Parker Pyne Investigates


di Agatha Christie



For thirty-five years of my life I have been engaged in the compiling of statistics in a government office. Now I have retired, and it has occurred to me to use the experience I have gained in a novel fashion. It is all so simple. Unhappiness can be classified under five main heads – no more, I assure you. Once you know the cause of a malady, the remedy should not be impossible.

Per 35 anni della mia vita sono stato impegnato nel compilare statistiche in un ufficio governativo. Ora che sono in pensione, ho pensato di usare l’esperienza che ho acquisito in una nuova maniera. È molto semplice. L’infelicità può essere classificata in quattro capi principali – non di più, ve l’assicuro. Una volta conosciute le cause di una malattia, il rimedio non dovrebbe essere impossibile.

Il modo in cui Parker Pyne si presenta ai clienti nei primi racconti

Il signor Parker Pyne ha lavorato tutta la vita come statistico, e una volta in pensione ha deciso di trasferire le sue conoscenze alla natura umana, e aiutare le persone infelici, ed è talmente bravo in quello che fa che non lo lasciano in pace neanche in vacanza!

La copertina della prima edizione di questo libro, Collins 1934. Quello rappresentato è certamente Parker Pyne, ma non riesco a capire cosa c’è dietro di lui! (Immagine presa dal sito Delicious Death)

Parker Pyne non è un investigatore, è uno statistico e uno studioso della natura umana. Un po’ come Miss Marple, insomma, ma in maniera più scientifica. I racconti quindi non sono veri e propri gialli, soprattutto nei primi il “mistero” è dovuto solo al fatto che non sappiamo quale espediente abbia inventato Parker Pyne per aiutare il cliente del momento. E per questo motivo, dopo il primo, i racconti successivi risultano un po’ noiosi perché ormai già sappiamo come andrà a finire, cioè che quello che sta succedendo è solo una finzione: in pratica Pyne inganna i suoi clienti, e solitamente con successo. Nel terzo racconto, “The Case of the Distressed Lady” (“Il caso della signora disperata”), un poco mi ha sorpreso: solo proprio all’ultimo momento ho capito che la colpevole era proprio la cliente di Pyne che cercava di imbrogliarlo. Nel quarto racconto, “The Case of the Discontented Husband” (“Il caso del marito scontento”), fallisce invece, non riuscendo a portare felicità, anzi, incasinando ancora di più la vita del suo cliente. Come ho detto all’inizio poteva essere simpatico questo espediente, un racconto giallo un po’ diverso dal solito, ma poi l’ho trovato sempre più esagerato. Per esempio nel racconto numero 6, “The Case of the Rich Woman” (“Il caso della ricca signora”), l'”inganno” nei confronti della cliente dura circa un anno!

Copertina dell’edizione Fontana del 1974. Mi piace molto, devo dire, anche se non riesco bene a capire a quale racconto dovrebbe fare riferimento. (Immagine presa dal sito Delicious Death)

Per fortuna poi la trama dei racconti successivi si discosta da questo modello, e c’è anche qualche omicidio, che personalmente ritengo piuttosto fondamentale in un giallo! Per esempio penso che il racconto numero 11 sia quello che mi è piaciuto di più. Innanzi tutto si intitola “Death on the Nile” (“Morte sul Nilo”), come il più famoso romanzo scritto qualche anno dopo, e ha anche delle caratteristiche tipiche di Christie tipo la lettera bruciata e l’avvelenamento da stricnina. È il primo racconto con un omicidio e finalmente una vera e propria indagine.

Non male anche il successivo, “The Oracle at Delphi” (“L’oracolo di Delfi”), principalmente per un motivo: Parker Pyne aveva concluso il racconto precedente dicendo che voleva andare in incognito in Grecia per non dover lavorare di nuovo, ma non ci pensavo più quando inizia questo. Soltanto alla fine ho capito che l’aveva fatto davvero, e che quello che si era presentato come Parker Pyne era un imbroglione! Geniale!

Copertina dell’edizione HarperCollins 1996, mostra una delle ambientazioni esotiche dei racconti. (Immagine presa dal sito Delicious Death)

L’ambientazione è molto bella. All’inizio siamo sempre a Londra, poi alcuni dei clienti di Mr Pyne si spostano in Europa, e dal settimo racconto in poi è Parker Pyne che inizia a viaggiare e insieme a lui giriamo in Oriente, e che posti stupendi ci fa visitare! Credo che Agatha Christie in quel periodo avesse già cominciato a viaggiare molto in quelle zone con il marito archeologo, quindi immagino le descrizioni siano dovuta a esperienze dirette.

Essendo dei racconti i personaggi cambiano di volta in volta. Ovviamente Parker Pyne è presente in tutti. L’ho trovato abbastanza simpatico, anche se ricorda troppo gli altri due investigatori principali di Christie per sembrare davvero originale. Non è l’unico che rivediamo più di una volta, comunque. Ci sono i suoi due aiutanti, Claude Luttrell e Madeleine de Sara. Quest’ultima soprattutto ricompare molto spesso e sfoggia il suo talento per i travestimenti ma soprattutto la sua bellezza sconvolgente: pare che nessun uomo riesca a resistere al suo fascino!

Compare credo in un solo racconto la segretaria di Pyne, Miss Lemon: se non sbaglio è la stessa di Poirot! Comunque il personaggio che più di tutti mi ha fatto piacere incontrare è stata la scrittrice Ariadne Oliver! La conosco da diversi romanzi con Poirot, ma questa è la sua prima apparizione! La vediamo veramente poco, però. Spero ritorni presto!

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Austro.

Commento generale.

Nei racconti Agatha Christie a mio parere non dà mai il meglio di sé, e questi non fanno eccezione. Anzi, direi che siccome sono anche un po’ anomali (spesso non ci sono vere e proprie indagini) qualcuno l’ho trovato francamente noioso. Il libro comunque mi ha divertito, quindi anche se gli do un voto più basso di quello che riservo di solito alla zia Agatha, supera comunque la sufficienza.

Copertina e titolo

La copertina mi piace molto: presenta il famoso annuncio si Parker Pyne. Il titolo non mi piace molto: oltre ad essere banale è un po’ fuorviante perché solo in alcuni racconti c’è una vera e propria investigazione.

Momento più…

…irritante: più di una volta Parker Pyne esprime commenti molto deprimenti sul matrimonio, cioè di come è necessario che i coniugi si ingannino perché il matrimonio funzioni. Ora, io non sono sposata, quindi, boh, magari sarà anche vero, però mi ha dato veramente molto fastidio il fatto che in realtà quello che Pyne sostiene è più che altro che il marito debba sempre mentire alla moglie! Addirittura dice che è proprio un assioma fondamentale del matrimonio che bisogna mentire alle mogli, perché a loro piace! Capisco che eravamo decenni prima dei movimenti femministi, ma in tanti altri aspetti Agatha Christie non è così sessista! Mi chiedo se questo fosse davvero il suo pensiero, o fosse semplicemente quello di Parker Pyne.

Nuove parole/cose scoperte
Diverse, questa volta!
Quixotic: significa idealista, romantico, visionario, o meglio donchisciottesco.
Highbrow: intellettuale (non conoscevo minimamente questa parola!)
Woolgathering: letteralmente si riferisce all’atto di raccogliere ciuffi di lana sciolti che erano stati catturati da cespugli e recinti mentre passavano le pecore, ma in senso figurato vuol dire “indulgere nell’ozioso sognare ad occhi aperti”. Lo trovo bellissimo!

Bonus
Anche se un po’ le ho già disseminate nel post, voglio comunque postare la solita rassegna di copertine di varie edizioni italiane e inglesi di questo libro (immagini prese dal sito Delicious Death).
La prima da sinistra (Collins, 1980) non c’entra molto col libro ma la trovavo simpatica, con tutte quelle dita accusatrici. Anche la successiva (Collins, 1985) è generica, con il profilo credo di Agatha, ma mi piace molto! Poi c’è la HarperCollins del 2003 che, come quella del ’96, pone l’accento sulle ambientazioni orientali: l’immagine poteva essere più bella, ma non male. Infine l’ultima copertina (William Morrow Paperbacks, 2012) prende spunto, come la mia, sull’inserzione, e pure la trovo molto carina.
Vediamo invece le copertine italiane. La prima a sinistra (Mondadori, 1982) è la più vecchia che ho trovato: niente di che e decisamente poco attinente. Quella dopo (Mondadori, 1985) è quella tipica degli anni 80 con le immagini disegnate, non mi piace particolarmente. Dopo c’è quella invece degli anni 90 (Mondadori, 1996): non è il tipo che preferisco, e anche questa non è molto bella. L’ultima (Mondadori, 2003) è dello stile che preferisco, questa non è bellissima ma puntando sempre al giornale comunque è azzeccata e mi piace.

Mini recensione

Decente, simpatico

art from Parker Pyne Detective by peterpulp

Titolo: Parker Pyne Investigates
Titolo italiano: Parker Pyne indaga
Genere: giallo, racconti
Autore: Agatha Christie (sito ufficialeWikipedia)
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1934
Ambientazione: Londra (Regno Unito), Ginevra (Svizzera), Parigi (Francia), Cornovaglia (Regno Unito), Trieste (Italia), Istanbul (Turchia), Damasco (Siria), Shiraz (Iran), Petra (Giordania), un battello sul Nilo (Egitto, immagino), Delphi (Grecia), Majorca (Spagna), Dartmouth (Regno Unito); anni 30 del XX secolo
Personaggi: Parker Pyne, Claude Luttrell, Madeleine de Sara, Miss Lemon, Ariadne Oliver
Casa Editrice: HarperCollins
Copertina: CrushCreative
Pagine: 260
ISBN: 978-0-00-819644-8
Provenienza: Book Depository, 2 dicembre 2019
Link al libro: SITO UFFICIALEIN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 5 febbraio 2020
fine lettura: 16 febbraio 2020

Sfide

Un po’ di frasi

Four grunts, an indignant voice asking why nobody could leave a hat alone, a slammed door, and Mr Packington had departed to catch the eight forty-five to the city.
[incipit di “The Case of the Middle-Aged Wife” (“Il caso della moglie di mezz’età”)]

L’inserzione di Mr Parker Pyne.

Parker Pyne: You are unhappy?
Mr Roberts: I shouldn’t like to say that […]. I’ve a great deal to be thankful for.
Parker Pyne: We all have. But when we have to remind ourselves of the fact it is a bad sign.
Parker Pyne: Lei è infelice?
Mr Roberts: Non dovrei dirlo […]. Ho molto di cui essere grato.
Parker Pyne: Come tutti. Ma quando dobbiamo ricordarcelo è un brutto segno.
“The Case of the City Clerk” (“Il caso dell’impiegato della City”)
(Pagina 72)

Lady Esther sprang to her feet. ‘Do you believe I murdered her?’
Mr Parker Pyne did not spring to his feet. He was not a springing kind of man.
Lady Esther saltò in piedi. “Crede che l’abbia uccisa io?”
Il signor Parker Pyne non saltò in piedi. Non era un tipo di uomo che saltava.
“The House at Shiraz” (“La casa di Shiraz”)
(Pagina 160)

What are the years from twenty to forty? […] Fettered and bound by personal and emotional relationships. That’s bound to be. That’s living. But later there’s a new stage. You can think, observe life, discover something about other people and the truth about yourself. Life becomes real – significant. You see it as a whole. Not just one scene – the scene you, as an actor, are playing. No man or woman is actually himself (or herself ) till after forty-five. That’s when individuality has a chance.
Quali sono gli anni dai venti ai quaranta? […] Incatenati e vincolati da relazioni personali ed emotive. Deve essere così. Questo è vivere. Ma più tardi c’è un nuovo palcoscenico. Si può pensare, osservare la vita, scoprire qualcosa sulle altre persone e la verità su noi stessi. La vita diventa reale – significativa. La vediamo nel suo insieme. Non solo una scena – la scena che, come attori, stiamo interpretando. Nessun uomo o donna è davvero sé stesso (o sé stessa) fino a dopo i quarantacinque anni. Questo è quando l’individualità ha una possibilità.
Parker Pyne in “Problem at Pollensa Bay”
(Pagine 226,27)

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2 pensieri riguardo “Parker Pyne Investigates

  1. Non essendo una fan del genere, e neanche dell’autrice (sono a un 50 e 50: ho amato Dieci piccoli indiani, non sono riuscita a finire Assassinio sull’Orient Express per la noia), per cui mi sa che questa opera sarà nel gruppo di quelle che non leggerò XD
    Almeno in tempi brevi.

    1. No, decisamente questo non te lo consiglio! In generale non consiglierei mai le raccolte di racconti a chi già ha un rapporto difficile con questa autrice, a parte forse Miss Marple e i tredici problemi che ricordo mi era piaciuto molto, ma è passato un sacco di tempo dall’ultima volta che l’ho letto.
      Vorrei consigliarti qualche altro romanzo, ma per esempio a me Assassinio sull’Orient Express è piaciuto tanto, quindi ti avessi consigliato quello avrei toppato alla grande! Ci provo comunque, dicendoti quelli che negli anni mi sono piaciuti di più: Le due verità, Il Natale di Poirot e anche il primissimo Poirot a Styles Court, La morte nel villaggio che è il primo con Miss Marple e ovviamente L’assassinio di Roger Ackroyd che è spesso considerato uno dei suoi capolavori insieme proprio a Dieci piccoli indiani.

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