di Stephen King
Quasi tutti pensavano che l’uomo e il ragazzo fossero padre e figlio.Attraversavano il paese diretti a sudovest su una vecchia Citroën, tenendosi sulle strade secondarie, sostando spesso. Si fermarono in tre luoghi prima di giungere a destinazione; la prima volta nel Rhode Island, dove l’uomo alto coi capelli neri lavorò in una fabbrica tessile; quindi a Youngstown, nell’Ohio, dove passò tre mesi alla catena di montaggio d’una fabbrica di trattori; e infine in una piccola città californiana vicina al confine con il Messico, dove fece il benzinaio e si mise a riparare le piccole auto europee con un successo che gli riuscì del tutto imprevisto e gradito.[incipit]
Non mi ha convinta questo romanzo di King sui vampiri, forse troppo datato per i miei gusti.
Titolo: Le notti di Salem
Titolo originale: ‘salem’s Lot
Genere: horror, vampiri
Autore: Stephen King (sito ufficiale – sito italiano – Wikipedia)
Nazionalità: statunitense
Anno prima pubblicazione: 1975
Ambientazione: Jerusalem’s Lot, Maine (USA), dal 5 settembre 1975 al 6 ottobre 1976
Personaggi: Ben Mears, Susan Norton, Matt Burke, Jimmy Cody, Mark Petrie, Padre Callahan, Richard Straker, Barlow
Casa Editrice: Bompiani
Traduzione: Carlo Brera
Copertina: Aurelia Raffo
Pagine: 441
Provenienza: Biblioteca
Link al libro: IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 12 dicembre 2013
fine lettura: 31 dicembre 2013
Ben Mears, uno scrittore, torna nel paesino di Jerusalem’s Lot, nel Maine, dove aveva passato un po’ di tempo da bambino ospite di una zia. Torna per scrivere un nuovo romanzo ed esorcizzare così le paure che lo perseguitano da quando da piccolo per una scommessa era entrato nella fatiscente Casa Marsten e aveva vissuto una terribile esperienza. Arrivato nel Lot, come lo chiamano familiarmente gli abitanti, scopre che la casa è stata venduta, e i proprietari stanno per trasferirsi in città. Quando scompaiono alcuni bambini, Ben non può fare a meno di collegare l’evento con i nuovi abitanti di Casa Marsten. Non è l’unico a pensarla così.
Uffa, mi spiace davvero chiudere l’anno con un libro che ho trovato tiepidino! Soprattutto considerato che stiamo parlando di Stephen King! Però non posso farci niente, questo romanzo mi ha entusiasmato assai poco.
La trama non è male: un paesino del nordamerica si svuota all’improvviso, rimanendo deserto. Facciamo un passo indietro e scopriamo il motivo della sparizione di tutte quelle persone. Ma lo scopriamo veramente molto lentamente, e sarà che ormai i vampiri sono fin troppo abusati ma i momenti emozionanti erano veramente pochi, e la maggior parte del libro se n’è andata nel’attesa che succedesse finalmente qualcosa.
L’ambientazione è il tipico paesino del Maine, chiamato Jerusalem’s Lot, o ‘salem’s Lot, o soltanto “il Lot”. Siamo nel 1975, periodo in cui è uscito il libro, e devo dire che l’età si nota, o almeno credo che sia anche questo uno dei motivi che mi hanno fatto non amare questo romanzo, l’ho trovato troppo datato per i miei gusti.
I personaggi sono la cosa che mi è piaciuta di più di questo romanzo, ma neanche loro sono proprio perfetti. Innanzi tutto tutti credono ai vampiri piuttosto velocemente e con una certa facilità. Capisco che il male fosse così percepibile da rendere tutti molto più suggestionabili, ma per Ben e soci era veramente troppo facile convincere quasi chiunque ad aiutarli. Comunque a parte questo devo dire che più o meno mi sono piaciuti tutti, e mi è piaciuto come King ci ha fatto entrare per un poco nella vita di ognuno, in modo da conoscere un po’ di abitanti del Lot, e non solo i protagonisti.
In particolare mi sono piaciuti molto il dottor Jim Cody che dimostrando un incredibile sangue freddo riesce a fermare l’infezione vampiresca che l’aveva colpito (peccato solo che non sia stato spiegato meglio come ha fatto) e padre Callahan, unico personaggio che conoscevo già per averlo incontrato nella serie della La Torre Nera, ma ricordavo assai poco di lui. Che brutta sorte la sua in questo romanzo! Per aver avuto un attimo di dubbio, ha perso la fede in un momento prezioso ed è stato condannato! Non è diventato un vampiro perché non è stato morso, ma ha bevuto il sangue di Barlow quindi è diventato, se ho capito bene, una specie di essere maledetto, marchiato come Caino.
Lo stile di King è come sempre accattivante, ma non è riuscito a coinvogermi né a farmi stare sulle spine per molto. All’inizio l’atmosfera ambigua del paesino, il fatto che non si sapesse cosa succedeva, ma solo che doveva essere qualcosa di orribile, mi stava piacendo, ma poi s’è tirata un po’ troppo per le lunghe, e le scene di azione vera sono troppo poche e rapide. Inoltre l’espediente di iniziare la storia già dopo la sua fine, e poi riandare indietro per raccontare tutto, se all’inizio mi aveva incuriosito, poi è passato dalla parte delle note negative. Infatti nei primi capitoli King ci presenta un uomo e un ragazzo che vagano per l’America, come fuggendo da qualcosa. Non sappiamo chi sono, ma lo capiamo subito appena li conosciamo nel lungo flashback a ‘salem’s Lot, e quindi fin da subito sappiamo che sono gli unici due che si salveranno, e questo toglie non poco pathos alla storia, secondo me.
Il finale poi però m’è piaciuto molto.
La copertina la trovo piuttosto brutta, veramente non ho altre parole per descriverla. Il titolo italiano non è male, col riferimento alla notte fa immaginare il tema del romanzo, però preferisco l’originale (‘salem’s Lot) proprio perché non dice nulla se non il nome del paese, lasciando più spazio alla fantasia.
Commento generale.
I primi romanzi di King che ho letto, tutti correlati in qualche modo con la serie della Torre Nera, ricordo mi hanno tenuta incollata alle pagine, e appena li finivo ne volevo ancora e ancora. Ultimamente invece mi stanno impressionando sempre meno. Ora, per spiegare tutto ciò mi vengono in mente 4 possibilità: 1) a farmi piacere gli altri romanzi era la novità, ora mi sono abituata a King e non mi dicono più niente; 2) ero più giovane e impressionabile, ora forse questo tipo di storie non fa più presa su di me; 3) quelli erano effettivamente romanzi migliori di questi ultimi due; 4) gli ultimi due romanzi (questo e Shining) erano piuttosto vecchi, degli anni Settanta, quindi magari è solo che mi piace di più la produzione più recente del Re. Spero tanto che sia una delle ultime due, perché vorrei proprio tornare ad immergermi in un libro come mi succedeva con quelli della serie della Torre Nera, che mi prendevano talmente tanto che mi veniva addirittura da parlare come i personaggi!
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