di Valerio Evangelisti
Ciclo di Eymerich
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Titolo: Il corpo e il sangue di Eymerich
Serie: Ciclo di Eymerich (3)
Genere: storico, fantascienza
Autore: Valerio Evangelisti (sito ufficiale – Wikipedia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1996
Ambientazione: Castres (Francia), luglio 1358; Stati Uniti d’America, seconda metà del XX secolo; Algeria, 1962; Iraq, 1991
Personaggi: Nicolas Eymerich, padre Jacinto Corona, Lycurgus Pinks
Casa Editrice: Mondadori
Copertina: illustrazioen di F. Brambilla/Air studio
Pagine: 272
ISBN: 978-88-04-53818-9
Provenienza: BookMooch, 29 dicembre 2014
Link al libro: IN LETTURA – GOODREADS – ANOBII
inizio lettura: 16 aprile 2019
fine lettura: 7 maggio 2019
— Non potrete essere a Castres prima di notte inoltrata, e la notte è pericolosa.
Eymerich fece un mezzo sorriso. — Anch’io so essere pericoloso, all’occorrenza.
Il priore non rispose, ma nei suoi occhi si leggeva che non ne aveva mai dubitato.(Pagina 37)
L’inquisitore Nicolas Eymerich viene mandato a Castres, nel sud della Francia, per combattere una nuova e pericolosa eresia perpetrata dai masc che pare si cibino di sangue umano. Negli Stati Uniti del ventesimo secolo Lycurgus Pinks cerca di convincere un qualche tipo di autorità, decennio dopo decennio, a fargli continuare i suoi studi: afferma di essere in grado di uccidere rapidamente e con facilità un’alta percentuale della popolazione di colore.
Non so perché c’ho messo tutto questo tempo a leggere questo libro, perché sicuramente il motivo non è che non mi stava piacendo. Ho interrotto spesso la lettura, e poi per un paio di settimane sono rimasta ferma più o meno a metà, poi quando l’ho ripreso l’ho finito in un paio di giorni! Vabbe’, semplicemente a volte capitano dei periodi così, col blocco del lettore. Per fortuna passano.
Them. Again. by Lucy Jane Purrington |
Veniamo a noi! Erano un po’ di anni (8 e mezzo a ben vedere) che non tornavo in compagnia di Eymerich, tanto che avevo un po’ paura potesse essermi scemato l’entusiasmo per questa saga e ho iniziato la lettura un po’ preoccupata. Mi sbagliavo, come si può intuire dal voto: questo libro mi è piaciuto non poco. Sono andata a rileggermi le vecchie recensioni ai due libri precedenti, e ho visto che più o meno i commenti che ho da fare si somigliano molto. Anche in questo romanzo la trama è duplice, in due linee temporali diverse accomunate da qualcosa di spaventosamente orribile. Questa volta si tratta di una malattia legata al sangue che fa morire in maniera piuttosto brutta, con vene che ingrossano ed esplodono. Come le altre volte, la parte nel XIV secolo con Eymerich mi è piaciuta di più, ma pure quella nel secolo scorso era parecchio interessante. Soprattutto ho trovato intrigante la parte scientifica: man mano che la storia prosegue scopriamo che la terribile malattia di Pinks è l’anemia falciforme, che l’uomo ha scoperto come “attivare” nei soggetti portatori sani dell’emoglobina mutata. Insieme ad una parte sfociante nella fantascienza c’erano comunque parecchie nozioni reali, come virus e trasduzione o l’emoglobina S.
L’ambientazione è caratterizzata da un caldo afoso, soffocante, sia nel Medioevo che nel 900: sole cocente, umidità, sudore e calura.
Hot Sun by Ramesh V J |
Nella storyline del ventesimo secolo facciamo grossi salti temporali, andando avanti di pochi anni o di decenni. Ci troviamo quasi sempre negli Stati Uniti, specie al sud, con qualche capatina anche in altri continenti. Le storie che incontriamo sono svariate, e toccano spessissimo eventi realmente accaduti o persone realmente esistite. Per esempio il protagonista del primo capitolo è Stetson Kennedy che si infiltrò nel Ku Klux Klan della Georgia per smantellarlo, poi (metto sotto spoiler perché magari non volete rovinarvi la sorpresa sulle ambientazioni, ma non dico nulla di particolare sulla trama) facciamo una capatina nella guerra d’Algeria proprio al suo finire, incontriamo gli agenti della CIA che cospirano per uccidere il presidente Kennedy, assistiamo al suicidio di massa di Jonestown e alle ultime fasi della Guerra del Golfo. Mi è piaciuto tantissimo questo immergersi nella Storia vera, mentre dietro le quinte si muove uno scienziato non del tutto sano di mente che persegue i proprio scopi. Se da una parte mi è dispiaciuto che si cambiasse anno e location ad ogni capitolo, perché alcune storie mi interessavano molto e avrei voluto saperne di più (come quella iniziale dell’infiltrato nel Ku Klux Klan) d’altra parte è stato anche molto interessante poter vedere così tanti scenari diversi.
Nel quattordicesimo secolo la scansione temporale è l’esatto opposto: procediamo quasi in tempo reale, la vicenda si svolge nel giro di pochi giorni. Eymerich ha 38 anni, quindi siamo alcuni anni prima degli eventi del libro precedente. Il nostro inquisitore viene chiamato a debellare un’eresia che dai “sintomi” ricorda molto il vampirismo, anche se questo termine non viene mai usato in tutto il libro (è presente invece nella quarta di copertina): la parola che tutti sussurrano con paura quando si parla di questi strani fenomeni è masc. Scopriremo poi che non c’è nessun essere soprannaturale ma si tratta di delitti umanissimi.
Tra gli svariati personaggi che compaiono in questo romanzo l’unico che ha una parte preponderante, a parte il protagonista, è Lycurgus Pinks. È un personaggio molto interessante, un uomo spaventoso con un carattere ossessivo-compulsivo e un’ossessione terrificante per il genocidio, purché fatto a modo suo. L’ho trovato odioso ma interessante, però alla fin fine mi ha lasciato con una dubbio non risolto che me lo rende un po’ deludente: qual era il suo scopo? Solo provare che la sua teoria funzionava? Uccidere tanta gente? Uccidere tutti i neri? Perché a parte questo suo desiderio di ammazzarli non sembra avere atteggiamenti razzisti. Insomma, un’ambiguità che è sicuramente interessante ma che non mi ha soddisfatto appieno.
Nicolas Eymerich in una delle sue amabili espressioni. L’immagine è tratta dal sito ufficiale del videogioco dedicato a Nicolas Eymerich, Inquisitore (copyright 2012 imagimotion s.r.l.) |
Il nostro inquisitore Nicolas Eymerich invece non delude minimamente! Era come lo ricordavo: intelligente, efficiente, capace, colto, germofobo, misantropo e con una fede profonda e inattaccabile. E spietato, completamente e assolutamente spietato. Non ricordo adesso troppo bene i romanzi precedenti, ma in questo mi hanno colpito diverse frasi che evidenziavano la crudeltà di Eymerich, magari non assoluta, che ogni tanto lascia percepire qualche spiraglio di umanità, ma che è resa salda e incrollabile dalla profonda convinzione che ogni sua azione, ogni azione di un inquisitore, è giusta perché serve la volontà di Dio: Un inquisitore, di fronte a un eretico, deve ignorare l’onestà, la lealtà, la franchezza e ogni altra virtù. Il suo compito è annientare il nemico, quali che siano i mezzi cui deve far ricorso. Può ingannare, mentire, fare promesse che è sicuro di non mantenere. Non ha davanti un uomo, bensì un servo del demonio, spesso dotato di pari astuzia. E davanti a un servitore del diavolo l’onestà è debolezza, la franchezza è indulgenza, la lealtà è connivenza. (pagina 216). E, inutile dirlo, Eymerich si comporta proprio così, usa qualunque mezzo, non esita ad ingannare chiunque, mentre lui dubita di tutti, non si fida di nessuno, ed è quasi impossibile imbrogliarlo. Amo il suo bisogno quasi fisico di solitudine, la sua avversione non solo per il contatto fisico, ma anche spesso solo proprio per la benché minima interazione sociale. E, non l’avevo mai notato prima, ma secondo me è anche un tantino psicopatico: Per fortuna non provava rimorsi; o, per meglio dire, ne percepiva un pulsare lontano, soffocato da una coltre di regole ferree, di precetti inflessibili, di dogmi disciplinari su cui era posata una seconda coltre fatta di atteggiamenti ormai introiettati. (Pagina 239). Porello, fa quasi pena a leggerlo così, se si riuscisse a dimenticare per che cosa non provava rimorsi. Veramente l’inquisitore perfetto. E a proposito di Inquisizione, pur avendo letto altri due romanzi, pur sapendo in generale quanto tremenda fosse, non ho potuto non rimanere comunque inorridita dalle azioni di Eymerich. Eppure amo tantissimo questo personaggio, con tutto il suo lato oscuro, e la sua implacabilità. Quando arriva inizia subito ad agire e tutti, volenti e nolenti, gli si sottomettono, perché il potere della Chiesa, la paura del tribunale dell’inquisizione vince su tutto. Alla fine del romanzo viene invitato dal papa ad Avignone perché scriva un trattato sull’Inquisizione, una sorta di manuale. Alè, ha scelto proprio la persona giusta! Che poi, a dirla tutta, Eymerich è senz’altro crudele, però pure gli eretici che si trova a combattere erano scemi forte! Eymerich organizza una strage, la morte sul rogo di un’intera cittadina, incurante della possibile presenza di persone innocenti nella mischia, eppure riesce ad essere meno spaventoso dei Naasseni che avevano come scopo ultimo annientare tutta l’umanità con la malattia della Morte Rossa.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura. |
Altro personaggio sicuramente importante ai fini della trama ma che compare poco è Sophie. È una giovane nata da un incesto e per questo malata dalla nascita di un male tremendo ed oscuro che noi sappiamo essere una forma di anemia falciforme, a cui è riuscita a sopravvivere fino all’età adulta nutrendosi di sangue umano. La ragazza soffre moltissimo per essere sfigurata nel corpo e imprigionata dal padre che spera di riuscire prima o poi ad ucciderla. Nonostante la sua sopravvivenza sia stata causa di innumerevoli omicidi di poveri contadini sacrificati perché lei potesse bere il loro sangue, la sua vita è talmente colma di sofferenza che perfino Eymerich prova pena per lei. Il personaggio è importante anche perché immagino si tratti di quel paziente zero di cui parlano ad un certo punto nel ventesimo secolo che ha avuto per primo la mutazione e l’ha poi trasmessa e diffusa fino poi all’arrivo di Pinks e dei suoi tremendi esperimenti.
Lo stile di Evangelisti mi piace molto, come ho detto c’ho messo tempo a finire questo libro non certo per colpa sua, le pagine scorrono piacevolmente e la doppia linea temporale contribuisce a creare suspense e aspettativa poiché le due storyline si alternano equamente con di volta in volta un capitolo a testa e questo contribuisce a creare un sempre crescente desiderio a proseguire con la storia. La bravura più grande di questo autore sta comunque secondo me nel fatto che ha creato un protagonista le cui azioni come minimo inorridiscono, eppure per cui mi ritrovo alla fine, in certo senso, a tifare. È crudele e spietato ma così complesso e sfaccettato che come personaggio mi conquista!
The Journal Bleeds Desperation by mXoXsXh |
La copertina di questa mia edizione non è brutta ma non mi piace particolarmente. Il titolo è bello e azzeccatissimo per una storia con componente “vampiresca”.
Commento generale.
È stato un piacere ritrovare Eymerich, la sua inflessibilità di inquisitore e tutti gli altri suoi adorabili difetti. La caratteristica storia su diversi piani temporali è molto avvincente, le ambientazioni sempre molto affascinanti: una saga decisamente originale e molto intrigante. Mi fa piacere pensare che ho ancora molti romanzi per continuarla!
Curiosità
Nel romanzo si parla più volte di Morte Rossa per riferirsi alla malattia “dei vampiri” e soltanto nell’ultimo capitolo mi sono ricordata del racconto di Poe dal titolo La maschera della morte rossa perché in questo capitolo, ambientato immagino in un prossimo futuro, viene raccontata proprio la stessa storia del racconto, anche il nome del presidente, Prosperous Doyle, richiama quello del principe Prospero, e alla fine il personaggio con la maschera della Morte Rossa è proprio Lycurgus Pinks, solo che non indossa una maschera, è stato contagiato anche lui, e contagia anche tutti gli altri.
Mini recensione
Sfide
Un po’ di frasi
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