Questa rubrica sarà postata di mercoledì, ma sicuramente non ogni mercoledì. Si parla di arte, di artisti, di musei, di archeologia, di architettura… tutti argomenti che mi appassionano ma di cui non sono sicuramente un’intenditrice. Lo scopo di questa rubrica è quindi fare una chiacchierata su cose che vedo, sento, leggo, eccetera. Spero vi piacerà! :)
Foto di José-Manuel Benito (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
Ultimamente sto riscoprendo il piacere dell’arte. Ho in bozza già un alto Mercoledì oltre a questo, e se tutto va bene prima della fine del mese dovrei averne anche qualcun altro perché ho in programma qualche vera visita museale. Per oggi invece un post su un’arte che purtroppo io non ho (ancora) mai potuto ammirare dal vivo: l’arte preistorica.
Perché? Qualcuno potrebbe chiedersi. Bè, innanzi tutto perché io nasco Antropologa, e anche se poi la vita mi ha portato verso altri lidi, sono sempre un po’ nel mio elemento quando si parla di uomini preistorici. Poi ho deciso di provare (e sottolineo provare) ad affiancare ad ogni nuova puntata di Reading History un Mercoledì al Museo sull’arte di quel periodo, o su un’opera sola quando arriveremo a periodi molto più prolifici da questo punto di vista. Cominciamo quindi come sempre dall’inizio, e vediamo di rimetterci in pari.
Quando parliamo di arte preisorica ci riferiamo essenzialmente a quella realizzata dall’Homo sapiens. L’arte da parte dei Neanderthaliani è ancora un argomento controverso, anche se alcune prove a favore ci sono.
La stragrande maggioranza delle forme d’arte comparse nella preistoria risale a partire dal Paleolitico superiore in poi. Una delle espressioni più famose sono senza dubbio i graffiti. Per graffito si intende in generale un disegno o un’iscrizione ottenuta incidendo con uno strumento appuntito una superficie dura (per esemoio pietra o ceramica).
I “graffitari” paleolitici disegnavano sfruttando le irregolarità delle pareti, utilizzando quindi una sporgenza per la schiena di un bue, una rientranza per un muso, o l’arco delle zampe, eccetera. Queste pitture erano realizzate all’interno di grotte (o, almeno, queste sono le immagini che sono arrivate fino a noi), e una delle più famose è quella di Altamira in Spagna, detta la Cappella Sistina dell’arte quaternaria (18.000-13.000 a.C.) per la grande quantità e bellezza di disegni ritrovati al suo interno. In particolare ci sono i famosi bisonti (come quello nell’immagine qui a lato) che, non lo sapevo, erano dipinti a grandezza naturale.
Qual era lo scopo di questi disegni? La teoria più accreditata è che avessero un qualche significato magico e/o propiziatorio, per la caccia, ovviamente, ma molti sono invece contrari a questa teoria. Un’altra interessante supposizione (perché purtroppo certezze non avremo mai da questo punto di vista!) è che i dipinti fossero realizzati da professionisti dell’arte che si spostavano di zona in zona offrendo il loro talento alle varie tribù.
Non mancano testimonianze scultoree di quest’epoca, le più famose sicuramente le cosiddette Veneri. Le veneri sono statuette raffiguranti corpi femminili, contraddistinte dal piccolo formato e da caratteri sessuali particolarmente spiccati. A causa di questa caratteristica il loro scopo propiziatorio stavolta appare fuor di dubbio: servivano a procurare fertilità. Possiamo essere abbastanza sicuri di questo in quanto, a differenza dei graffiti che erano molto realistici, queste statuette sono stilizzate, addirittura prive di volto. La Venere di Willendorf dell’immagine qui a fianco, per esempio, non ha una faccia, ma un’elaborata acconciatura a trecce che copre tutta la testa, su tutti i lati. Molto evidenti sono invece gli enormi seni, il ventre e il pube: pare piuttosto evidente il desiderio di tutelare con questa immagine le donne dall’infecondità.
Parliamo ora invece di architettura. Questa forma d’arte compare molto più in ritardo rispetto alle altre, per ovvi motivi: bisogna aspettare il Neolitico (grossomodo
6 000 a.C., ma la data varia molto di zona in zona) con l’avvento dell’agricoltura e la fine del nomadismo. Infatti soltanto quando l’uomo inizia a vivere stabilmente in uno stesso posto comincia a costruire abitazioni permanenti, utilizzando anche materiali come la pietra, che hanno resistito ai millenni e sono giunti fino a noi.
Un esempio famoso di architettura preistorica, anche se non riguarda le abitazioni, è sicuramente Stonehenge, nell’Inghilterra meridionale. Si tratta di un cròmlech (cerchio di pietre, dal gallese cròm, “curvo” e lèch, “pietra”) edificato nella prima metà del II millennio a.C., formato da dolmen (i due pilastri con il terzo sopra poggiato di traverso) e menhir (i pilastri singoli). Ancora non sia sa quale fosse la funzione di questa struttura architettonica né come abbiano fatto a realizzarla, considerato che i monoliti pesano fino a 50 tonnellate e a quel tempo gli ignoti costruttori disponevano solo di forza umana per trasportarli, modellarli, sollevarli e fissarli nel terreno.
Altra testimonianza architettonica preistorica sono i nuraghi. Il nuraghe è una costruzione tipica della Sardegna, di forma tronoco-conica, cotruita con massi naturali sovrapposti a secco, adibita a dimora fortificata. Si tratta probabilmente del primo esempio di architettura in pietra, di magazzino o edificio eretto secondo norme e tipologie precise. Risalgono al II millennio a.C. e il nome deriva dal sardo antico nurra, che significa “mucchio di sassi”. Sono una testimonianza estremamente affascinate di un’epoca assai lontana, ed è una vera vergogna che io non li abbia mai visitati, visto poi che sono così vicini!!! Voi ci siete mai stati?
Villaggio nuragico di Barùmi, XV secolo a.C.; Sardegna
Le immagini (tranne la prima) e le definizioni presenti in questo post provengono dal libro La storia dell’arte 1 – Dall’arte preistorica al gotico / Alberto Cottino, Michele Dantini Silvia Guastalla (libro di Storia dell’Arte di mia sorella, in quanto il mio non lo trovo più, credo di averlo a suo tempo venduto!)
2 pensieri riguardo “Mercoledì al Museo (09): Arte Preistorica”
Che meraviglia! Pensare che i nostri antenati erano già capaci di creare arte mi emoziona sempre. Ho visto Stonehenge e mi ha colpita moltissimo, è davvero imponente… chissà se risolveremo mai il mistero della sua costruzione. Senz’altro è stato il frutto dell’impegno e della forza di moltissimi uomini.
Mi piacerebbe anche andare a vedere le pitture rupestri, spero di poterlo fare in futuro :)
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Che meraviglia! Pensare che i nostri antenati erano già capaci di creare arte mi emoziona sempre. Ho visto Stonehenge e mi ha colpita moltissimo, è davvero imponente… chissà se risolveremo mai il mistero della sua costruzione. Senz’altro è stato il frutto dell’impegno e della forza di moltissimi uomini.
Mi piacerebbe anche andare a vedere le pitture rupestri, spero di poterlo fare in futuro :)
Oh, che bello, sei stata a Stonehenge! Io, forse, ci andrò quest’estate… speriamo!!