Mercoledì al Museo (14) – Speciale Londra:
(2) Jane Austen’s House Museum

Questa rubrica sarà postata di mercoledì, ma sicuramente non ogni mercoledì. Si parla di arte, di artisti, di musei, di archeologia, di architettura… tutti argomenti che mi appassionano ma di cui non sono sicuramente un’intenditrice. Lo scopo di questa rubrica è quindi fare una chiacchierata su cose che vedo, sento, leggo, eccetera. Spero vi piacerà! :)

Durante la mia vacanza londinese avevo programmato due gite fuori porta. Poi, un po’ per le tante cose che volevo vedere in città, un po’ per i costi dei trasporti, ho dovuto cambiare idea e rinunciare a Stonehenge. A visitare la Casa-Museo di Jane Austen però non ci ho rinunciato! E meno male, devo dire, perché anche se in questo modo ho “perso” una giornata londinese, quella passata sulle orme della Cara Zia Jane è stata oltremodo emozionante e soddisfacente!
Ho cominciato prendendo il treno dalla stazione di Waterloo, direzione Alton. Da sempre il treno è il mio mezzo di trasporto preferito per le lunghe distanze, e attraversare così la bellissima campagna inglese ha aggiunto a questa giornata un’altra piacevole esperienza. Arrivata alla stazione di Alton (che già mi delizia per la presenza di una biblioteca libera e gratuita) mi incammino per la cittadina, perché ho deciso di arrivare a Chawton a piedi seguendo il Jane Austen Trail (vedi link alla fine del post). Purtroppo la mia incapacità di orientarmi (nonostante avessi con me la mappa) mi ha fatto perdere diversi dei punti di interesse che avrei dovuto incontrare nella passeggiata, che tra l’altro è probabilmente la stessa che faceva Jane quando si recava ad Alton. Per fortuna mi sono goduta comunque la camminata perché Alton è una cittadina carinissima, con un sacco di case pittoresche, locali, fiori (tanti tanti fiori!), e quant’altro.

Alcune vedute di Alton: l’insegna del pub The White Horse, un piccolo giardino privato e il pub French Horn, una delle poche cose del Jane Austen Trail che non mi è sfuggita!

Sbagliando una strada dopo l’altra, alla fine sono riuscita ad arrivare a Chawton, che è ancora più carina di Alton! Sembra proprio un paesino da fiaba, con case carinissime, tanto che per alcune si fatica davvero a credere che possano abitarci persone normali, ti aspetti che prima o poi esca fuori un hobbit, o Biancaneve, o qualcosa del genere.

Una delle case di Chawton (proprio vicino al Museo, tra l’altro): non vi sembra una casa finta, da Once Upon a Time?

E poi, finalmente, arriviamo alla casa di Jane Austen.

L’entrata della Casa-Museo, con l’insegna.

Devo stare qui a descrivere l’emozione che mi ha presto ad essere lì? :) Superata la biglietteria, la prima cosa ad accogliere i (pochi, ma non pochissimi) visitatori è il giardino. E già di per sé questo giardino merita la visita perché è veramente bello! Ci sono moltissimi fiori, l’effetto è di un’armoniosa esplosione di colori, e il bello è che sono tutte piante che probabilmente gli Austen coltivavano davvero, in quanto per la maggior parte piante edibili o officinali.

Alcune vedute del giardino. Su quella panchina in basso a sinistra mi sono seduta più volte per riposare e anche per ammirare il resto del giardino.

Entrando nella casa vera e propria visitiamo le varie stanze che purtroppo non sono proprio tutte le stesse in cui viveva Jane: la casa è stata abitata fino al Novecento, e quindi ha subito varie modifiche. I mobili sono d’epoca, anche se non tutti realmente appartenuti alla famiglia Austen. Per ognuno c’è comunque una descrizione che ne spiega la provenienza. In ogni stanza ci sono molti quadri, alcuni d’epoca, altri moderni ma comunque correlati con Jane Austen, o Chawton, o la casa. Oltre ai mobili nelle varie stanze ci sono vestiti e oggetti vari, anche questi, come i mobili, risalenti all’epoca di Jane Austen, o che riguardano in qualche modo lei e i suoi romanzi, o infine che le appartenevano davvero (come un bellissimo set da cucito cinese, o alcune porcellane, o ancora alcuni fazzoletti di Cassandra con le iniziali ricamate da Jane). E non dimentichiamo il famoso anello, quello di cui Jane parla nelle sue lettere, che era stato comprato da un privato ma per fortuna è stato ricomprato dal Museo così ho potuto ammirarlo insieme alla collana e al braccialetto coordinati! :)
Una delle prime cose che ho incontrato entrando è stato uno scrittoio che apparteneva al padre di Jane. Non si trovava quindi nella casa di Chawton, ma proviene da una precedente abitazione della famiglia (quando, appunto, il padre era ancora vivo). Dice la targhetta con la spiegazione che Jane aveva libero accesso alla libreria attaccata a questo scrittoio, e che quindi molto probabilmente l’aveva usata anche lei. Ora contiene svariate copie di libri di e su Jane Austen, tra cui una bellissima edizione di Pride and Prejudice con il pavone in copertina.

Lo scrittoio del Reverendo Austen. Nella vetrina, in basso a destra, si intravede la famosa edizione col Pavone di Pride and Prejudice.

I libri di e su Jane si trovano un po’ in tutta la casa, in particolare ogni tanto incontravamo qualche teca con qualche preziosa edizione, in tante lingue diverse, molte delle quali erano copie di Mansfield Park di cui si celebra quest’anno, come sapete, il Bicentenario della prima pubblicazione.
Ma più importante di tutti è sicuramente il famosissimo tavolino! Che grandissima emozione entrare in sala da pranzo e scorgerlo lì, nell’angolino! Anche se ne avevo sentito tanto parlare, mi ha comunque stupito vedere quanto fosse effettivamente poco appartato! Cioè, la stanza non è per niente grande, il tavolino è quasi appiccicato al tavolo da pranzo! Guardandolo, mi sono tornate in mente le parole di Virginia Woolf: e mi chiedevo se questo romanzo sarebbe stato migliore se Jane Austen non avesse ritenuto necessario nascondere il manoscritto ai visitatori*, avesse avuto uno spazio privato, una “stanza tutta per sé” dove poter scrivere in pace. Chissà.
Non so se riesco a spiegare bene l’emozione che mi ha dato vedere questo tavolino dal vivo. Innanzitutto, è sempre bellissimo trovarsi davanti agli occhi qualcosa che finora abbiamo visto solo in fotografia. E’ uguale, è proprio lui, l’ho riconosciuto subito, ma allo stesso tempo è diverso, è diventato all’improvviso più vero, perché ce l’ho a portata di mano (è isolato da pannelli trasparenti, ma comunque ho potuto sfiorarne la superficie), e zia Jane si sedeva proprio lì, curva su quel tavolino a scrivere gli ultimi dei suoi romanzi, alzando gli occhi guardava fuori da quella finestra, o li faceva vagare per la stanza… insomma, proprio lì ha vissuto alcuni dei più importanti momenti degli ultimi anni della sua vita. Lì, dov’ero io in quel momento! Non so se vi rendete conto! Va bè, la smetto! :)

Il famoso tavolino!!!!

Dopo passato un bel po’ di tempo in contemplazione del tavolino (e essere tornata a osservarlo più volte) ho proseguito con la visita della casa. Inutile descrivervi ogni singola stanza, finirei col tediarvi troppo, ma sappiate che era tutto meraviglioso! Tra le altre cose che mi hanno colpito ci sono diversi giochi dell’epoca in avorio (alcuni anche citati nei romanzi) e la presenza in alcuni punti della carta da parati originale, con un motivo a foglie che mi è piaciuto molto (tanto che mi sono comprata anche un segnalibro che lo ritrae) ma che soprattutto è uno dei pochi “pezzi” di questa casa che sono rimasti com’erano quando ci abitava zia Jane!

I resti della carta da parati originale.

La visita alla casa per una Janeite è veramente un’emozione dopo l’altra, ma devo dire che proprio il Museo di per sé, al di fuori dell’insana passione che uno può avere per Jane Austen, è davvero ben fatto e tenuto benissimo. Per esempio ho apprezzato tanto un piccolo particolare: quasi ogni davanzale, mensola, ripiano, in ogni stanza, aveva un piccolo vaso di fiori che, ho chiesto, provenivano dal già citato e molto apprezzato giardino.

Vasi di fiorellini posti su ogni possibile superficie.

Uscita dalla casa la visita continuava in cucina (un edificio separato), dove era possibile confezionarsi un profumatissimo sacchetto di lavanda essiccata da portare a casa per profumare la biancheria (inutile dire che anche la lavanda proviene sempre dal giardino del Museo). Leggendo i resoconti di altre Janeite sapevo di questa possibilità, e sapevo che era anche possibile scrivere con penna e calamaio per provare come si scriveva ai tempi di Jane Austen, ma non so perché stavolta non era possibile. Peccato! Erano comunque a disposizione dei visitatori cappelli e simil-vestiti (anche da uomo) per farsi una foto in stile Regency. Ne ho approfittato anch’io, ma solo con i cappelli (carinissimi sunbonnet ), per farmi qualche selfie austeniano! Sappiate che mostrare la mia immagine su internet è una cosa che non faccio mai, ma devo dire che questi cappelli mi donavano proprio! :)

Mix di immagini dalla cucina: io che provo i sunbonnet, il sacchetto di lavanda che mi sono confezionata, il tavolo dove si preparava, il camino, i vestiti a disposizione degli ospiti.

Dopo qualche altra visita al giardino e un’altra sbirciatina alla casa, ho concluso il mio tour con la Bakehouse, cioè (credo) il forno dove si cuoceva il pane, in cui è conservato anche il carrettino monoposto trainato da un asinello che apparteneva alla famiglia Austen. Infine, come sempre dopo la visita ad un Museo, non può mancare una puntatina allo shop. C’erano veramente molte meraviglie da comprare, ma mi sono attenuta a cose più utili e piccole (anche perché non è che avevo tanto spazio in valigia), e ho preso solo qualche segnalibro e una bellissima penna.
Finita la visita al Museo, non è ancora però finita la mia visita a Chawton perché, seguendo sempre il Jane Austen Trail, sono andata a fare un’altra passeggiatina per la città per andare a vedere la chiesa di San Nicola. Questa chiesetta si trova vicino a Chawton House, residenza del fratello di Jane, Edward, quindi lei ha sicuramente visitato la casa molte volte. Ora ospita una Biblioteca dedicata alle donne scrittrici. Non sono andata a visitarla, rapita dalla bellezza della chiesa, e un po’ me ne dispiace… sarà per la prossima volta! :) Comunque la chiesa di St. Nicholas purtroppo andò in gran parte distrutta da un incendio nel 1871, quindi quella che vediamo ora non è affatto quella in cui si recava la nostra Jane per le funzioni. E’ comunque molto pittoresca, con belle vetrate, e in particolare sono rimasta oltremodo affascinata dal cimitero sito praticamente nel cortile della chiesa. Ora, io non sono una patita di certe cose, nonostante la mia passione per vampiri&simili non mi sono mai sentita particolarmente attratta dai camposanti, ma questi cimiteri inglesi piccolini, con le tombe nel terreno e le lapidi messe un po’ a casaccio, in mezzo al verde, li trovo molto affascinanti!
Jane non è sepolta qui, ma ci sono le pietre tombali della madre e della sorella.

Una veduta della chiesa di San Nicola, l’annesso cimitero e, in alto a sinistra, le lapidi delle due Cassandra, madre e sorella di Jane.

Ok, adesso la mia escursione austeniana è proprio finita. Lasciate che vi intrattenga però ancora un pochettino! Perché dopo la visita sono andata a mangiare alla sala da tè che si trova proprio di fronte al Museo. Ne avevo letto sul sito della Jane Austen Society of Italy, e siccome nella mia settimana londinese ho pranzato praticamente sempre con l’Afternoon Tea, non potevo lasciarmi scappare l’occasione di prenderlo anche alla tearoom Cassandra’s Cup. Bè, tra tutti i tè del pomeriggio che ho potuto gustare durante quella vacanza, questo è stato senza dubbio il migliore! Sarà perché me lo sono goduto potendo guardare dalla finestra la casa di zia Jane? Forse, ma di sicuro non solo, perché è stato veramente l’Afternoon Tea più bello, più buono, più ricco e anche più economico. E la sala da tè è piccolina ma graziosissima! Consiglio a tutti di concludere (o spezzare, o anche iniziare, insomma, come volete voi!) la vostra visita al Jane Austen’s House Museum e a Chawton con una puntata alla Cassandra’s Cup, non ve ne pentirete!!

Un collage di immagini dal Cassandra’s Cup: il mio tavolino, il soffitto simpaticamente decorato con tazze appese, e la golosissima alzatina con dolcini, scoones e finger sandwitch.

Una giornata veramente speciale quella che ho passato in visita alla Casa-Museo di Jane Austen. Scusatemi se mi sono dilungata tanto nel parlarne, ma, credetemi, mi sono anche contenuta non poco! Avrei voluto dire molte più cose, commentare ogni singola foto che ho fatto, descrivervi ogni minimo particolare! Raccontarvi tutto è stato un po’ un modo per rivivere questa splendida esperienza, quindi non mi sarei fermata mai! Infatti vedete come mi sono sfiziata a fare collage perché non riuscivo proprio a scegliere una sola foto per certi argomenti! A proposito, già che parlo di foto, in basso tra i link utili trovate anche uno a tutte le mie foto scattate quel giorni, insieme ovviamente ad altri siti davvero utili, che vi consiglio caldamente di visitare se volete anche voi regalarvi il piacere di una visita alla Cara Zia Jane! :D

Una lavagna magnetica nel giardino del Museo su cui i visitatori potevano divertirsi a lasciare brevi messaggi. Le lettere erano un po’ poche, ma sono riuscita a scrivere almeno l’essenziale! :)

Link utili

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