Le Cronache del ghiaccio e del fuoco
← Il portale delle tenebre
A Dance with Dragons →
Titolo: A Feast for Crows
Serie: Le Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song of Ice and Fire) – 4
Titolo italiano: Il banchetto dei corvi (diviso in Il dominio della regina e L’ombra della profezia)
Genere: fantasy
Autore: George Raymond Richard Martin (sito ufficiale – Wikipedia)
Nazionalità: statunitense
Anno prima pubblicazione: 2005
Ambientazione: Continente Occidentale (Westeros)
Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Brienne di Tarth, Sansa Stark, Arya Stark, Samwell Tarly, Aeron “Damphair” Greyjoy, Asha Greyjoy, Victarion Greyjoy, Areo Hotah, Arys Oakheart, Arianne Martell
Casa Editrice: Bantam Books
Copertina: © Larry Rostant
Pagine: 1060
Provenienza: Book Depository
Link al libro: SITO UFFICIALE – IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 22 aprile 2014
fine lettura: 7 giugno 2014
We had one king, then five. Now, all I see are crows, squabbling over the corps of Westeros.
Avevamo un re, poi cinque. Ora, tutto quello che vedo sono corvi, che litigano sul cadavere del Continente Occidentale.Lord Rodrik Harlaw, detto il Lettore
(Pagina 237)
E’ la prima volta che leggo Martin in inglese, ed è stata senza dubbio un’esperienza molto positiva. Però il libro non mi ha soddisfatto come i precedenti, soprattutto perché non ho approvato la scelta di Martin di parlare solo di alcuni personaggi e rimandare gli altri al prossimo romanzo. Questo però significa solo che a questo libro ho dato 4 stelline invece delle solite 5, perché mi è comunque piaciuto non poco.
Ad Approdo del Re la Regina Reggente Cersei tanta di concentrare il potere su di sé, eliminando (anche fisicamente) gli avversari, e trovandosi così anche sguarnita di aiutanti. Nelle Isole di Ferro il re Balon Greyjoy è morto, e il suo successore non è ancora stato deciso. Brienne parte alla ricerca di Sansa, mentre Arya si ferma a Braavos. Jon invia Sam alla Cittadella insieme a Gilly e al Maestro Aemon, mentre Sansa si finge la figlia di Ditocorto. Infine, a Dorne, le figlie di Oberin e la loro cugina Arianne tramano vendetta.
Come negli altri libri della serie anche in questo la trama si spezzetta in tante sottotrame quanti sono i personaggi di cui leggiamo i punti di vista. E come nei libri precedenti, per buona parte del romanzo non succede nulla di particolare, ci sono volute circa 400 pagine perché finalmente accadesse qualcosa di (seppur vagamente) interessante. Nonostante questo il libro comunque non è noioso, si legge sempre con piacere anche perché l’alternarsi dei punti di vista ci fa passare da capitoli su personaggi che magari ci interessano di più con qualche parentesi di vicende di cui ci importa di meno, riuscendo comunque sempre a mantenere viva l’attenzione. Io per esempio ho preferito i capitoli ambientati a Dorne, e quelli su Brienne, assai meno quelli su Cersei (che però, purtroppo, erano la maggior parte!) e gli altri alcuni più, alcuni meno. Quando a metà libro mi sono resa conto che alcuni personaggi ancora non li avevamo mai incontrati, tipo Daenerys e Tyrion, ho capito che qualcosa non quadrava… soltanto a fine libro però ho avuto la conferma, quando Martin stesso lo spiega in una postfazione dal titolo “Nel frattempo, sulla Barriera…”. Siccome mentre scriveva si è reso conto che stava venendo fuori un ilbro troppo lungo, ha pensato di dividerlo in maniera diversa: invece di raccontare metà storia per tutti i personaggi, ha preferito raccontare tutta la storia per metà personaggi. Scusatemi se lo dico, ma: che idea del cavolo! Io l’ho trovato estremamente irritante! Tra l’altro, il buon Martin dice in succitata prefazione che il libro successivo era previsto per l’anno dopo, e invece c’ha messo sei anni, dico SEI per pubblicarlo! Chissà quanto ci farà aspettare per il prossimo, per continuare con i personaggi che abbiamo lascio in questo qui… uffa!!!
L’ambientazione è sempre quella del Continente Occidentale, più qualche puntatina a Oriente. Soprattutto molta dell’azione si svolge ad Approdo del Re, ma le parti che ho apprezzato di più, come ho detto, sono state quelle a Dorne, dove credo non eravamo mai stati finora. Un posto arido, desertico, in cui l’acqua è un bene prezioso, e scorre copiosa solo nel Palazzo dei Giardini d’Acqua, un posto in cui il sole è un’arma letale tanto quanto la lancia che lo accompagna sullo stella della casa Martell. E tutto questo in barba al resto dei Sette Regni, dove, alla fine, l’inverno è arrivato.
Ma veniamo alla parte senza dubbio più interessante: i personaggi! Ce ne sono un bel po’ di nuovi, o totalmente, oppure facce note ma di cui non avevamo mai letto il punto di vista (di seguito, POV – Point Of View). Iniziamo con le isole di Ferro, dove facciamo conoscenza del “Profeta”, ovvero Aeron Greyjoy, che ci introduce all’ennesima lotta per il potere. Eh, sì, qui non si fa in tempo ad ammazzare un re che ne spunta fuori qualcun altro! Ammetto però che la parte relativa agli uomini di Ferro mi ha annoiato un poco, perché non me ne piace neanche uno di questi personaggi, a parte Asha, la “Figlia del Kraken“.
Molto più interessante, come ho già detto, la situazione a Dorne. Abbiamo ben tre diversi punti di vista anche qui, e anche qui i due maschietti mi interessano fino ad un certo punto, mentre le donne mi piacciono molto di più! Le Sand Snake, i Serpenti di Sabbia, le figlie illegittime di Oberyn, le vediamo di sfuggita, alcune vengono a mala pena nominate, ma già mi piacciono molto! Ma, diciamo la verità, le donne di Dorne mi piacevano già prima di conoscerle! Già da come ne sentivo parlare s’era capito che sono più libere di costumi, e soprattutto possono ereditare il titolo dei genitori, che non va soltanto di figlio maschio in figlio maschio come negli altri regni. Interessante personaggio comunque anche l’attuale principe di Dorne, il gottoso Doran Martell, specie quando scopriamo che la sua pacatezza e remissività nei confronti dei Lannister è solo una copertura, in realtà dal giorno della morte della sorella lui sta covando una vendetta, un tantino più organizzata di quella del fratello Oberyn (che i sette dèi lo abbiamo in gloria): far sposare suo figlio con Daenerys, e riportare quindi i Targarien sul trono! Ed è un piano che cova da anni, tanto che in principio era deciso a far sposare la figlia con Vyseris! Drogo, non ti saremo mai troppo grati per averli squagliato il cervello, perché Arianne Martell mi piace molto, non mi avrebbe proprio fatto piacere saperla sposata al quel mostro!
Un nuovo POV, ma di un personaggio che già conoscevamo bene, è quello di Cersei. Con la morte del figlio e del padre si trova a comandare praticamente da sola i Sette Regni, ed è convinta di essere l’unica degna erede di Tywin, ma in realtà si dimostra piuttosto stupida e infantile, e l’unica cosa che può davvero accomunarla con lui è la crudeltà. Miete vittime a destra e a manca (ci prova anche con Bronn ma per fortuna lui si salva!) e fa una mossa assurda dopo l’altra, sempre convinta di stare tessendo sottilissimi intrighi, e di avere tutto e tutti sotto controllo, sempre a ripetersi che lei è una leonessa e non deve temere niente e nessuno. Prima di entrare, per così dire, nella sua testa, devo dire che il personaggio di Cersei mi piaceva. Era cattiva, sicuramente un personaggio negativo, ma interessante. Ora che abbiamo avuto un assaggio (anche piuttosto corposo, visto che credo i capitoli dedicati a lei fossero la maggior parte) devo dire che mi ha deluso grandemente. Dulcis in fundo, alla fine abbiamo la prova che è proprio una cretina fatta e finita perché finisce intrappolata nella stessa rete che aveva teso alla povera Margaery, e le sta proprio bene! Il libro finisce lasciandola veramente in cattive acque… che per caso ce la togliamo di torno definitivamente? Un po’ mi spiacerebbe: non ci rimane più nessuno di cui vendicarci!
Altro nuovo POV è Brienne, ma qui grande gioia perché adoro il personaggio! E durante il suo viaggio alla ricerca di Sansa si imbatte in Podrick, che la segue perché, senza Tyrion, non sa più cosa fare e quindi cerca anche lui Sansa sperando possa tenerlo con sé, visto che è la legittima moglie del suo ex padrone. Che strana e improbabile coppia! Comunque, la povera Brienne continua ad essere trattata malissimo ovunque va da tutti, che non possono tollerare che non sia bella e che voglia essere un cavaliere. La fine del libro ce la lascia in una situazione bruttissima: dopo essere scampata per miracolo alla morte, la rediviva Lady Catelyn (che finalmente rivediamo!) vuole farla impiccare perché la crede in combutta coi Lannister. E ora per sapere che ne è stato di lei (e del povero Podrick!) mi toccherà aspettare non il prossimo libro ma quello dopo ancora! Che tra l’altro non è ancora uscito!
Maledetto Martin!
Jaime non mi ha entusiasmato particolarmente in questo romanzo. Anche lui come Cersei (anche se molto meno) risente dell’eredità di Tywin, cercando di essere degno figlio di suo padre. Una sua zia, però (non ricordo il nome) dice una cosa molto molto interessante: secondo lei il vero figlio di Tywin è Tyrion.
Sansa e Arya, lontane e ignare di cosa sta accadendo all’altra, hanno però una cosa in comune: diventano in questo libro qualcun altro. Sansa (che ha ancora solo 13 anni: nella serie tv l’hanno fatta un bel po’ più vecchia che mi dimentico che qui è solo una bambina!) si finge la figlia bastarda di Ditocorto, Alayne, e ad un certo punto i suoi capitoli prendono quest’altro nome. La stessa cosa succede ad Arya che dall’altra parte del Mare Stretto, dopo alterne vicende, prende a farsi chiamare Cat dei Canali. Mi spiace dirlo ma comincia ad annoiarmi un po’ la parte dedicata ad Arya. Lei come personaggio mi piace sempre ma la sua storia sta ormai prendendo una piega talmente lontana da quella degli altri personaggi (a parte quando incontra di sfuggita Sam) che sto perdendo interesse. Vedremo che succederà in futuro!
Infine, l’ultimo POV che seguiamo in questo libro è quello di Sam: anche lui intraprende un viaggio, per la Cittadella, insieme al Maestro Aemon, a Gilly e al suo bambino. Arriverà a destinazione solo a fine libro, proprio nell’ultimo capitolo, a chiudere così il cerchio aperto con il prologo che proprio nella Cittadella era ambientato.
Vengono nominati un po’ qui un po’ lì alcuni altri personaggi, e vorrei qui dire due parole su quelli che mi interessano di più.
Varys, non ricordavo, è sparito quando Tyrion è scappato. Chissà dov’è! Spero lo rivedremo, magari nel prossimo libro!
Davos dovrebbe comparire come POV nel prossimo romanzo, e non vedo l’ora perché in questo libro qui veniamo a sapere da Cersei che è stato catturato, e poi ucciso! Possibile? Ci comunicano così la sua morte? Non ci credo!!
Ditocorto, oh Ditocorto! Continua ad essere disgustevole e meraviglierrimo nei suoi complotti. Non riesco a capire se Sansa si sta davvero affezionando a lui, oppure comprende solo che è al momento il suo migliore alleato… certo se sapesse della parte che lui ha avuto nella morte di suo padre…
Bronn non compare mai, essendosene andato con la sua nuova moglie incinta (non di lui) e il suo nuovo titolo. Sentiamo comunque parlare di lui e anche a distanza si fa amare perché ha chiamato il figliastro Tyrion! :)
Rivediamo il Pesce Nero, lo zio di Catelyn, sempre un gran bel personaggio, che tra le altre cose è ancora rimasto fedele agli Stark!
Infine, non posso non menzionare anche lui: il Ser Pounce che tanto sta deliziando il web dopo essere apparso nella serie qualche episodio fa esiste anche nei libri! :) (Per chi non seguisse il telefilm: sto parlando del gatto di Tommen! :)
Leggendo per la prima volta Martin in lingua ho scoperto che usa uno stile un po’ antiquato, usa parole e modi di dire desueti, dando così un sapore più epico al tutto: purtroppo in italiano tutto questo andava perduto! Motivo in più per essere contenta di averlo finalmente letto in originale!
A fine romanzo, come al solito, c’è il who’s who dei Sette Regni, e io me lo leggo ogni volta religiosamente, anche se penso che andrebbe meglio messo all’inizio, così uno ripassa un po’ i personaggi! Comunque, leggendolo mi è venuto da chiedermi se per ogni singolo nome che leggiamo Martin abbia in mente un viso e/o una biografia. Ricordo che in un’intervista Umberto Eco disse che aveva creato un background per tutti i monaci de Il nome della rosa, anche per quelli di cui a malapena viene detto il nome. Certo loro erano penso un po’ di meno!
La copertina di questa edizione la trovo, onestamente, piuttosto bruttina, e anche poco attinente col titolo e con la storia. Quasi quasi rimpiango quelle italiane che sempre non c’entravano niente, ma almeno di solito erano belle! Il titolo invece i piace molto: “un banchetto per i corvi”, è quello che questo mondo è diventato, con morte e distruzione ovunque.
Commento generale.
Una lettura come sempre molto piacevole, però stavolta non sono riuscita a dare il massimo come era accaduto nei precedenti libri della saga. Un po’ perché per gran parte del libro non succede nulla di particolare, un po’ perché proprio non m’è piaciuta l’idea di parlare solo di metà personaggi, un po’ anche perché ci sono molti più POV, e anche se mi sono piaciuti molto alcuni di quelli estemporanei mi hanno dato un po’ l’impressione che quella che era una bellissima particolarità della saga, ovvero di essere raccontata solo dal punto di vista di alcuni personaggi, stia perdendo di importanza. Comunque, come ho detto, resta pur sempre una gran bella lettura!
E come facevo nei commenti ai precedenti libri, ecco come al solito la lista dei quesiti, vecchi e nuovi, che ancora non hanno trovato una risposta:
domande e/o questioni irrisolte | Leggi> |
---|---|
Sfide
La sfida grammaticale 2014
Mini Recensioni 2014
Sfida delle letture in lingua 2014
Sfida dei Mattonazzi 2014
Mini recensione in 3 parole
Un po’ di frasi
Septon Meribald: E’ essere di nascita comune che è pericoloso, quando i grandi signori giocano il loro gioco dei troni.
explicit | Leggi> |
---|---|
Wow!!:)
C’è voluto un po’ di tempo, ma direi che è valsa la pena aspettare !:)
Grazie! :) Se poi recuperi la serie, fammi sapere!
P.S. Il sito di cui ti parlavo da dove ho preso le immagini, è questo qui: http://www.deviantart.com/