La ragazza che giocava con il fuoco



di Stieg Larsson

Millennium
Uomini che odiano le donne
La regina dei castelli di carta

Titolo: La ragazza che giocava con il fuoco
Serie: Millennium (2)
Titolo originale: Flickan som lekte med elden
Genere: thriller
Autore: Stieg Larsson (sito ufficialeWikipedia)
Nazione: Svezia
Anno prima pubblicazione: 2006
Ambientazione: Stoccolma (Svezia), 16 dicembre 2004 – 7 aprile 2005
Personaggi: Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander
Casa Editrice: Marsilio
Traduzione: Carmen Giorgetti Cima
Copertina: Ale+Ale
Pagine: 754
Provenienza: Webster.it – 11 settembre 2009
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 21 ottobre 2014
fine lettura: 25 ottobre 2014


Non esistono innocenti. Esistono solo diversi gradi di responsabilità.
Lisbeth

(Pagina 486)

Posso riassumere il mio commento a questo libro con una sola parola: WOW.

Mikael Blomkvist si è rimesso in piedi dopo lo scandalo che l’aveva mandato in prigione due anni prima, anzi, la sua rivista Millennium va meglio che mai. Anche Lisbeth Salander se la passa meglio: ha il cuore spezzato ma vuole rimettere a posto la sua vita. Purtroppo il destino non è tanto d’accordo con lei.

Non ricordo più quand’è stata l’ultima volta che ho letto un libro così, uno di quelli che non riesci a posare, con cui fai le ore piccole perché non li vuoi proprio mollare, quelli a cui pensi in continuazione mentre non puoi leggere, perché hai lasciato i personaggi in qualche situazione spinosa e devi assolutamente tornare da loro per sapere come stanno. Un romanzo di intrattenimento puro, che però non manca di farti anche un po’ male, fermandoti a riflettere su quanto sia vero quello che dice, quanto ancora e sempre tristemente attuale.

The Girl Who Played With Fire by Maru-Light on deviantART

La trama riparte pressappoco da dove ci eravamo fermati col primo libro della trilogia, con Lisbeth che si gode i soldi presi a Wennerström e cerca di dimenticare il suo cuore spezzato, mentre Mikael si gode la notorietà e il successo di Millennium e prepara un nuovo scoop. Seguiamo le loro vite separatamente e quelle di altri personaggi, vecchi e nuovi, fino ad arrivare agli omicidi che mi hanno colto totalmente di sorpresa e che danno il via ad un’indagine che si muoverà in contemporanea tra polizia, Mikael, Lisbeth e anche qualche altro attore.

Nel primo libro il tema era quello del titolo, “uomini che odiano le donne”. Ogni parte in cui era diviso il romanzo iniziava con una citazione sulla violenza contro le donne. In questo secondo libro il tema di fondo non è cambiato, però ci concentriamo molto di più sui personaggi, in particolare Lisbeth, e le citazioni sono sulla matematica, passione che la ragazza scopre all’inizio e che devo dire mi ha molto affascinato.

L’ambientazione mi ha colpito meno dell’altra volta, quando abbiamo passato un sacco di tempo ad Hedestad, posto freddissimo dai paesaggi stupendi, mentre qui siamo principalmente a Stoccolma. Nel corso del romanzo vengono fatti molti nomi di persone o luoghi svedesi, e a volte anche programmi tv o cose del genere. Sono contenta che non li abbiano “adattati” alla cultura italiana, però devo ammettere che una notarella a piè di pagina per spiegarci di che si trattava l’avrei gradita.

I personaggi principali sono sicuramente uno dei punti forti del romanzo. Iniziamo incontrando Lisbeth, che sta girando il mondo e la prima tappa l’ha fatta a Genova per operarsi al seno. Nel corso del libro scopriamo un sacco di cose sul suo passato, tra l’altro che ha una sorella gemella! In questo libro viene solo nominata, chissà se la incontreremo mai! Conosciamo invece suo padre, un mostro che Lisbeth cercò di uccidere quando aveva 12 anni per salvare la madre che veniva picchiata e abusata, un episodio che lei ricorda come Tutto il Male perché ha portato al suo ricovero in un ospedale psichiatrico e a conseguenti violenze psicologiche da parte del medico sadico e corrotto (ma tutti lei li incontra?).

Lisbeth Salander by BarTouv on deviantART

Lisbeth in questo romanzo viene accusata di un triplice omicidio, e i media sbandierano la sua vita ai quattro venti, e devo ammettere che ogni tanto anch’io avevo dei dubbi sulla sua innocenza.

Mikael passa un po’ in secondo piano, in questo romanzo la protagonista è senza dubbio Lisbeth, e non solo perché più presente, ma anche perché focalizza del tutto l’attenzione, esplodendo quanto e più che nel precedente, con la sua forza, i suoi problemi, la sua scontrosità, la sua feroce indipendenza. Il nostro giornalista rubacuori è comunque presente e importante, e devo dire che l’ho apprezzato forse ancora di più come personaggio rispetto al precedente libro in cui era lui il protagonista. Mi ha colpito in particolare il modo in cui vede le relazioni tra uomo e donna, ovvero in maniera totalmente opposta al classico “uomo che odia le donne”, però è anche un donnaiolo, cosa che potrebbe sembrare in contrasto (e infatti nel precedente romanzo, senza volerlo e senza neanche accorgersene, ha spezzato il cuore di Lisbeth). E’ anche un testardo idealista, un ingenuo lo definisce lei più di una volta, però devo ammettere che a me piace anche per questo.

I personaggi secondari invece sono una nota leggermente negativa, in quanto risultano tutti po’ “bianchi e neri”: se sono contro Lisbeth sono anche meschini e maschilisti, se non peggio, e spesso con qualcosa da nascondere. Se sono personaggi positivi, non sono mai veramente contro di lei. Piccola aggiunta che non c’entra niente: un personaggio si chiama Per-Åke: ma che nome è?!? :)

Lo stile minuzioso di Larsson a me piace parecchio. Lui non ti dice “Lisbeth ha fatto la spesa” ma ti dice di preciso cosa ha comprato. Ho letto ai tempi del primo libro alcune critiche a questa prolissità di dettagli, ma a me invece piace moltissimo. Insieme alla sua precisione nelle date (ci dice ogni volta in quale giorno è ambientato ogni capitolo) contribuisce a mio parre a rendere tutto molto più vero e sentito. A parte questa particolarità lo trovo comunque molto affascinante, estremamente competente in qualsiasi cosa racconta, e capace di coinvolgere pesantemente ad ogni pagina. Non ho difficoltà a trovargli anche dei difetti, come la netta divisione in schieramenti dei personaggi secondari di cui ho parlato prima e l’amore per le coincidenze, ma gli si perdona tutto facilmente quando ti fa passare qualche giorno in puro diletto tra le sue pagine.

La copertina mi piace molto, è stata palesemente creata apposta per il libro, ed è sicuramente d’effetto (anche se dalla decrizione che ne dà nel libro il tatuaggio di Lisbeth dovrebbe essere più esteso in altezza. Il titolo lo trovo bellissimo: è accattivante, e attinente al romanzo in maniera azzeccata e, come dire, affascinante.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Polly; l’ho scelto perché il personaggio rappresentato, Abby Sciuto di NCIS, assomiglia un po’ a Lisbeth con l’aria dark, i tatuaggi e i piercing, pur essendo le due diversissime per carattere (Abby è estremamente solare e socievole!)

Commento generale.

Il secondo volume della trilogia di Millennium si conferma bello quanto il primo: settecentocinquantaquattro pagine che ho divorato in men che non si dica. Mi è piaciuto veramente tutto: la trama, i personaggi, lo stile, il tema, il poliziesco, l’introspezione… c’è qualche piccolo difettuccio ma, come ho detto, li perdono a Larsson più che volentieri per via di tutto il resto che è una lettura straordinaria!

Curiosità

Durante tutto il libro Lisbeth legge testi di matematica, tra cui il suo preferito, e quello di cui sappiamo di più, è Dimensions in Mathematics di L.C. Parnault. Mi è venuta veramente un grandissima voglia di leggere anch’io questo libro, ma ho paura che non ci capirei molto… comunque mi ha (ovviamente) incuriosito moltissimo la questione del teorema di Fermat, la cui dimostrazione il matematico del XVII secolo che lo formulò non volle rivelare e che fu scoperta solo nel 1994. Lisbeth ovviamente si rifiuta di andare a vedere la dimostrazione e cerca di arrivarci da sola. Ci riuscirà nel momento più improbabile, quando sta per affrontare suo padre, trovando non la spiegazione di Wiles del ’94, realizzata con una matematica che ai tempi di Fermat non esisteva, ma una molto più semplice ed elegante… che ovviamente Larsson non rivela! E non vale!!!! :)

Sfide

Mini recensione in 5 parole

Ti cattura dall’inizio alla fine

Un po’ di frasi

Era legata con cinghie di cuoio a una stretta branda con il telaio in acciaio. Le cinghie tese sopra il torace premevano. Era stesa sulla schiena. le mani bloccate all’altezza dei fianchi.
[incipit]
Tutto d’un tratto aveva intuito la logica implacabile che doveva esistere dietro calcoli e formule, e questo la condusse agli scaffali della matematica nelle librerie universitarie. Ma fu solo quando aprì Dimensions che le si spalancò davanti un mondo completamente nuovo. La matematica era in realtà un puzzle logico dalle variazioni infinite – enigmi che avevano una soluzione.
(Pagina 33)
C’è una sorta di prospettiva di genere nella mia tesi. Capita raramente che un ricercatore possa fissare i ruoli con tanta precisione. Donne vittime, uomini colpevoli. A eccezione di qualche donna che trae anche lei profitto da questo commercio, non esiste nessun’altra forma di criminalità in cui i ruoli sessuali stessi siano un presupposto del reato. Non esiste nemmeno nessun’altra forma di criminalità in cui l’accettazione sociale sia così vasta e la società faccia così poco per reprimere l’illecito.
Mia Bergman a proposito del trafficking
(Pagina 122)
Lisbeth Salander era la donna che odiava gli uomini che odiano le donne.
(Pagina 695)
explicit Leggi

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