Dove siamo?
Mediterraneo orientale Quando siamo?
3000 a.C. circa – 574 a.C.
Per questa parte di lettura ho utilizzato questi libri: I popoli antichi 1 / Antonio Brancati (il mio libro di storia di IV ginnasio) Cronologia delle scoperte scientifiche / Isaac Asimov
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Ritorniamo, dopo una lunghiiiiissima pausa, col Reading History. Dopo l’India torniamo nel nostro Mediterraneo a conoscere quelli che sono probabilmente i più famosi naviganti del mondo antico.
Ogni volta che scrivo un post per Reading History vorrei iniziarlo dicendo quanto mi è mancato, e ripromettermi di non lasciar passare più così tanto tempo prima del prossimo… speriamo di riuscirci davvero questa volta!
In questo capitolo il mio libro mi ha portato a conoscere due diverse civiltà che hanno condiviso l’esplorazione via mare partendo dal Mediterraneo orientale.
I Cretesi
Mentre in Egitto e in Mesopotamia si sviluppavano le fiorenti civiltà di cui abbiamo già parlato, a Creta, un’isola del Mar Egeo, se ne sviluppava un’altra per certi versi molto diversa. Siamo nel periodo di passaggio dall’età del bronzo a quella del ferro, e gli abitanti di quest’isola, grazie alla posizione molto vantaggiosa, sviluppano quella che al giorno d’oggi definiamo talassocrazia. A dire il vero non tutti gli storici sono d’accordo su questo punto. Certo è che a partire dal 2300 a.C. per circa 1000 anni i Cretesi paiono i padroni incontrastati del Mar Mediterraneo.
Su questa civiltà abbiamo informazioni sia dirette che indirette. Ce ne parlano per esempio anche Omero, Tucidide e Strabone, e anche, ovviamente, i miti. Chi non conosce infatti, almeno per sentito dire, o per averlo visto in Pollon, della leggenda del Minotauro? Bè, ha delle basi storiche. A Cnosso, la città più importante, c’è infatti davvero il palazzo di Minosse. Quest’ultimo però non è affatto il nome proprio di un re, bensì un nome comune, come era quello di Faraone per gli Egizi. E il Minotauro era probabilmente il re in persona, perché usava vestirsi con corna e pelli di toro come simbolo di fecondità e ricchezza. Anche il famoso labirinto ha un fondamento storico: si tratta infatti probabilmente del Palazzo di Cnosso, sui cui muri erano scolpite delle asce a doppio taglio, o làbrys, da cui appunto la parola labirinto; il fatto poi che il palazzo fosse ricco di stanze, spesso aggiunge successivamente e quindi in maniera disordinata, creava nel visitatore un senso di smarrimento, per cui il termini labirinto ha preso il significato per cui lo conosciamo oggi di luogo intricato da cui è difficile uscire. Infine, pare che il tributo di giovani vittime da parte di Atene come cibo per il Minotauro volesse simboleggiare un reale tributo di schiavi, a riprova dell’egemonia cretese dell’epoca.
L’arte cretese è interessante, ma non voglio dilungarmi a parlarne adesso, magari potrei provare a farci un Mercoledì al Museo, vedremo. Qui dirò solo che all’interno del palazzo di Cnosso è stato trovato quello che è ritenuto il più antico trono europeo, fatto di marmo decorato con fregi, soprattutto nell’alta spalliera.
Le prime scoperte riguardo alla civiltà cretese di devono principalmente a due studiosi: l’inglese A. Evans e il tridentino F. Halbhern, a capo di una missione scientifica italiana all’inizio del Novecento.
La civiltà cretese è importante per noi sottomolti aspetti, primo tra tutti il fatto che si tratta della prima civiltà europea della storia. I Greci (acheo-dori) dai quali solitamente si considera originata la nostra civiltà, sono a loro volta debitori nei confronti dei cretesi per moltissime cose. Da essi appresero infatti come coltivale l’ulivo, la vite, il fico, ma anche la metallurgia, il commercio, l’uso di pesi e misure, ovviamente la navigazione, e anche l’arte.
Intorno al 1400 a.C. la civiltà cretese va incontro ad una imporovvisa decadenza, dovuta probabilmente a qualche evento “catastrofico”: un terremoto, un incendio, forse un’invasione nemica, oppure un’eruzione vulcanica. Nel 1470 a.C., infatti, una terrificante esplosione vulcanica distrusse l’isola di Thera a nord di Creta, e le ceneri e lo tsunami derivanti dall’eruzione potrebbero aver devastato Creta in maniera talmente grave che la civiltà non fu più in grado di riprendersi.
I Fenici
Il nome “fenici” deriva dalla parola greca che significa rosso. Questo popolo era così chiamato per via della tintura rosso porpora che ricavavano dal mollusco mùrice, ed è ancora oggi una delle cose per cui sono più famosi, insieme al fatto di aver fondato Cartagine (ma quella è un’altra Storia).
I fenici erano originari di una zona che corrisponde grossomodo all’odierno Libano, ma fondarono molte colonie in tutto il Mediterraneo, ognuna delle quali indipendente dalla nazione d’origine. Si trattava quindi di città-stato non organizzate tra loro, e per questo motivi subirono continuamente invasioni straniere.
Abbiamo pochi reperti storici su questo popolo, anche perché le scoperte fenicie erano tenute gelosamente segrete.
La storia fenicia si può dividere in tre età, a seconda della città preponderante in quel periodo:
età prima o giblitica, dalla città di Gebel (fino al 1500 a.C.)
età seconda o sidoniana, da Sidone (fino al 1209 a.C.)
età terza o tiria, da Tiro (fino al 574 a.C.)
I fenici furono grandissimi navigatori, e colonizzarono gran parte delle coste del Mediterraneo, e non solo: si spinsero fuori dallo stretto di Gibilterra, e pare arrivassero fino in Scandinavia per i loro commerci. Tra le città da loro fondate possiamo ricordare le odierne Cadice, Marsiglia, Palermo, Marsala e Cagliari, per citarne solo alcune. Grazie ai loro commerci ebbero la funzione di ponte tra l’Oriente e l’Occidente, propagando la civiltà grazie alla fortunata espansione di un popolo, che non ha mai fatto ricorso alle armi per conquistare popoli e mercati. (G. Bornate, da I popoli antichi 1 di Antonio Brancati)
Scoperte scientifiche (e non)
I Cretesi hanno inventato le scalinate: né gli Egizi né i popoli dell’oriente antico realizzarono mai nulla di simile allo scalone che doveva trovarsi in una facciata interna del Palazzo di Cnosso (vedi immagine più in alto).
Ben più prolifici in quanto a invenzioni furono i Fenici. Innanzi tutto inventarono la già citata tintura rossa resistente, ricavata dal murice (Bolinus brandaris). Poi costruirono le galee, le prime navi dotate di remi a non essere usate solo sui fiumi. I Fenici crearono i primi empori commerciali del mondo antico e, come abbiamo già detto, la colonizzazione fu un’invenzione fenicia. (G. Gentili, da I popoli antichi 1 di Antonio Brancati).
Infine, intorno al 1500 a.C. i Fenici inventarono l’alfabeto. E’ triste pensare che di queste invenzioni così straordinarie non si conosce l’autore! L’idea infatti ebbe origine da esigenze estremamente pratiche di contabilità, e consisteva semplicemente nella creazione di una serie di segni grafici che invece di simboleggiare parole rappresentassero dei suoni, e dall’unione di più simboli sonori si potessero poi formare le parole. I primi due simboli furono l’aleph e il beth, da cui la parola alfabeto. Questa straordinaria invenzione ha avuto luogo soltanto una volta nella Storia umana: tutti gli altri alfabeti in uso oggi, compreso il nostro, derivano da quello fenicio.
Altri libri inerenti questo periodo storico ma che ho letto in altri momenti:
per ora nessuno!
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Benedetti i Fenici e l’alfabeto :)
Post interessante come sempre – un bel ripasso di storia antica fa sempre bene!
Grazie cara! Io mi diverto molto a scrivere questi post! Spero di riuscire a farlo un po’ più frequentemente in futuro! :)