Orlando Furioso – Canto VIII

Ben ch’esser donna sia in tutte le bande
danno e sciagura, quivi era pur grande.

Sono rimasta un bel po’ indietro con questo GDL, le vacanze di Natale mi hanno rallentata un sacco! Spero di rimettermi presto in pari, anche perché la storia si fa sempre più interessante! :)

In questo Canto ho notato, più che nei precedenti, quanto sono buffi i nomi stranieri italianizzati: Albany diventa Albania, e fin qui neanche tanto strano. Ma poi c’è Berwik che diventa Beroicche, e Bordella che ho trovato davvero divertente al posto di Bordeaux! :)

La trama segue ben quattro storyline, più una digressione.
Iniziamo con Ruggiero che prosegue la sua metaforica e fisica trasferta verso la virtù, affrontando un deserto per raggiungere Logistilla. Intanto Melissa smantella allegramente il regno di Alcina, liberando tutti i suoi ex amanti trasformati, tra cui quindi anche Astolfo.
Ma perché non convien che sempre io dica, né ch’io vi occupi sempre in una cosa, io lascerò Ruggiero in questo caldo, e girò in Scozia a ritrovar Rinaldo (vv. 21,5-8), il quale si ricorda finalmente di essere andato in Gran Bretagna per una ragione, e ottiene dai vari re l’aiuto per Carlo.
Angelica e l’eremita, Pierre Paul Rubens, 1626-1628 (Vienna, Kunsthistorisches Museum)
Ed ecco che ritorniamo ad Angelica! E scopriamo, sentendo i suoi stessi pensieri, che la sua purezza sulla quale Ariosto aveva scherzato non era una finzione. E la fanciulla appare anche essere piuttosto modesta: io son giovane, e sono tenuta bella, o sia vero o bugia. (vv. 42,3-4). Ma che forse l’abbiamo tutti giodicata male, porella? In queste poche strofe a lei dedicate in questo Canto la vediamo passare da una sciagura all’altra: prima l’anziano eremita tenta di violentarla (e non ci riesce solo perché impotente), poi viene rapita per essere data in pasto a un mostro marino! Ma povera Angelica!
E a proposito di questo mostro marino, terribile la digressione della storia di Proteo: ancora una volta donne vittime della crudeltà degli uomini! Addirittura la fanciulla che inizia la tragedia viene stuprata dal dio e poi per questo uccisa dal suo stesso padre, e dopo di lei tante altre sacrificate! E lasciamo Angelica in procinto di essere la prossima vittima.
Infine, nella stanza 68 veniamo a sapere che Orlando è andato a Parigi in cerca proprio di Angelica, e FINALMENTE, rullo di tamburi, nella strofa 71 l’eroe eponimo entra in scena!!!! E lo troviamo a soffrire per Angelica, e già a dare qualche segno di quel “furore” che il titolo ci ha promesso, perché sogna la sua bella sola e in preda ai pericoli (cosa tra l’altro effettivamente vera), e solo per questo sogno piglia e parte col cavallo Brigliadoro e insegne nere alla ricerca dell’amata, senza dire una parola né al suo re né all’amico Brandimarte. E qui Ariosto principia una piccola digressione su costui e su sua moglie, ma solo un accenno: Di questi dua non vi dico or più inante; che più m’importa il cavallier d’Anglante. (vv. 90,7-8) Ecco, a me invece questi due incuriosivano molto di più! :) Ma, se ho capito bene, Ariosto ha solo rimandato la loro storia.

L’ambientazione, poiché seguiamo storie diverse, cambia un sacco di volte. Prima ci troviamo nel deserto di Ruggiero, come già detto metafora del faticoso cammino dai vizi alla virtù. Poi siamo su una spiaggia sulle coste della Guascogna con Angelica, che viene rapita e portata sull’isola di Ebuda. Ed ecco che ci spostiamo un’altra volta, andiamo a Parigi assediata, e subito la lasciamo per chissà quali nuovi luoghi.

Quel che seguí, ne l’altro canto è scritto.

Un po’ di frasi

La notte Orlando alle noiose piume
del veloce pensier fa parte assai.
Or quinci or quindi il volta, or lo rassume
tutto in un loco, e non l’afferma mai:
qual d’acqua chiara il tremolante lume,
dal sol percossa o da’ notturni rai,
per gli ampli tetti va con lungo salto
a destra et a sinistra, e basso et alto.
La prima apparizione di Orlando
(Ottava 71, Pagina 209)

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