«Always write first things uppermost in the heart».
«Sempre scriver prima quel che in cuore hai più in alto».
(Dalla poesia “Elizabeth”)
La poesia non fa per me. Non so perché mi ostino a provare a leggerne, perché poi mi tocca dare voti bassi a dei classici e mi sento scema.
Una raccolta di tutte le poesie di Poe più due saggi sulla poesia.
Quattro post in poco più di una settimana: non vi abituate, non penso proprio riuscirò a tenere questo ritmo! XD
Durante la mia adolescenza sono stata affascinata dai racconti di Poe, credo di aver letto tutte le raccolte pubblicate dalla Newton Compton (Racconti del terrore, dell’incubo e del mistero, mi pare), quali più quali meno mi piacevano tutti. Ovviamente conoscevo la poesia “Il Corvo”, ma non l’avevo mai letta tutta, quindi quando ho trovato questo libro a prezzo bassissimo in e-book l’ho preso. Il problema però è che a me la poesia non piace tanto, quando leggo un libro di questo genere difficilmente lo riesco ad apprezzare, e questo non ha fatto eccezione (e infatti basta guardare quanto c’ho messo a leggerlo, tipo 8 mesi!).
Poe Raven by Patricia Sargent |
Le poesie sono parecchie (più di cinquanta!), onestamente non mi aspettavo che fossero così tante, altrimenti forse non l’avrei presto! Sono ordinate, mi è parso di capire, in ordine cronologico. Ci sono alcuni temi che si ripetono più volte come i riferimenti all’antichità e alla mitologia, quella greca in particolare ma anche un sacco di atmosfere orientaleggianti, e anche un sacco di riferimenti biblici. Ci sono poi diverse poesie dedicate a delle donne. In alcuni casi erano dediche postume a donne che aveva conosciuto ed erano morte, in altri casi si tratta di poesie ritrovate sugli album di fanciulle sue amiche, a cui lui le aveva scritte come dedica. Mi ha colpito molto questa cosa, questa connotazione così intima, queste poesie che non erano state pensate per essere pubblicate ma solo come regalo personale. Peccato che le poesie in questione però mi abbiano colpito assai meno delle circostanze in cui sono state scritte!
Comunque il libro non mi è dispiaciuto in toto, diciamo che il voto basso è dovuto al fatto che nel complesso non posso dire di essermi goduta questa lettura. Però su qualche poesia qualcosina in più la vorrei dire.
“Il lago” è la prima che mi abbia attratto un poco, e in cui ho rivisto il Poe che ricordavo, quello che descrive Tommaso Pisanti nell’introduzione, che ha influenzato generazioni, che usato il gotico per esplorare la natura umana, che è uno dei capitoli più fenomenali della letteratura mondiale. Casualmente, la seconda poesia che mi è piaciuta un po’ di più si intitolava “Al fiume“.
Il “Sonetto alla Scienza” mi aveva incuriosito un sacco per questo titolo, ma invece ho scoperto leggendo che è contro la Scienza! Ci sono rimasta male!
“A Zante” mi ha fatto pensare subito alla praticamente omonima poesia di Foscolo, ma nelle note ho letto che è assolutamente da escludere ogni possibilità d’ispirazione. Peccato!
“Il Verme Trionfante” non mi ha entusiasmato troppo, ma mi ha incuriosito: se ho capito bene l’animale protagonista parla di una festa a cui partecipa che sarebbe credo un cadavere su cui banchettano i vermi.
Nevermore by mynameistran |
“Il Corvo” è una delle ultime poesie di Poe essendo stata pubblicata solo quattro anni prima della sua morte, quindi è arrivata molto avanti nel libro, non ne potevo più di attenderla! È la poesia per cui ho comprato questo volume, e penso proprio di aver voluto prendere questa versione col testo a fronte per la musicalità di questo brano. All’inizio ho provato a leggere tutte le poesie in inglese, ma facevo troppa fatica (ho fatto fatica anche in italiano!), però con “Il Corvo” c’ho riprovato, e ho fatto bene, in italiano la poesia perde molta della sua forza, le rime, le assonanze, le ripetizioni, questa sì, veramente, è stata una lettura molto piacevole! A parte il Corvo che ripete sempre “mai più”, ricordavo molto poco di questa poesia, e anche il tema l’ho trovato intrigante. Non sto qui a spiegarla tutta, ma questo giovane si trova a fare domande al Corvo che ripete la parola “Nevermore” che evidentemente è l’unica che sa, e il giovane l’ha capito, ma continua comunque a interrogarlo, pur sapendo che quella risposta, “mai più”, aumenterà il suo dolore. Nel saggio Filosofia della composizione Poe spiega come ha creato questa poesia, ed è davvero molto interessante seguire il suo percorso creativo. Ha scelto come prima cosa proprio quel “mai più”, la parola che doveva fungere da ritornello, da refrain: fu necessario poi scegliere una parola che contenesse in sé un tale suono e che, al tempo stesso, si attenesse il più pienamente possibile a quella malinconia che doveva costituire, secondo quanto avevo prestabilito, il tono della poesia. Dopo bisognava trovare una buona ragione perché la parola fosse ripetuta, e allora Poe pensa ad un animale parlante, ma un pappagallo avrebbe stonato con l’atmosfera che voleva creare, e allora la scelta è caduta sul Corvo, come animale ugualmente capace di parlare, ma infinitamente più aderente al tono che mi ero prefissato. Poi restava da trovare il tema di cui parlare, e così si è chiesto: «Di tutti gli argomenti malinconici, secondo l’idea umana universale, qual è il più malinconico?». «La morte», e ha introdotto l’idea del giovane in lutto per la perdita dell’amata. Infine ha inserito quell’elemento che avevo notato anch’io, quella sorta di masochismo del protagonista che pur sapendo quale sarà la riposta dell’animale farà comunque le sue domande “sbagliate”, le farà in parte per superstizione e in parte per quella sorta di disperazione che prova piacere nell’autotorturarsi. Questo famoso “Nevermore” però, a quanto pare, non è un’idea di Poe, scopro dalle note che era già molto diffuso nella poesia inglese. Questa parola non so se compare o no in altri scritti di Poe, ma locuzioni simili, tradotte in italiano sempre con “mai più”, le ho ritrovate in diverse altre poesie: “A una in Paradiso” (no more), “A Zante” (di nuovo no more), “Silenzio” (qui addirittura la frase è His name’s «No more», che oltre ad essere simile a “Il Corvo” perché anche lì l’animale dice di chiamarsi Nevermore, tradotto in italiano la frase è “Il suo nome è Mai più“, che mi ha ricordato molto la canzone!) e infine in “Lenora” (never more).
“Le campane” anche l’ho letta in inglese, questa poesia fa della musicalità, quasi onomatopea, il punto forte, non potevo quindi fare altrimenti! Come tema non è particolarmente rimarchevole, non ricordo proprio di che parlava, ma le parole suonano proprio come musica!
Edgar Allan Poe by dragonlady521 |
Dopo tutte le poesie, il libro contiene anche due saggi. Nel primo, Filosofia della composizione, come ho detto, Poe spiega la genesi della sua poesia più famosa, “Il Corvo”. L’ho trovata molto interessante questa parte! Il secondo saggio, Il principio poetico, sono invece considerazioni di Poe sulla poesia in generale, e mi ha annoiato moltissimo! Però anche qui vorrei commentare qualcosa. Poe sostiene (lo diceva anche nell’altro saggio) che per essere valida una poesia deve essere non troppo lunga, e fin qui sono molto d’accordo, perché proprio con le sue ho potuto appurarlo: quelle più lunghe di una pagine, con qualche piccola eccezione, sono quelle che mi sono piaciute di meno. Però poi dice anche che troppo corta neanche va bene: Una poesia molto breve, mentre può produrre talora effetti di vivacità e brillantezza, non ne produrrà mai di profondi e durevoli. Qui sono fortemente in disaccordo, basta citare Ungaretti per smentirlo subito!
Edgar Allan Poe by magnetic-eye |
Commento generale.
Questa è una di quelle volte in cui sbaglio proprio a priori la scelta del libro. A me le poesie non piacciono, non è che schifo proprio il genere, ma so per esperienza che è un genere che non è riuscito mai finora a conquistarmi, preferisco indubbiamente la prosa. Però non mi dispiace di aver letto questo libro, fosse anche solo per “Il Corvo” e le altre (poche) poesie che mi sono piaciute, comunque ne valeva la pena!
Copertina e titolo
La copertina della Newton Compton è abbastanza scontata come immagine, ma ci sta, comunque mi piace e senza alcun dubbio è attinente. Il titolo del libro è assolutamente didascalico, il titolo della poesia molto semplice ma credo efficace, anche se mi riesce difficile giudicarlo con obiettività come con tutti quelli che ormai sono così famosi e iconici.
Nuove parole/cose scoperte
Curiosità
E. A. Poe, Al Aaraaf by Dario Rivarossa ilTassista Marino |
Una delle poesie di intitola “Al Aaraaf”, nome arabo del corrispondente coranico del limbo, e Poe lo colloca in una luminosissima stella: quella che, scoperta nel 1572 dall’astronomo danese Tycho Brahe, «apparve all’improvviso nei cieli» – annota ancora il Poe – «e, dopo aver raggiunto in pochi giorni una lucentezza pari a quella di Giove, disparve senza che sia stata, da allora, più avvistata». (Nota del curatore). Dalla descrizione sembra proprio una supernova, e infatti si tratta proprio della Supernova di Tycho.
La poesia “Il Corvo” è stata pubblicata per la prima volta il 29 gennaio 1845, quindi ha da poco compito 75 anni: tanti auguri! :D
Bonus
Mini recensione
Raven by Disezno |
Titolo: Il Corvo e tutte le poesie
Genere: poesia
Autore: Edgar Allan Poe (sito non ufficiale in italiano – Wikipedia)
Nazionalità: statunitense
Prima pubblicazione: varie (1845 per “Il Corvo”)
Casa Editrice: Newton Compton
Traduzione e cura: Tommaso Pisanti
Pagine: 323
ISBN: 978-88-541-3885-8
Provenienza: Amazon, 29 ottobre 2012
Link al libro: IN LETTURA – GOODREADS – ANOBII
inizio lettura: 14 giugno 2019
fine lettura: 6 febbraio 2020