(I robot e l’Impero)
di Isaac Asimov
Storia Futura (Ciclo dei Robot)
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[Giskard said:] ‘We have put Earth on the course towards the filling of the galaxy and the establishment of a Galactic Empire.’
[…]
Daneel said, ‘The picture you draw is attractive. It would make Partner Elijah proud of us if, as you say, we have accomplished that. “Robots and Empire” Elijah would say, and perhaps he would clap me on the shoulder. […]’[Giskard disse:] “Dobbiamo porre la Terra nella rotta verso il riempimento della galassia e la creazione di un Impero Galattico.
[…]
Daneel disse: “L’immagine che disegni è allettante. Renderebbe Partner Elijah fiero di noi se, come dici tu, raggiungessimo questo obiettivo. ‘I robot e l’impero’ direbbe Elijah, e forse mi batterebbe sulla spalla. […]”(Pagina 67)
Con questo romanzo termino il Ciclo dei Robot, e già mi sento orfana! Veramente uno più bello dell’altro!
Sono passati diversi decenni dal precedente romanzo. Giskard e Daneel hanno lavorato duramente e di nascosto per aiutare Fastolfe a sostenere l’espansione degli abitanti della Terra nella galassia e la formazione di nuove Colonie. Eppure i due robot sentono che una crisi si prospetta all’orizzonte, e in qualche modo Gladia potrebbe essere la chiave per aiutarli a sventarla.
Nel commento al libro precedente della saga avevo espresso la mia curiosità di continuare anche con gli altri cicli che compongono la Storia Futura di Asimov, ma adesso che ho effettivamente finito il Ciclo dei Robot già mi mancano tantissimo R. Daneel Olivaw e gli altri personaggi che avevo imparato ad amare in questi quattro romanzi. Ma il libro ci prepara a questa separazione fin da subito, perché già alle prime pagine scopriamo che sono passati 200 anni circa dal romanzo precedente, e quindi Elijah è già morto da un sacco di tempo! Devo dire che all’inizio mi aveva un po’ spiazzato la sua assenza, e anche la mancanza di un omicidio su cui indagare. Ma ben presto la storia mi ha preso moltissimo!
Come ho detto ad arricchire la trama non c’è stavolta un’indagine di Elijah Baley, ma i misteri non mancano, almeno secondo Daneel e Giskard che paventano un possibile pericolo per i Terrestri e i Coloni, ma non sanno di cosa si tratta. Oltre a questo la storia comunque è ricca di sorprese, emozioni, scoperte, ricordi, insomma non riuscivo a smettere di leggere!
Robots And Empire by ClaudioBergamin |
L’ambientazione è varia, credo che questa sia la prima volta in cui ci spostiamo su diversi pianeti. Iniziamo su Aurora, dove era ambientato The Robots of Dawn, e questa parte è fatta di incontri e ricordi e dialoghi, ma non per questo è meno interessante. Due libri fa invece eravamo su Solaria, che scopriamo in questo libro è stata abbandonata dai suoi abitanti senza che nessun altro dei mondi spaziali se ne accorgesse. Ci andremo comunque su Solaria, e poi visiteremo anche uno dei mondi dei Coloni, Baleyworld (che prende il nome dal suo fondatore, Bentley Baley, il figlio di Elijah), e infine l’ultimo capitolo è ambientato sulla Terra, e mi ha fatto davvero un immenso piacere ritornare alle origini! E visitiamo New York!
A parte i singoli pianeti, comunque, la galassia presentata in questo romanzo è assai più intrigante di quella dei precedenti, perché oltre agli innumerevoli mondi degli Spaziali (credo siano una cinquantina) ci sono anche un sacco di nuovi pianeti abitati da esseri umani, i pianeti dei Coloni terrestri. È oltremodo interessante, almeno per me, come Asimov ha costruito le tante differenze tra questi mondi, non solo le loro peculiarità culturali o gli accenti diversi (che pure avranno una certa importanza ad un certo punto della storia), ma anche i modi totalmente opposti di vedere l’espansione dell’umanità nella galassia. Per esempio mi ha intrigato molto la questione “robot/non robot”. Gli Spaziali vivono molto più a lungo dei terrestri e sono totalmente dipendenti dai robot, nessuno Spaziale si trova mai, dal momento della sua nascita, senza almeno un paio di robot con sé. Entrambe queste caratteristiche li rendono incapaci di esplorare e colonizzare nuovi mondi, hanno dimenticato le loro origini (un tempo sono stati anche loro coloni) e disprezzano e rifiutano la Terra da cui pure tutti discendono. Invece i Coloni hanno eliminato completamente i robot dalle loro vite, sui pianeti dei Coloni i robot sono banditi, e questo, unito alle loro vite “brevi” (in pratica come le nostre), dà loro la necessaria intraprendenza e il necessario coraggio per abbandonare la Terra e conquistare nuovi mondi. Eppure sono sempre molto legati alla Terra, non possono fare a meno di considerarla la loro culla, anche se sono nati sulle Colonie. Dirà ad un certo punto Asimov a proposito di D.G. Baley: His voice had a curious inflection each time he said ‘Earth’, as though one could hear the capital, as though one could hear the words ‘home’ and ‘mother’ whispered behind it. [La sua voce aveva una curiosa inflessione ogni volta che diceva “Terra”, come se uno potesse udire la maiuscola, come se uno potesse udire parole come “casa” e “madre” sussurrate dietro di essa. (Pagina 132) Anche se amo i robot, la mia simpatia va tutta ai Terrestri, eppure c’è un altro aspetto che mette sempre in antitesi questi due modi di vivere, che genera riflessione: i robot, che comunque, è innegabile, stanno fossilizzando gli esseri umani che li usano eliminando evoluzione e cambiamento, hanno completamente eliminato la violenza dalla vita delle persone, mentre i Coloni sono praticamente come noi, usano armi e la violenza non gli è per niente sconosciuta. Possibile che, come diceva Colleen McCullough, «al meglio si perviene soltanto con grande dolore»? Che se eliminiamo la violenza siamo spacciati? È un pensiero un po’ triste!
Veniamo alla mia parte preferita: i personaggi.
Daneel e Gladia nella scena in cui lei gli chiede se vuole svuotare la sua memoria per avere più spazio, e lui si dice disponibile a patto di non cancellare i ricordi relativi a Elijah Baley. Gladia, dicono nel libro, è bionda, però io non lo ricordavo dai libri precedenti e prima di leggerlo ammetto che anch’io, non so perché, la immaginavo mora. Something to Remember by DrZime |
Come ho detto, Elijah è morto molti anni prima dell’inizio del libro, eppure, cosa che ho amato moltissimo, il Nostro ancora fa sentire fortemente il suo peso nel bene e nel male nei ricordi degli altri personaggi. Amadiro lo considera la causa delle sue disgrazie e ancora lo odia a morte, nonostante sia morto. Gladia lo ricorda con affetto e nostalgia, i Coloni lo venerano come un eroe, e anche Giskard e, soprattutto, Daneel, pensano spesso a lui. Anche per questo forse l’iniziale shock per la sua assenza in questo libro è stato subito mitigato perché è stato presente tutto il tempo nei ricordi e nei discorsi.
Gladia, alla veneranda età di, se ricordo bene, 235 anni, non è cambiata per niente nelle ultime 20 decadi, ma cambierà moltissimo durante questo libro. Già aveva subito una grandissima trasformazione nell’adattarsi alla vita su Aurora, visto che come tutti i Solariani era abituata a non trovarsi mai in presenza di altri esseri umani. Ora il suo cambiamento sarà ancora più repentino e drastico: nel giro di pochi giorni prenderà in simpatia i Coloni, diverrà la loro eroina e deciderà di dedicarsi alla missione di portare la pace nella galassia, arrivando perfino ad accettare di vivere senza robot con sé. Questo cambiamento è forse in parte un po’ “spinto” da Giskard perché si adatta alle necessità sue e di Daneel, ma è anche dovuto al fatto che per la prima volta in vita sua Gladia si sente veramente viva e sente di avere uno scopo.
Conosciamo anche un nuovo personaggio, D.G. Baley, un Commerciante proveniente da Baleyworld. Il suo nome non è casuale essendo lui un discendente di Elijah. Lo metto sotto spoiler ma è abbastanza scontato indovinare che alla fine lui e Gladia si metteranno insieme. Più sorprendente è stato scoprire che le iniziali D.G. stanno per Daneel Giskard: Elijah ha voluto chiamare così i nipoti e nelle generazioni successive ci sono sempre stati almeno un Daneel e un Giskard tra i discendenti di Elijah. Essendo D.G. l’unico figlio maschio della sua famiglia gli hanno dato entrambi i nomi.
R. Giskard Reventlov by mchandias Io Giskard l’ho sempre immaginato un po’ come un C-3PO argentato, e quello immaginato da questo artista un po’ ci assomiglia. |
Gladia e D.G. sono personaggi importanti, così come Amadiro e Mandamus (altro nuovo personaggio) e pure Vasilia Aliena (la figlia di Fastolfe) pure se compare poco. Indubbiamente però i due protagonisti di questo romanzo sono i due robot Giskard e Daneel, e mi sono piaciuti veramente tanto! Giskard ho seriamente imparato ad apprezzarlo in questo romanzo, mentre Daneel l’ho amato fin dal primo momento in Abissi d’acciaio e rimane sempre il mio preferito, per tanti tanti motivi. Sono passate diverse decadi dalla morte di Elijah eppure Daneel pensa ancora a lui con qualcosa di molto simile all’affetto di noi umani. Gli esempi sono tanti, di uno parlerò nel “momento più commovente” in basso, qui cito solo che per esempio non desidera essere sottoposto ad una procedura che gli permetterebbe di avere più spazio nella memoria perché non vuole perdere i ricordi di Elijah. Che tenero! :) È adorabile come pensi sempre “Partner Elijah avrebbe fatto così”, “Vorrei essere capace di fare come Partner Elijah”. Anche Giskard lo accompagna spesso in queste elucubrazioni ma per sua stessa ammissione lui non riesce a comprendere bene il modo di pensare degli umani come fa Daneel. E, come ho detto tante volte qui sul blog, il topos del robot umanizzato è uno che fa sempre tanta presa su di me! E Daneel sembra proprio compiere un’evoluzione durante questo libro, dalle prime prese di coscienza che c’è qualcosa di più delle famose Tre Leggi della Robotica* alla formulazione di una nuova legge che lui definisce la Legge Zero (Un robot non può recar danno all’umanità, o permettere che, a causa della propria negligenza, l’umanità riceva danno) fino ad essere in grado di perseguire un obiettivo contravvenendo agli ordini (Seconda Legge) e senza curarsi degli eventuali danni per gli esseri umani (Prima Legge) se quell’obiettivo è la salvezza di un gran numero di persone, o dell’umanità intera. Oltre a questo, mi è anche piaciuta molto l’amicizia tra Daneel e Giskard, consolidata da decenni di vita in comune e di collaborazione per uno scopo importante quale la salvaguardia di tutta l’umanità. E questa amicizia ci regala delle scene particolarmente belle, come quando per esempio i due si scambiano un’umanissima stretta di mano, o quando Giskard interviene per salvare Daneel, anche se non è un essere umano, e dopo un iniziale stupore Daneel si rende conto che effettivamente anche lui avrebbe fatto lo stesso per Giskard, e svariate pagine dopo, in effetti, lo fa.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Linebine. |
Lo stile di Asimov non so se lo so giudicare con obiettività, ma io lo trovo eccezionale! Come riesce a descrivere cose che nella realtà non esistono, pur facendole sembrare così vere! E poi ho apprezzato tanto che, ancora una volta, dopo 7 libri (contando anche le raccolte di racconti), ancora una volta ci ha posto di fronte a possibili diverse interpretazioni della Prima Legge: non solo la già citata formulazione della Legge Zero (che letteralmente dovrebbe essere “Zeresima Legge”, in inglese viene usato l’ordinale “zeroth” che però in italiano non esiste) abbiamo anche il caso dei robot su Solaria riprogrammati per considerare esseri umani solo quelli che sembrano tali e in più parlano con accento solariano, escludendo così dalla definizione non solo Terrestri e Coloni ma anche tutti gli altri Spaziali.
Altra riflessione che ho trovato interessante è quanto venga rimarcata, verso la fine, la follia del nucleare, un argomento che ricordo di aver letto altre volte in Asimov, in qualche racconto: nel futuro sia Spaziali che Coloni usano come fonte di energia la fusione nucleare che è potente e sicura, ma la Terra no, usa energie rinnovabili, e parlare di fissione (che è il tipo di energia nucleare che usiamo noi oggi e che era nelle bombe atomiche, la fusione purtroppo non è qualcosa che non siamo in grado di fare, almeno al momento) è un tabù molto forte, tanto dolorosamente stupido è stato riconosciuto dai terresti l’utilizzo di un’energia così pericolosa e deleteria.
Daneel dimostra il suo affetto per Elijah. :::Huggy::: by P-JoArt |
Commento generale.
Questo libro mi è piaciuto veramente, veramente tanto, come i precedenti della serie. Non gli ho dato 10 solo perché facendo appunto parte di una serie non so se è pienamente godibile da solo. Uno dei motivi per cui amo tanto Asimov, oltre al fatto che ci presenta civiltà futuristiche tanto affascinanti e diverse da noi, ma sotto sotto ancora identiche all’umanità di adesso, è che nei suoi libri c’è di tutto: c’è divertimento, c’è emozione, c’è mistero, tensione, amore, amicizia, tante riflessioni sulla psicologia umana e i rapporti tra le persone (riflessioni che paradossalmente vengono spesso mostrate con gli occhi dei robot). Insomma, veramente, tutto.
Se dovessi proprio fare una critica, direi che il finale è stato un po’ troppo veloce e un tantino insoddisfacente. Mancavano poche pagine alla fine e la situazione ancora non si era per nulla risolta e già cominciavo a temere che potesse finire appeso, ma sapevo che era l’ultimo della serie dei robot, e infatti il finale ci lascia con ancora tante domande e curiosità che non ho idea se e quando verranno soddisfatte. Il libro finisce (quindi, attenzione, spoilerissimo!!!) con Giskard che permette a Mandamus di portare a termine il suo piano di rendere la Terra inabitabile, perché a differenza di lui Girskard pensa che non avere più la Terra a cui ritornare non distruggerà i Coloni ma al contrario permetterà loro di conquistare finalmente tutta la galassia. Purtroppo per fermare Amadiro (che invece voleva la morte di tutti i Terrestri e i Coloni e non gli importava nemmeno dell’eventuale conseguente estinzione anche degli Spaziali) e far dimenticare tutto a Mandamus, Giskard deve agire contro la Prima Legge, e non riesce a farlo con la facilità di Daneel, e lo sforzo lo ucciderà :'(, per fortuna non prima di aver trasmesso i suoi poteri a Daneel che ora quindi devi occuparsi da solo di tutta la galassia e del destino dell’umanità. E non mi sembra possibile che sia la fine della saga dei robot, che non vedremo più Daneel, che direttamente vedremo un Impero già completamente stabilito! E, per di più, non sappiamo che fine hanno fatto i Solariani, nessuno sa dove siano finiti dopo aver abbandonato il pianeta! Il prossimo libro cronologicamente parlando è Il tiranno dei mondi che è stato scritto decenni prima, quindi non credo troveremo lì le risposte!
Ma questa è davvero una piccolissima pecca, che a ben vedere, passato il primo momento di insofferenza per la curiosità insoddisfatta, non è neanche male perché mi piacciono molto i finali aperti che ci lasciano immaginare gli eventi futuri e ci permettono di serbare il ricordo di quei personaggi che abbiamo tanto amato.
In conclusione quindi un libro bellissimo che conclude straordinariamente una fantastica sotto-saga. E adesso non ve l’ora di continuare! :D
Copertina e titolo
La copertina di questa mia edizione mi piace tantissimo! La figura umanoide la immagino come rappresentazione di Daneel (e i colori scelti mi fanno anche un po’ pensare a Data), e il razzo invece simboleggia l’espansione degli umani nella galassia: molto bella e calzante. In più, è di cartone e opaca, un tipo di copertina che ho sempre amato molto perché proprio la trovo più gradevole al tatto rispetto a quelle lucide e/o plastificate, e che credevo ormai non facessero più.
Il titolo è semplice ma bello perché efficace, anche se un po’ fuorviante: l’Impero del titolo non esiste ancora, ma è l’ideale per cui lavorano Daneel e Giskard, ovvero una galassia tutta popolata di esseri umani, un Impero Galattico. La cosa più affascinante è che questo Impero è già stato descritto da Asimov in romanzi ambientati cronologicamente dopo di questo ma scritti prima! E un paio io li ho anche letti, ma ricordo assai poco, urgerà quindi una rilettura.
Momento più…
…irritante: sulla nave di D.G., come su molte navi di Commercianti, non ci sono donne, e mi dispiace molto che la motivazione data da lui è che le donne sulle navi creano problemi. Qui Asimov mi sei un po’ scaduto, possibile che l’evoluzione non abbia spazzato via certe superstizioni e discriminazioni? Ed in effetti ecco, quando ho detto che nei romanzi di Asimov c’è tutto, devo un po’ ricredermi, perché mancano personaggi femminili d’azione. Mi consola il fatto che in questo libro comunque non c’è neanche un uomo con un ruolo d’azione, visto che è tutta riservata ai robot!
…commovente: l’ultimo incontro tra Elijah e Daneel. Elijah sta morendo di vecchiaia e richiede la presenza di Daneel al suo capezzale, si aggrappa alla vita per poter salutare un’ultima volta quello che considera un amico, e soprattutto prepararlo alla propria morte perché l’idea di non essere riuscito a salvare un essere umano non lo distrugga. E Daneel prova qualcosa di molto simile al dolore: Baley’s voice was growing weaker, and though Daneel sat motionless, his face was in the unusual condition of reflecting emotion. It was set in an expression of concern and sorrow. [La voce di Baley stava diventando più debole, e anche se Daneel sedeva immobile, la sua faccia era nell’inusuale condizione di riflettere un’emozione. Era fissata in un’espressione di preoccupazione e tristezza.] (Pagina 212). Elijah muore immediatamente dopo aver parlato con lui, e Daneel si sente mancare, ha bisogno di appoggiarsi e restare fermo a lungo. Una reazione normale per un robot che non è riuscito a onorare la Prima Legge, ma mi piace pensare anche una reazione normale per qualcuno che ha appena perso una persona cara.
…frustrante: nel flashback in cui vediamo la prima volta che Mandamus e Amadiro si sono incontrati perché il primo voleva proporre all’altro il suo piano per distruggere la Terra, Mandamus si perde in un sacco di spiegazioni che seccano sia noi che Amadiro, anche se per noi sono necessarie, e poi quando finalmente il giovane rivela il piano, a noi non viene detto!
…emozionante: quando Daneel formula per la prima volta la Legge Zero, e riesce a parlare anche se gli è stato ordinato di stare zitto, perché comprende finalmente che la salvaguardia dell’umanità è più importante della salvaguardia di una singola persona (vedi in basso frase spoiler a pagina 329). Tra l’altro l’emozione continua perché Vasilia vuole farlo smantellare e lui non oppone resistenza visto che a rischio è la sua esistenza e non quella di esseri umani, ma per fortuna Giskard lo salva!!!
Nuove parole/cose scoperte
Curiosità
Asimov usa nel romanzo il sistema metrico decimale (cosa di cui lo ringrazio), e ad un certo punto del libro scopriamo che è perché considera le altre unità di misura scomparse dopo l’inizio dell’era spaziale e l’unificazione della Terra, cosa che trovo geniale perché immagino che se davvero si riuscisse a unificare politicamente il pianeta accadrebbe davvero una cosa del genere, anche se non mi era mai venuta in mente: Asimov ha pensato proprio a tutto!
Anche in questo romanzo ho potuto cogliere un rimando ai vecchi racconti dei robot: viene nominato, ancora una volta come leggenda terrestre, un personaggio apparso in Io, Robot, Stephen Byerley, politico candidato a diventare sindaco di New York ma sospettato di essere un robot.
Mini recensione
Robots And Empire by triaxe |
Ambientazione: Aurora, Solaria, Baleyworld, Terra; circa 3600 d.C.
Sfide
Un po’ di frasi
Daneel: Non sono sicuro, signora Gladia, come descrivere al meglio il mio stato interiore. […]
Gladia: Ma devi sentire qualcosa.
Daneel: Mi sento come se potessi prendere decisioni più rapidamente di quanto io possa normalmente; le mie risposte sembrano venire più facilmente; i miei movimenti sembrano richiedere meno energia. Potrei interpretarlo generalmente come una sensazione di benessere. Almeno ho sentito gli esseri umani usare quella parola, e sento che ciò che si intende descrivere è qualcosa di analogo alle sensazioni che ora sperimento.
Pagina 210 | Leggi> |
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Pagina 329 | Leggi> |
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explicit | Leggi> |
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* Per chi non le conoscesse:
- Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Da Io, Robot
Non conoscevo questa saga, e la recensione l’ho letta saltellando in giro… e nulla, il tuo entusiasmo mi ha convinto a recuperarla ^
Premetto che Asimov mi è sempre piaciuto tantissimo, in tutto quello che ho letto, quindi forse sono un po’ di parte, ma è veramente una bellissima saga! Almeno questa parte dei robot, poi per le successive ti saprò dire in futuro! :)
Grazie della risposta sotto l’altro post! Il tuo blog è bellissimo! Ho provato a cercarti anche su Goodreads ma non ti ho trovata :(
Di nulla, e grazie a te, sei troppo buona! :”>
Sì, sono su Goodreads, mi chiamo sempre Phoebes e l’icona che ho è la stessa che uso qui.
http://www.goodreads.com/user/show/4958349-phoebes