeccatissimi e molto in linea con lo spirito del libro. A volte erano immagini a tutta pagina, a volte più piccole, a volte facevano da sfondo, come nell’immagine che ho messo qui accanto delle pagine 20 e 21. Volete ridere? Quando le ho viste credevo fossero macchie di tè, solo dopo qualche pagina mi sono resa conto che erano fondi di bottiglie di vino! E il tema dei disegni è senza dubbio quello: bottiglie, cavaturaccioli, tappi decorati, macchie di vino sono sicuramente le immagini più frequenti, e quasi tutti i disegni sono di quel bordeaux scuro che credo si definisca, non a caso, vinaccia. Anche l’impaginazione era particolare, non sempre uniforme, e forse quelle ultime tre righe che finiscono alla pagina successiva da sole non sono un caso ma sono state messe apposta per enfatizzare questo explicit particolare.
Un tappo di sughero, uno dei pochi disegni in colori veri. |
Commento generale.
Una storia brevissima che si divora, anzi, visto il tema, si beve tutta d’un fiato, vivace e diverte e che non lesina qualche sorpresa. Nello stile a volte eccessivo già si manifesta tutta la genialità dell’autrice, qui ancora ragazzina. I disegni che corredano questa edizione poi sono perfettamente inseriti ed azzeccati. Un libriccino davvero adorabile!
La copertina con la fascetta della casa editrice. |
Copertina e titolo
La copertina è molto carina, ma mostra quello che forse è il disegno meno bello di tutto il libro! Il titolo è un po’ strano: Jack e Alice sono fratello e sorella, ma lui, che pure vine definito l’Eroe di questo Romanzo è praticamente assente, la cosa più importante che gli succede è che muore, lasciando così tutta l’eredità paterna a disposizione della sorella che poverina pensa ingenuamente questo possa renderla desiderabile agli occhi di Charles.
Mini recensione
Il manoscritto originale di Jack & Alice [uni of oxford] |
Titolo: Jack & Alice
Sottotitolo: Ozi e vizi a Pammydiddle
Titolo originale: Jack and Alice
Genere: romanzo umoristico
Autore: Jane Austen (sito non ufficiale in italiano – Wikipedia)
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1933 (all’interno di “Juvenilia Volume the First“)
Ambientazione: Pammydiddle, immaginario paesino della campahna inglese; fine XVIII secolo
Personaggi: Alice e Jack Johnson, Charles Adams, Caroline, Sukey e Cecilia Simpson, Lady Catherine Williams
Casa Editrice: Donzelli Editore
Traduzione: Bianca Lazzaro
Copertina: immagine di Andrea Joseph
Illustrazioni: Andrea Joseph
Pagine: 74
ISBN: 978-88-6036-522-4
Provenienza: comprato da Donzelli Editore, novembre 2012
Link al libro: PAGINA su jausten.it – IN LETTURA – GOODREADS – ANOBII
inizio lettura: 20 luglio 2020
fine lettura: 21 luglio 2020
Grazie a…
…Un tè con Jane Austen per avermi fatto scoprire questa edizione, e anche avere uno sconto per acquistare il libro!
Sfide
Un po’ di frasi
Le frasi in lingua originale sono presa da QUI.
explicit | Leggi> |
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Non ho mai letto i junvenilia, anche se li posseggo in una edizione che li raccoglie tutti. Quella che hai tu di Jack & Alice è davvero bella.
Sì, infatti sono contenta di aver approfittato dell’offerta! Però il volumone degli Juvenilia invece mi manca ancora! Ma prima o poi rimedierò! :)