di James Fenimore Cooper
Titolo: L’ultimo dei Moicani
Titolo originale: The last of the Mohicans
Genere: storico, avventura
Autore: James Fenimore Cooper (biografia
Nazionalità: statunitense
Anno prima pubblicazione: 1826
Ambientazione: Stato di New York, agosto 1757
Personaggi: Occhio di Falco, Uncas, Chingachgook, Cora Munro, Alice Munro, Magua (Volpe Astuta), Duncan Heyward, George Munro
Casa Editrice: Fabbri Editori (I CLASSICI DEL ROMANZO STORICO)
Traduzione: Viviana Cavalli
Pagine: 503
Note: introduzione di Nico Orengo
Link al libro: IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 20 giugno 2013
fine lettura: 4 luglio 2013
Io mi trovo in cima al colle e debbo scendere a valle, e quando Uncas mi avrà seguito, non vi sarà più nessuno del sangue dei Sagamore, perché mio figlio è l’ultimo dei Moicani.
Chingachgook(Pagina 60)
Un romanzo d’avventura un po’ stereotipato ma che comunque è riuscito a coinvolgermi.
America del Nord, 1757. Mentre c’è guerra tra l’esercito inglese e quello francese che si contendono le colonie orientali, due indiani e un bianco aiutano un soldato britannico a scortare le figlie di un generale nei pericolosi territori degli indiani Uroni.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura. |
La trama che ho riassunto qui sopra non è solo quella dell’inizio del romanzo, ma penso possa riassumerlo bene in toto, in quanto queste due povere fanciulle e i loro accompagnatori non fanno altro che passare da un agguato all’altro, da un pericolo all’altro, e ogni volta che sembrano essere finalmente in salvo, la sfiga, e l’indiano Urone Volpe Astuta, li perseguitano! L’ambientazione è quella selvaggia dei non ancora Stati Uniti nordorientali, quando i bianchi avevano solo ancora colonie (mancano alcuni decenni all’Indipendence Day che si è festeggiato in questi giorni) ma avevano già soggiogato i pellerossa in più modi, in particolare arruolando intere tribù nelle loro guerre. Non conosco purtroppo la bene zona, quindi non sono riuscita a cogliere i riferimenti geografici. Peccato, sarebbe stato interessante confrontare i luoghi descritti da Cooper con la situazione attuale, se dove prima c’erano foreste ora ci sono città…
The Last of the Mohicans by guyfromczech |
Ma bando alle ciance, torniamo al nostro romanzo. I personaggi sono un po’ stereotipati, ma la cosa non mi ha stupito visto che credo sia un po’ tipico dei romanzi di avventura di quel periodo (dice Nico Orengo nell’introduzione che Cooper si è ispirato molto a Walter Scott). Le fanciulle sono di una bellezza straordinaria, hanno piedi minuscoli che non s’è mai visto, eccetera, i due moicani e l’esploratore bianco sono i migliori tra i migliori, nessuno sa trovare tracce, o all’occorrenza nasconderle come loro, e in più sono anche coraggiosi, altruisti e timorati di Dio (quest’ultima cosa solo Occhio di Falco, visto che i due indiani non sono Cristiani). Volpe Astuta, invece, il cattivo, è sì anche lui molto in gamba, ma infido, codardo, traditore, pure alcolizzato. E così sono le tribù a cui appartengono: degli Uroni non c’è da fidarsi, sono malvagi, violenti, bevono il sangue delle loro vittime, uccidono donne e bambini (ma guai a ferire un generale nemico, rispettano il grado!), e sono feroci già nell’aspetto; i Delaware (ceppo di cui fa parte la tribù dei Moicani) sono valorosi, onesti, belli, praticamente perfetti. Sempre un gradino in basso rispetto ai bianchi, però, eh! Il punto di vista dell’autore appare chiaro su questo argomento: sì, i Delaware sono fantastici, Uncas e Chingachgook sono praticamente superuomini per quanto sono valorosi, forti e resistenti, ma sempre selvaggi rimangono. E Occhio di Falco, loro amico, che li considera come la sua famiglia, ripete in continuazione, ma veramente spessissimo, che lui è un purosangue, un bianco, non lo confondessero con un indiano! Insomma, non che mi aspettassi il mito del buon selvaggio o cose simili, ma da un autore che più volte critica lo sterminio dei pellerossa perpetrato dai bianchi e dedica un intero romanzo alla tristezza di una stirpe che scompare, mi sarei aspettata forse un po’ meno razzismo. Ma vabbè, erano decisamente altri tempi, forse pretendo un po’ troppo.
Insomma, in mezzo a tutti questi personaggi straordinari, spicca il povero maggiore Heyward, un “giovane inetto” lo definisce Orengo nell’introduzione, semplicemente ingenuo avrei detto io, che in mezzo ad atti incredibilmente coraggiosi ed altruistici anche lui, dimostra ogni tanto un po’ di stupidità che lo rende il più umano dei protagonisti, ma anche, ahimé, il meno interessante! Sì, perché questo alone di perfezione che circonda questi personaggi, non ci posso fare nulla ma mi ha affascinato! :) Ah, dimenticavo di citare David Gamut! Anche lui stereotipato, ma nel ridicolo. È un po’ una macchietta, il nostro salmista, che non sa usare nessun arma, ma usa il canto per difendersi e, guarda un po’, ci riesce piuttosto bene! Lui se non altro è il personaggio che mi è stato più simpatico proprio perché Cooper l’ha messo in ridicolo fin dalla sua prima apparizione (anche se poi ogni volta che spariva mi dimenticavo completamente di lui).
the last of the mohicans by blueboy777 |
Il protagonista eponimo di questo romanzo, Uncas, l’ultimo dei Moicani, è in realtà un personaggio un po’ assente, anche perché quando è fisicamente presente non parla mai, fedele alla famosa impassibilità pellerossa. Come dicevo è un personaggio che rasenta la perfezione, parla poco e quel poco gronda saggezza ad ogni sillaba nonostante la sua giovane età. È coraggioso e abile quanto il padre e l’amico bianco, ma dalla sua ha anche l’impetuosità della gioventù. E si innamora. Di Cora, una delle figlie del generale. Che forse lo ricambia, non so, non s’è capito bene, Orengo dice di no, ma a me un po’ sembrava. E muore per salvarla (ma inutilmente, perché muore pure lei), così tecnicamente smette di essere l’ultimo dei Moicani perché il padre, Chingachgook, gli sopravvive. Ma so’ quisquiglie. Pur intervenendo poco nella storia a livello individuale, Uncas è il personaggio che mi è piaciuto di più, ho subito il suo fascino selvaggio ma controllato, audace, rispettoso, forte, intelligente… insomma, stereotipato, ma con eleganza.
Lo stile di Cooper non è proprio del tutto nelle mie corde. Anche se con Uncas è riuscito a fregarmi, non ha raggiunto lo stesso effetto con gli altri personaggi, in particolare Occhio di Falco, che penso sia il vero protagonista, mi è risultato spesso antipatico. Mi sono chiesta più volte durante la lettura quale fosse il messaggio che Cooper voleva lasciare con questo romanzo. Visto che il tema principale è la dicotomia tra bianchi e pellerossa, lui da che parte sta? Meglio gli indiani o i bianchi? Vorrei poter dire che le cose non stanno così, che in realtà il libro non voleva esprimere una preferenza, ma non è vero, in realtà Cooper ci dice chiaramente che sono meglio i bianchi, e me l’ha confermato l’introduzione. Pare che il nostro James Fenimore fosse anche un po’ bacchettone, quindi immaginatevi se mai poteva dare il suo pieno consenso ad una popolazione di infedeli. Anche se poi fa esprimere al suo “portavoce” (almeno questo è il ruolo che io ho visto in Occhio di Falco) una bella riflessione sull’aldilà, su come secondo lui gli indiani alla fin fine credono nello stesso dio dei cristiani, e si ritroveranno quindi poi nello stesso Paradiso. Anche perché a lui piace più l’idea di infiniti campi di caccia piuttosto che la pace eterna della religione cristiana.
Ogni capitolo è preceduto da una citazione, spesso da Shakespeare o da altri classici, molto attinente alla trama del capitolo in questione, e questa particolarità mi è piaciuta moltissimo, delle volte più che apprezzare quel che accadeva nel capitolo mi deliziavo a scoprire in che modo fosse correlato con la citazione iniziale, trovando in alcuni casi questo collegamento veramente geniale!
Il romanzo nella mia edizione è preceduto da due introduzioni dell’autore. Nella prima parla degli indiani e della loro storia, e dissuade fanciulle, celibi e religiosi dal leggere questo romanzo per non rimanerne turbati (…). Nella seconda vengono analizzate le origini degli indiani e i vari ceppi linguistici, e questo mi ha aiutato se non altro a capire che la stessa tribù può essere identificata con molti nomi diversi, anche se non mi ha del tutto salvato dalla confusione su questo punto.
The Last Mohicans by RedMusicBox8 |
Commento generale.
La scrittura di Cooper è fondamentalmente scorrevole, anche se si perde un po’ nelle descrizioni. Il romanzo è una bella storia d’avventura che non rinuncia ai cliché del genere, ma nonostante gli stereotipi e i pregiudizi risulta comunque gradevole. Il finale, onestamente, non me l’aspettavo.
Avvertenze per chi vuole leggere la mia stessa edizione: l’introduzione di Nico Orengo, per quanto molto bella, nei primi due righi rivela il finale del libro. Io le introduzioni le salto sempre per principio, ma questa veramente vi consiglio di leggerla dopo il romanzo, e non prima.
Copertina e Titolo
La mia edizione appartiene alla serie dei “classici del romanzo storico” che la Fabbri pubblicò in edicola anni fa. La copertina è rigida ma il formato tascabile, per cui non mi dispiacciono, e le copertine rosse con testo dorato sono piacevoli. Peccato solo che l’immagine in questo modo risulta piccolina! Quella di questo libro penso sia stata creata apposta, perché ci mostra i Nostri in una delle scene del libro. Molto bella.
Il titolo mi piace, ma è un po’ fuorviante perché Uncas è solo uno dei protagonisti e anche perché, morendo a fine romanzo, lascia il titolo di ultimo a suo padre.
Curiosità
Mini recensione in 4 parole
Sfide
Sfida Nascosta 2013
Sfida grammaticale
La sfida della TBR pile
Tutti diversi
Mini Recensioni
Sfida del P…protagonista – seconda edizione
2013 Historical Fiction Reading Challenge
Sfida dei Mattonazzi 2013
Trasposizioni
Un po’ di frasi
explicit | Leggi> |
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Bella questa recensione!! Non ho mail letto “L’ultimo dei Moicani” e anzi, ti dirò che tra l’immensa lista di classici che attendono di essere letti, questo me l’ero proprio dimenticato! Rimedierò aggiungendo anche lui.
Grazie! Sono contenta di averti ispirata! :)
Questa sì che è una bella e interessante recensione! Grazie
Grazie a te! :) Sono contenta ti sia piaciuta! Tu hai letto o hai intenzione di leggere il libro?
Terminato qualche giorno fa
Appena terminato!
Ne ho riletto qualche pezzo oggi
Grazie al tuo commento mi sono riletta la mia recensione, e mi sono ri-immersa un po’ nel romanzo. E’ bello poterlo fare ogni tanto! :) Grazie per avermene dato l’occasione! :)