Titolo: La Compagnia dei Celestini
Genere: narrativa umoristica (in realtà Benni ha uno stile tutto suo, non saprei come definire questo romanzo se non “benniano”!)
Autore: Stefano Benni (sito ufficiale – Wikipedia – Bennilogia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1992
Ambientazione: Gladonia (Paese inventato che rappresenta l’Italia), anni ’90 del XX secolo
Personaggi: Memorino Messolì detto il Filosofo, Luciano Diotallevi detto Lucifero, Bruno Viendalmare detto Alì, Celeste, i gemelli Finezza, Don Biffero, Don Bracco, Giulio Fimicoli, i fratelli Pelicorti
Casa Editrice: Feltrinelli
Copertina: Giuseppe Palumbo
Pagine: 283
Provenienza: Libreria
Link al libro: IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 23 novembre 2013
fine lettura: 29 novembre 2013
Poiché una piccola debolezza di quel paese era l’ossequio ai potenti, fossero essi collaudati benefattori statali o grandi famiglie mafiose. E dopo ogni cratere di bomba e spasmo di indignazione si scatenava l’asta per i diritti cinematografici, dopo ogni grido di orrore la corsa per intervistare lo scannatore, e dopo l’abbraccio ai parenti il pensiero più o meno espresso che la vittima se l’era un po’ cercata. E si correva a lavorare per il noto chiacchierato, per il riciclatore, per l’implicato, per l’amico di, e per il mafioso sì, ma tanto popolare.
(Pagina 215)
Era da tanto che non leggevo un libro di Benni, e mi spiace dirlo ne sono rimasta un po’ delusa.
Un gruppo di ragazzi fugge dall’orfanotrofio di Santa Celeste per partecipare al Campionato Mondiale di Pallastrada. Tra una misteriosa profezia, dei preti-segugi e il pericolo del mass media seguiamo le loro eroiche avventure.
Io adoro Benni e la sua prosa. Con la poesia e il teatro non mi ha convinto appieno, ma i romanzi e i racconti li ho sempre adorati. Fino ad ora. Ad essere onesta penso che se avessi letto questo qui come primo romanzo, forse mi sarebbe piaciuto molto di più. Ma dopo averne amati tanti altri forse le mie aspettative erano troppo alte, o forse questo romanzo non fa per me, non so, fatto sta che l’ho trovato molto meno entusiasmate di quanto pensassi.
La trama è di per sé interessante, con la storia della profezia, la pallastrada, gli orfani… eppure ha faticato a catturarmi, solo verso la fine ho cominciato a trovare questo romanzo emozionante. Prima si faceva leggere, sì, ma non mi prendeva, addirittura trovavo un po’ noiose le varie digressioni. Anche se i punti di forza di questo romanzo (come anche degli altri di Benni che ho letto) non risiedono tanto nella trama, per me è comunque una componente importante, e se non riesco a entrare nella storia, il mio gradimento ne risente.
I personaggi, penso la caratteristica benniana che amo di più, sono anche in questo romanzo assurdamente realistici, e mi sono piaciuti ma… ancora una volta, non così tanto! Non c’è nessuno a cui mi sono affezionata, nessuno che mi abbia colpito, in bene o in male, nessuno che mi abbia fatto esclamare “Benni, sei un genio!” come era accaduto per le precedenti letture. Forse gli unici che davvero mi hanno incuriosito sono i fratelli Pelicorti, di cui però leggiamo solo le imprese e/o le opere, e non li vediamo mai dal vivo.
Lo stile è quello tipico di Benni, con la sua ironia, le sue iperboli così assurde, ma che risultano così vere come metafora di situazioni reali. Eppure anche questo aspetto stavolta non mi ha conquistato. Ho trovato le digressioni un po’ noiose, i colpi di scena e le “carrambate” un po’ eccessivi, e per buona parte il libro non è riuscito a convincermi.
L’unico aspetto che non ha deluso le mie aspettative è senza dubbio l’ambientazione: siamo in un paese immaginario, Gladonia, di cui conosciamo alcune città (La Capitale, Banessa, Rigolone Marina) e alcuni rappresentanti politici (l’assessore al Malessere Generale Erminia Beccalosso e L’Egoarca Mussolardi), e non ci vuole un genio per riconoscere in Gladonia il nostro Paese, vorrei dire coi suoi vizi e le due virtù, ma di queste ultime non ce n’è neanche l’ombra. Da questo punto di vista nulla mi è sembrato noioso, o eccessivo, o poco interessante. Perché l’immagine triste, cattiva e sofferta dell’Italia, non solo quella di allora ma anche e soprattutto quella attuale, era così vivida e perfetta che quasi non sembrava una metafora.
La copertina della mia edizione è carina, con Santa Celeste in veste di arbitro e alcuni Celestini dietro di lei, su un campo di Pallastrada davanti ad una città in fiamme. Bella, però devo dire che la copertina vecchia mi piaceva di più!
Il titolo è normale ma bello, uno di quelli non eclatanti ma che alla fine entrano nel mito.
Commento generale.
Come ho detto, purtroppo questo romanzo mi ha deluso. Dal mio commento potrebbe però sembrare che proprio non mi è piaciuto, viste le tante critiche. La verità è che mi aspettavo molto di più. Forse se l’avessi letto senza tutta quell’aspettativa gli avrei dato una stellina in più, perché comunque, anche se non è riuscito a coinvolgermi, emozionarmi e stupirmi come avevo immaginato, obiettivamente penso si tratti di un bel romanzo. E’ una storia divertente ma anche molto triste, specie nel finale. Un romanzo attualissimo, scritto con un’ironia che definirei feroce, una descrizione lucida, pur con tutte le sue “pazzie”, dello stato attuale del nostro Paese, e non solo. Insomma, un Benni in gran forma, che quasi non mi spiego perché non sia riuscito ad ammaliarmi come le altre volte!
Sfide
Sfida Nascosta 2013
Sfida grammaticale – Aggettivi, nomi, verbi
Tutti diversi
Mini Recensioni
Io leggo italiano!
GARA D’AUTORE 5
Mini recensione in 5 parole
Trasposizioni
Un po’ di frasi
il benessere ci ha tolto tutto
mamma mettimi giù
delle tue carezze non ne posso più.
seduti sul bordo di una piscina
si può suonare nudi e sporchi un riff di chitarra
in una suite dell’Hilton, insultando i camerieri
si può ruttare davanti ad un giornalista educato
e drogarsi sotto assistenza di un primario
si può essere solidali con gli indios
nella Bentley tra un aeroporto e un altro
ma un giorno le parole non ti ubbidiranno più
ti saliranno in gola, ti strangoleranno
tornerai a camminare lungo le strade miserabili
e capirai quante bugie hai detto, e per quanto.
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AMICI DELLA NEAPOLITAN POWER E FANS DEI GRANDI MAESTRI PINO DANIELE, EDOARDO ED EUGENIO BENNATO, ENZO GRAGNANIELLO ETANTI ANCORA VI INVITO CALDAMENTE A LEGGERE QUESTO LIBRO SCRITTO DAL NOTO AUTORE:ANTONIO G. D’ERRICO, CHE HA RESO BELLEZZA A QUESTA STORIA DI UN ARTISTA COME TONY CERCOLA. VI ALLEGO LA SCHEDA E INVITO QUESTO SITO A RECENSIRE QUESTO LIBRO APPENA USCITO PER I TIPI DELL’EDITORE ANORDEST.
Come conquistare il mondo con una buatta
Autore: D’Errico – Cercola
Dimensioni: 15 x 21 cm
Pagine: 224
Prezzo: 10.90 €
Codice ISBN: 978-88-98651-04-7
Data Pubblicazione: novembre 2013
Tony Cercola, un protagonista della musica d’autore che fa dell’esperienza musicale momento d’incontro, supportando con il ritmo e con l’energia, del suo animo in perenne fermento, interpreti del rock nostrano, come Edoardo Bennato, o del blues, come Pino Daniele.
Tony Cercola definito dalla critica unico erede di Gegè Di Giacomo, batterista di Renato Carosone, insieme a Tullio De Piscopo e Tony Esposito porta il ritmo oltre confine esibendosi in performances memorabili al Festival jazz di Montreux. In più occasioni avviene lo scambio e il confronto con mostri sacri del groove mondiale, da Bob Berg, Don Cherry, Naná Vasconcelos, Billy Cobham, e ultimamente con Bryan Ferry.
Il mondo fa da sfondo all’avventura artistica di Tony, che arriva a comporre e a proporre al pubblico brani propri. Nelle sue composizioni, le sonorità vesuviane delle origini si intrecciano con il fascino visionario di echi esotici delle popolazioni dell’Africa e dell’America Latina o di ballate convulse dei popoli dell’Europa dell’est. Un mondo che a tratti è gioia e attesa, quando non è amarezza e destino di chi aspetta una rivincita che “dovrà arrivare prima o poi”.
Il racconto si arricchisce di aneddoti, di incontri con la gente comune dei quartieri di Napoli, ma non solo. C’è Parigi, la storia d’amore con la nipote di Bobby Solo, interrotta dalla distanza chilometrica con la famiglia d’origine. Inevitabilmente ritorna a casa, dove l’aspetta la madre.
C’è la musica ancora, ci sono collaborazioni importanti con Jenny Sorrenti e Ivan Graziani.
Ma l’incontro della sua vita è con la sua compagna rosarillo cantante di flamenco. Infine ci sono le “testimonianze” di artisti della Neapolitan power. Un viaggio accattivante e sorprendente attraverso gli ultimi decenni della musica d’autore italiana.
Grazie, ma non sono interessata.