di Edgar Lee Masters |
Non amo molto la poesia. Sì, mi piace leggerne qualcuna, ho anch’io le mie preferite che rileggo spesso, ma un intero libro di poesie non lo reggo. C’ho provato qualche volta, e li ho tutti lasciati incompleti.
Dopo questa premessa, si può capire che se dico che questo libro non solo l’ho finito, ma mi è anche piaciuto, gli sto facendo davvero un grandissimo complimento!
Me l’avevano consigliato diverse persone, così quando è uscito in edicola con non ricordo più quale giornale l’ho subito comprato… e messo lì nel mucchio dei libri da leggere! Poi in quest’estate in cui sto riuscendo a riprendere un po’ il mio ritmo di lettura di un tempo, mi sono detta: ce la posso fare! E infatti, l’ho letto, col bel testo originale a fronte in cui andare a sbirciare ogni tanto per leggere le parole "vere" scritte dall’autore.
Insomma, non posso dire di amare questo libro alla follia (è pur sempre un intero libro tutto di poesie!!!), ma è stata una lettura davvero piacevole!
Un po’ di frasi
And I and all my deeds of charity
The vessels of your hand.
e io con tutti i miei atti di amore
il vaso nelle tue mani.
And running about the yard,
To the day of the block?
Save that a man has an angel’s brain,
And sees the ax from the first!
e scorazzare nel cortile
fino al giorno del ceppo?
Solo che l’uomo ha l’intelligenza di un angelo
e vede la scure sin dal primo momento!
Through the soul of the beloved one.
attraverso l’anima dell’amato.
Who lies here with no stone to mark the place.
As a boy reckless and wanton,
Wandering with gun in hand through the forest
Near the mansion of Aaron Hatfield,
I shot a hawk perched on the top
Of a dead tree.
He fell wit guttural cry
At my feet, his wing broken.
Then I put him in cage
Where he lived many days cawing angrily at me
When I offered him food.
Daily I search the realms of Hades
For the soul of the hawk,
That I may offer him the friendship
Of one whom life wounded and caged.
che qui giace senza il segno d’una lapide.
Da ragazzo, temerario e sventato,
mentre giravo per il bosco imbracciando un fucile
vicino alla villa di Aaron Harfield,
tirai a un falco appollaiato sulla cima
di un albero secco.
Cadde con un rantolo
ai miei piedi, l’ala spezzata.
Poi lo misi in una gabbia
dove visse molti giorni gracchiando contro di me
quando gli offrivo il cibo.
Ogni giorno cerco nei regni dell’Ade
l’anima di quel falco,
per potergli offrire l’amicizia
di uno che la vita ha ferito e messo in gabbia.
tessitrice di tappeti per tutto il villaggio.
E ho pietà di voi ancora al telaio della vita,
voi che cantate alla spola
e spiate amorosamente il lavoro delle vostre mani,
se giungerete al giorno dell’odio, della verità terribile.
Perché il panno della vita, vedete, è tessuto
secondo un disegno nascosto sotto al trama –
un disegno che non si può vedere!
E voi tessete lieti, cantando, cantando,
serbate i fili dell’amore e dell’amicizia
per nobili figure d’oro e di porpora.
E quando da un pezzo altri occhi hanno visto
che avete tessuto una striscia di panno bianco come la luna,
voi ridete nella vostra forza, perché La Speranza la ricopre
di forme d’amore e di bellezza.
Il telaio d’un tratto si arresta! Si scopre il disegno!
Siete soli nella stanza! Avete tessuto un sudario!
In quello vi avvolge l’odio che vi suscita!
Young idealists, broken warriors
Hobbling on one crutch of hope –
Souls that staked their all on the truth,
Losers of world at haeven’s bidding,
Watching the Devil kick the Millennium
Over the Golden Mountain.
giovani idealisti, guerrieri falliti
zoppicanti sulla gruccia della speranza –
anime che puntavano tutto sulla verità,
che perdevano un mondo a un cenno del cielo,
e guardavano il Diavolo prendere a calci il Millennio
sulla Montagna Dorata.
e giocavo a carte Winchester.
Una volta ci scambiammo i cavalieri
al ritorno in carrozza sotto la luna di giugno,
e così conobbi Davis.
Ci sposammo e vivemmo insieme settant’anni,
divertendoci, lavorando, crescendo dodici figli,
otto dei quali ci morirono,
prima che arrivassi a sessant’anni.
Filavo, tessevo, tenevo in ordine la casa. Assistevo i malati,
curavo il giardino, e alla festa
andavo a zonzo per i campi dove cantavano le allodole,
e lungo lo Spoon River raccogliendo molte conchiglie,
e molti fiori ed erbe medicinali –
gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
e passai a un dolce riposo.
Cos’è questa storia di dolori e stanchezza,
e ira, scontento e speranze cadute?
Figli e figlie degeneri,
la vita è troppo forte per voi –
ci vuole vita per amare la vita.
con l’indice puntato al cielo.
È quella la direzione, non c’è dubbio.
Ma come si fa a seguirla?
È giusto astenersi dall’assassinio e dalla lussuria,
perdonare, fare il bene, adorare Dio
e non le sue immagini scolpite.
Ma in fondo questi sono mezzi esteriori
con cui soprattutto si fa del bene a se stessi.
Il nocciolo della questione è la libertà,
è la luce, la purezza –
di più non so dire,
trovate voi il fine o mancatelo, secondo la vostra visione.
grazie per il commento, terrò d’occhio i tuoi post!
Grazie anche a te di essere passato! :)