Serie di Robert Langdon
Il Codice Da Vinci →
«Veramente questo è il tuo piano per evitare il disastro? […] Decifrare un’indicazione messa lì quattrocento anni fa in chissà qualche codice matematico, seguirla e fare una caccia al tesoro fra i monumenti e le chiese di Roma che solo i più geniali scienziati della storia sono riusciti a portare a termine… e il tutto in quattro ore.»
Langdon si strinse nelle spalle. «Hai una proposta migliore?»(Pagina 211)
Dopo aver sentito dire tutto e il contrario di tutto su questo autore ho deciso che volevo farmene un’idea di persona, e mi sono decisa a cominciare, come si conviene, dal primo libro della serie.
Quando il cadavere di uno scienziato viene rivenuto con un marchio a fuoco sul petto, il direttore del CERN decide di non chiamare la polizia ma di far venire un professore americano, Robert Langdon, che ha scritto dei libri sulla famosa ma ormai estinta (o almeno così si credeva) setta degli Illuminati. Langdon non lo sa ma quella chiamata di primissimo mattino lo porterà a vivere una straordinaria avventura nella Città Eterna in una lotta contro il tempo per salvare la Città del Vaticano.
Come tutti, suppongo, anch’io sono spesso preda del pregiudizio. Almeno per quanto riguarda i libri, però, cerco di superarlo come posso, e uno dei modi che ho scelto è di non parlare (né bene né male) di qualcosa (romanzo o autore che sia) che non conosco. Ovviamente non riesco a farlo proprio con tutto tutto, certi pregiudizi preferisco tenermeli piuttosto che leggere un libro che proprio non mi va. Ma Dan Brown scrive thriller, un genere che apprezzo molto, e poi il film de Il Codice da Vinci non mi era dispiaciuto, quindi ho pensato di provare col primo romanzo della serie, il cui titolo mi ispirava, e che ho trovato su Bookmooch. Bè, devo dire che ne sono rimasta piuttosto soddisfatta, perché era un po’ come mi immaginavo, ma meglio di quel che temevo.
L’ambigramma degli illuminati creato da John Langdon insieme agli altri presenti nel libro. Foto di scandinavian_illuminati. |
La trama si basa sulla rivalsa che la mitica setta degli Illuminati vuole finalmente prendersi sulla Chiesa cattolica. È abbastanza interessante, anche perché unisce alla storia, dell’arte e non, un po’ di ritrovati supertecnologici ma non troppo fantascientifici. Gli Illuminati entrano in gioco fin da subito perché la vicenda prende l’avvio con il ritrovamento di un cadavere marchiato a fuoco con un ambigramma (scritta perfettamente simmetrica che può essere letta anche a rovescio, QUI per saperne di più), e questi simboli illuministici (ne scopriamo altri nel corso del libro) sono veramente meravigliosi! Sono opera di John Langdon, e a questo punto mi viene da chiedermi se l’identità col cognome del protagonista del libro sia solo un caso, o non sia invece un omaggio di Brown a questo straordinario artista.
A parte gli ambigrammi la storia è comunque interessante, personalmente amo molto gli enigmi, ancor di più se coinvolgono l’arte o la storia o entrambe. Come thriller è molto avvincente, gli omicidi abbastanza fantasiosi e violenti da soddisfare il mio lato truculo. La parte che mi è piaciuta di più, ovviamente, è quella riguardante la “caccia al tesoro” con gli indizi nascosti nelle opere d’arte.
La cupola del Pantheon, uno dei luoghi visitati nel libro. |
L’ambientazione è sicuramente la parte migliore. Iniziamo nel Massatchussets, facciamo una piccola tappa al CERN di Ginevra, ma per la maggior parte del tempo siamo nel centro storico di Roma, che a mio parere è il posto più bello del mondo urbanisticamente parlando. Come ho detto i misteri coinvolgono direttamente alcuni importanti monumenti, così ce ne andiamo in giro di corsa tra piazze, chiese, statue e fontane, più o meno famose.
Tra i personaggi non ce n’è nessuno memorabile. Robert Langdon non è riuscito a conquistarmi, pensavo avrei trovato affascinante tutta la sua cultura, ma alla fine si è rivelato un personaggio abbastanza inutile (nonostante tutte le situazioni rocambolesche da cui riesce a venire fuori più o meno tutto intero) e in un paio di occasioni è stato addirittura più lento di me a capire! Fisicamente, dalla descrizione che ne fa Brown non mi sembra molto Tom Hanks (l’attore che lo interpreta nei film), mi ha dato più l’idea di un Sebastian Roché brizzolato (specie per la voce profonda) oppure tipo uno Hugh Laurie.
Questo libro è stato pubblicato 15 anni fa, e forse allora il personaggio di Vittoria Vetra, coprotagonista insieme a Langdon del romanzo, mi sarebbe potuto piacere. Leggendolo oggi mi sembra gridare cliché a ogni pagina, per non parlare poi di quando si vuole vendicare perché ha sangue italiano nelle vene e sente una “sete ancestarle di vendetta […], un desiderio di difendere l’onore della famiglia che affondava le sue radici in un passato lontano.” Ma per favore!
Carlo Ventresca, il camerlengo, è forse il personaggio che ho trovato più interessante, tanto che quasi quasi mi è dispiaciuto che fosse lui il cattivo. Anche lui non è esente da critiche, comunque, specie quando fa in suo “discorsone” che tutti, anche i suoi detrattori, giudicano eccezionale quando a me è sembrato piuttosto banale.
Alcuni personaggi minori non sono male, altri li ho trovati invece troppo stupidi (specie i due comandanti delle guardie svizzere) ma, come ho detto, nessuno memorabile.
Lo stile di Brown a me non è dispiaciuto. Il romanzo è molto avvincente, anche se a volte alcuni “colpi di scena” non lo erano neanche un po’. Robert Langdon, con tutta la sua cultura, non capisce alcune cose che per me nella mia ignoranza erano abbastanza chiare (per esempio che i luoghi misteriosi degli illuminati formavano una croce, e che quindi l’ultimo doveva essere piazza Navona, o che l’ultimo simbolo era l’insieme di tutti i precedenti), però va bè, perdoniamolo, dopo tutto quello che gli era capitato in quella giornata forse non ragionava più bene! Il romanzo non tralascia alcuni cliché del genere, ma, appunto, fanno un po’ parte del genere per cui non me ne stupisco né mi dispiacciono. Ho poi apprezzato molto la rapidità con cui si susseguono gli avvenimenti: si svolge tutto in una ventina di ore, quasi senza stacchi.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da piccolamimi. Era stato ideato per una sfida a cui ho partecipato tempo fa. Non avendolo mai usato a quel tempo, l’ho ripescato ora. |
Commento generale.
Rileggendo il mio commento mi pare di aver scritto più critiche che altro, eppure comunque se devo dare un giudizio complessivo devo dire che questo libro mi è piaciuto. Mi ha appassionato, l’ho letto con piacere, mi sono divertita a seguire i ragionamenti di Langdon sulle varie opere d’arte nominate, mi sono emozionata nell’entrare con lui nella Biblioteca Vaticana, e, insomma, ho passato ore molto piacevoli in compagnia di questo libro. Mi è piaciuto anche il finale, in cui scopriamo che alla fine gli Illuminati erano davvero scomparsi, ed era tutta opera di un solo uomo. La storia d’amore l’ho trovata scontata e insipida, ma per fortuna non occupa che una piccola parte del romanzo.
Nel complesso quindi un thriller che fa il suo dovere, senza brillare per caratterizzazione dei personaggi né per originalità, ma che sicuramente intrattiene e diverte.
Non so se leggerò altro di Brown, perché gran parte del piacere che ho provato nel leggere questo libro era dovuto all’ambientazione. Sono molto incuriosita da Inferno, mi piacerebbe vedere l’interpretazione di un americano su un testo che noi italiani conosciamo piuttosto bene per averlo studiato a scuola.
Copertina e titolo
La copertina della mia edizione non mi piace eccessivamente. Bello, anche se un po’ abusato, il particolare della Creazione di Adamo, ma passa in secondo piano perché tutta l’attenzione è su titolo e autore. Insomma, non mi piace particolarmente. Il titolo invece mi attirava e incuriosiva molto, ma non c’entra praticamente nulla col romanzo.
Mini recensione (1-5 parole)
Creation of Adam – study by ElsaKroese on DeviantArt |
Sfide
La sfida SalvaComodino versione 2015
La Sfida dell’Alfabeto 2015
La Sfida in Giallo 2015
Trasposizioni
Un po’ di frasi
explicit | Leggi> |
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Io all’epoca apprezzai molto i libri di Dan Brown – più per l’azione che per altro, ma in quel senso fanno decisamente il loro dovere :D Non so se, rileggendoli ora, mi piacerebbero allo stesso modo; ma concordo con te nel dire che sono storie avvincenti.
Bè, onestamente in effetti in un libro del genere io non cerco molto altro a parte l’azione. E infatti non è un libro che penso mi andrà mai di rileggere. Però un altro thriller del genere invece lo leggerei volentieri quando ho voglia di qualcosa di leggero ma che mi possa appassionare! :)
P.S. Tu l’hai letto Inferno?
No, non l’ho letto! Onestamente quando si tratta di Dante sono piuttosto puntigliosa e “possessiva”, passami il termine ;) So già che non mi piacerebbe leggere interpretazioni bislacche della Divina Commedia e quindi preferisco evitare direttamente di farmi venire cattivo sangue.
Infatti per questo te lo chiedevo, l’idea non posso negare mi incuriosisce moltissimo, ma allo stesso tempo mi “spaventa”! :)
Lo lessi praticamente quando lo pubblicarono. Il polverone che si era scatenato con “Il codice da Vinci” era spaventoso e somiglia un po’ alla storia che oggi viviamo per le 50sfumature. Come mio solito, ascoltai le varie campane, ma comprai entrambi i libri e scoprii, per la prima volta a spese mie, che il capolavoro editoriale non era il primo, ma il secondo libro… ovvero quello meno acclamato dalla critica. Trovai Il Codice molto banale e ricco di colpacci di scena piuttosto scialbi, mentre apprezzai da matti Angeli e Demoni. Mi piacque il rapporto religione/scienza, mi piacquero anche i personaggi, persino il colpevole, con il colpo di scena che – alla prima lettura – mi colpì come si doveva.
Lo lessi una seconda volta perché mi aveva proprio lasciato un bel ricordo, ma qualcosa era già cambiato, era passato un po’ di tempo e come lettrice ero cresciuta… si iniziano ad affinare gusti e preferenze, se lo leggessi adesso ci troverei buchi enormi e banalità che sicuramente prima non avrei mai notato.
ma di sicuro conservo un bel ricordo.
Ho regalato a mio padre Inferno e mi diedero, in offerta, l’ebook in regalo. Quindi tecnicamente ce l’ho anche io, ma ho un po’ paura di avventurarmi… chissà…
Guarda, non mi vorrei sbagliare ma credo che “Angeli e Demoni” venga prima de “Il Codice Da VInci” come libro, però non so perché quell’altro fece più successo e fu il primo a diventare un film. Proprio ieri chiacchieravo con un’amica di Dan Brown e lei mi ha detto di non aver apprezzato “Il simbolo perduto” mentgre invece “inferno” le è piaciuto. Quindi, insomma, pare che questo effetto di “uno sì uno no” lo fa un po’ a tutti! :)
A me i colpi di scena inquesto romanzo qui mi hanno un po’ deluso, ma forse quando una legge diversi libri del genere un po’ comuncia ad abituarsi e fiutare dove l’autore vuole andare a parare.
Comunque, continuo a ritenerlo una bella lettura, non eccezionale e assolutamente non esente da critiche, ma molto avvincente e pertanto a mio parere un buon thriller! :)