I Promessi Sposi [romanzo e audiolibro]


di Alessandro Manzoni

Titolo: I Promessi Sposi
Genere: storico
Autore: Alessandro Manzoni (Wikipedia)
Nazione: Italia
Anno prima pubblicazione: 1827
Ambientazione: Lombardia (Lecco, Monza, Milano), 1628 – 1630
Personaggi: Lorenzo “Renzo” Tramaglino, Lucia Mondella, don Abbondio, Don Rodrigo, Agnese, Perpetua, Padre Cristoforo, Innominato, Gertrude la Monaca di Monza
Casa Editrice: Editore Bulgarini Firenze
Pagine: 863
Commento: Gilda Sbrilli
Lettori audiolibro: Fabrizio Gifuni, Massimo Popolizio, Paola Pitagora, Maddalena Crippa, Piero Baldini, Paolo Poli, Anna Bonaiuto, Lucia Poli, Alessandro Benvenuti, Maria Paiato
Link al libro: tutto il romanzo onlineAUDIOLIBROIN LETTURAASCOLTOANOBIIGOODREADS
inizio rilettura: 18 dicembre 2005
fine rilettura: 5 maggio 2006 (circa)
inizio ascolto: non ricordo, comunque nel 2014
fine ascolto: 21 marzo 2015



Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.

[incipit (letto da Fabrizio Gifuni)]

Riletto, dopo i tempi della scuola, nel maggio del 2006, questo classicone italiano si presta bene anche al formato audiolibri, o almeno la versione con ben 10 lettori diversi di Ad Alta Voce a me è piaciuta molto!

Territorio di Lecco, XVII secolo. Renzo e Lucia sono promessi sposi, ma un signorotto locale, don Rodrigo, si è invaghito della fanciulla e tenta di fermare le nozze intimidendo il curato del paese, don Abbondio. Da questo evento prendono l’avvio una serie di avventure che si incrociano con la Storia: la carestia, la guerra, la peste…

Frontespizio dell’edizione 1840-42

Oh, a me I Promessi Sposi piacciono, e pure parecchio! Così quando ho visto che il programma Ad Alta Voce ne stava proponendo la lettura, per di più con l’intrigante prospettiva di di svariate voci, di cui alcune a me molto familiari, ho scaricato tutte le puntate, e me le sono godute per un bel po’ di tempo, a farmi compagnia in tutti i viaggi che non fossero in treno (dove posso leggere i libri cartacei). E’ stata una bellissima esperienza, e sebbene l’adattamento non sia esente da critiche (ne parlerò poi), comunque l’ho trovato uno splendido lavoro e un ascolto piacevolissimo!

Vi lascio con il vecchio commento che scrissi dopo averlo riletto anni fa (qui sotto, nel riquadro) e poi il mio nuovo commento al romanzo in generale e alla versione audio in particolare.

N.B.: la seguente recensione è soltanto un mio commento personale di lettrice, così come faccio per tutti gli altri libri che leggo, non si tratta di un’analisi del testo, di una critica letteraria o che, solo la mia personalissima opinione si questo romanzo.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Commento postato il 5 maggio 2006.
Ebbene sì, ho voluto fare la Grande Rilettura!!! Dopo averlo letto a scuola (e, devo confessare, non mi era poi troppo dispiaciuto!), ho voluto rileggerlo come un qualsiasi romanzo. E mi è piaciuto veramente tanto!!!
Innanzitutto la caratterizzazione dei personaggi, sempre perfetta, anche di quelli più piccoli. Poi un’ironia incredibile che non ricordavo!! E poi, devo dire, mi ha sorpreso la storia d’amore: non la ricordavo così bella. Senza gesti eclatanti, senza dichiarazioni di imperitura passione, ma la storia d’amore c’è! :)
Il mio personaggio preferito era e resterà sempre l’Innominato, ma ho riscoperto con piacere anche Renzo (Lucia no, non riesce a piacermi del tutto!) e padre Cristoforo, nonché il conte Attilio (certo non un personaggi positivo, ma divertente!)

L’altra volta ero stata estremamente sintetica ma penso si notasse comunque tutto il mio entusiasmo per quest’opera. Nella versione audio si è dimostrato non meno affascinante e coinvolgente!

I Promessi Sposi by LeopardPants on DeviantArt

Mentre scrivevo la trama, che trovate in alto, mi sentivo un po’ sciocca a raccontarla visto che almeno la vicenda scatenante penso la conoscano un po’ tutti. E’ però un aspetto da non sottovalutare perché io questo romanzo, tra le altre cose, lo trovo proprio avvincente! Certo, ci sono quei due o tre capitoli in cui Manzoni si ferma a farci la lezioncina di storia, che non sono proprio il massimo del narrativo, ma neanche del tutto inutili come mi erano sembrati la prima volta. E poi soprattutto ancora una volta sono rimasta colpita da quella che in realtà dovrebbe essere il punto centrale di tutta la storia ma che ogni volta passa in secondo piano: la storia d’amore tra Renzo e Lucia. Perché con tutto quello che ci insegnano a scuola a proposito dei personaggi, dello stile, delle similitudini, del linguaggio, eccetera eccetera, uno alla dimensione romance non ci pensa mai, e invece c’è, e personalmente la apprezzo anche non poco! :) Insomma, non voglio generalizzare, ma averceli nei vari romanzi “rosa” di oggi dei protagonisti che ne passano tante e non smettono mai di amarsi, non si danno per vinti, non cedono neanche di un millimetro (pure Lucia con il suo voto non è poi così rinunciataria, se ne pente quasi immediatamente, appena esce fuori dal pericolo, e nonostante i lunghi mesi di separazione e la prospettiva senza via di scampo di una vita senza Renzo, non smette mai di pensare a lui).

I Promessi Sposi è poi anche un romanzo d’avventura: a Renzo gliene capitano di tutti i colori, e più di una volta lo vediamo impegnato in una fuga al cardiopalma per salvarsi la vita, e Lucia è la classica “donzella in difficoltà” che viene tradita da chi doveva proteggerla, e trova aiuto in chi era intenzionato farle del male: un’eroina indubbiamente “romantica” nel senso lato del termine.

Addio Monti by SimonePomata on DeviantArt

Soprattutto poi I Promessi Sposi è un romanzo storico, un genere che io amo moltissimo. E vabbè, non penso serva che io stia qui a spiegare come Manzoni rende viva l’ambientazione e ci fa immergere nel XVII secolo, o la toccante descrizione della carestia prima e della peste dopo. E da un punto di vista geografico? Vogliamo parlare della carrellata cinematografica che ci propone all’inizio? O del bellissimo addio ai monti che mi ha fatto venire pure a me, che non ci sono mai stata, nostalgia di quei luoghi? :)

I personaggi sono solitamente la cosa che mi piace di più in un romanzo, e da questo punto di vista I Promessi Sposi (perdonatemi il gioco di parole) è un invito a nozze. I personaggi sono tutti molto molto realistici, ma non soltanto i protagonisti, anche quelli che incontriamo pure solo per qualche momento. E con l’ascolto forse sono diventati ancora più vivi, perché ho notato cose che proprio non ricordavo, e che quindi forse non mi avevano particolarmente colpito le volte precedenti. Per esempio nel Capitolo XXX (pagine 660-61 della mia edizione) ci sono dei dialoghi che a leggerli non dicono molto, ma mi sono piaciuti parecchio per come sono stati interpretati dal lettore (Alessandro Benvenuti in questo caso), e sono questi due (un po’ SPOILER, attenzione!):

Anna Marchesini nel ruolo di Lucia Mondella nella famosa trasposizione televisiva del Trio Solenghi-Marchesini-Lopez. Con quell’aria costantemente drammatica rende molto bene l’idea di “Madonnina infilzata” di Perpetua! :)
[L’immagine è di cattiva qualità perché è una screencap presa da questo video QUI.]

Poi un altro esempio è dopo la “notte degli imbrogli e dei sotterfugi” quando Perpetua definisce Lucia una “Madonnina infilzata”. Ora, io credo che mai nella montagna di carta che è stata scritta su questo romanzo qualcuno è riuscito a definire meglio questo personaggio di quanto fa Perpetua con queste due sole parole! Sì perché Lucia, personaggio preferito da Manzoni a quanto ne so, e per definizione una dei protagonisti, nonché “motivo scatenante” di tutta la vicenda, per buona parte del romanzo è poco appariscente, pare quasi passare in secondo piano, non parla, non agisce, e quando finalmente inizia ad apparire un po’ più attiva (come nella parte dell’Innominato) non fa che piangere e pregare. Insomma, nonostante io ami moltissimo questo libro, e nonostante le varie letture/ascolti, il personaggio di Lucia non mi convince mai appieno. Certo è che acquista un po’ più spessore nel suo pensare a Renzo quando sono separati, e la forza del suo amore, ma anche quella delle sue convinzioni, finalmente me la fanno apprezzare un po’ di più.

Un’altra cosa che non ricordavo e che invece mi è piaciuta parecchio è la parte riguardante le lettere che si scambiano Renzo e Agnese, per tramite di conoscenti “letterati”. Renzo in particolare in questo controverso scambio epistolare viene fuori in tutta la sua genuinità! Sono brani che mi sono goduta moltissimo, e ancora non mi capacito che mi erano passati inosservati le volte precedenti!

Don Abbondio e i bravi.
Don Abbondio a Solaro… di un certain regard1.

Così come avevo praticamente rimosso il Conte Zio, la cui prima apparizione viene introdotta da una bellissima presentazione dell’autore che ce lo mostra sotto ogni aspetto. Un personaggio certamente non positivo, ma grandemente d’effetto! Per non parlare poi del suo incontro con Attilio! Quest’ultimo già aveva catturato la mia attenzione alla precedente lettura, stavolta l’ho amato ancora di più per il modo abile in cui convince il Conte Zio della pericolosità di Padre Cristoforo, soprattutto perché lo fa dicendo più o meno la verità: un ritratto indubbiamente ingiusto ma molto poco modificato.

E non mi fermo neanche a ricordare gli altri personaggi importanti, come Federigo Borromeo, i l’Innominato (sempre molto belli i capitoli che lo riguardano!), o Donna Prassede (che perosnaggione!) e tutti gli altri. Due paroline in più su don Abbondio invece le vorrei spendere. In questa ultima lettura/ascolto devo dire che ho proprio riscoperto il personaggio! Non solo aggiunge spesso quel tocco di comicità anche alle scene più drammatiche, ma in mezzo a tutti questi personaggi già così realistici, lui è forse il più vero di tutti. Tante volte non ho potuto fare a meno di notare come fosse simile a persone che conosco, e ancora più spesso a me stessa. E’ davvero facile identificarsi con lui, quando possiamo conoscere i suoi pensieri, sono sempre così condivisibili! Gli dispiace per Renzo e Lucia, e vuole loro bene, però poi torna sempre la preoccupazione per se stesso. Alla fine devo dire che nonostante tutto don Abbondio mi sta proprio simpatico!

Renzo e Lucia interpretati da Nino Castelnuovo e Paola Pitagora nella serie del 1967. Pitagora è anche una delle lettrici di questa versione audio.

Onestamente, non me la sento di mettermi, come faccio di solito, a commentare anche lo stile di Manzoni. Mi limito a dire che comunque ce n’avrei di commenti da fare, più o meno tutti positivi. Potrei dire per esempio che anche nei capitoli barbosi in cui si mette a fare la lezioncina di storia ha comunque i suoi momenti interessanti – primo fra tutti quell’inizio di capitolo in cui invita i lettori a saltarlo a piè pari! :) – , oppure potrei citare le bellissime e toccanti descrizioni della carestia o della peste. O ancora ritornare sugli straordinari personaggi… ma come ho detto, meglio di no! :)

Parliamo invece dell’adattamento audio. Mi è piaciuto moltissimo, ma non era perfetto. Sono stati ovviamente fatti dei tagli, e mi è dispiaciuto tantissimo che alcuni questi coinvolgessero delle parti che amavo moltissimo! Ma se durante tutto il romanzo quando ciò accadeva potevo liquidarlo solo con un “pazienza”, verso la fine l’adattamento è stato fatto, mi duole dirlo, piuttosto male, con scene importanti saltate, tanto che da un capitolo all’altro, o anche nello stesso capitolo, non si capisce più che sta succedendo. Per esempio non viene mai detto che Renzo guarisce dalla peste, solo di punto in bianco sta bene. Poi alla fine Renzo va da padre Cristoforo per dirgli che ha trovato Lucia, e un secondo dopo esce da Milano tutto contento perché il voto è stato sciolto! E poi anche credo anche almeno un’altra volta, però ora non ricordo bene… ci sono rimasta molto male! Possibile che non si siano accorti che tagliando in questo modo diventava tutto troppo confusionario? Se uno non avesse letto il libro penso non ci avrebbe capito più nulla ad un certo punto! Ho addirittura pensato che forse mi mancava una parte, ma ho ricontrollato, c’erano tutte! Peccato per questa cosa, che tra l’altro essendo concentrata soprattutto nella parte finale ha proprio il sapore di frettolosità. Peccato davvero perché per il resto questa versione audio l’ho trovata meravigliosa! L’ho ascoltata purtroppo sempre a pezzi, durante i viaggi non in treno, mi ha tenuto meravigliosmente compagnia per mesi, me la sono presa veramente comoda, ogni tanto mi ascoltavo alcune parti più volte, se mi sembrava di essere stata troppo distratta la volta precedente e non essermelo gustato appieno! Bravissimi tutti i lettori, tra cui ho ritrovato due voci che mi hanno tenuto compagnia nella mia infanzia, quelle di Lucia e Paolo Poli che tramite I Racconta Storie mi sono diventate più che familiari già in tenera età! Molto belle poi anche le musiche, ogni volta adattate al tipo di scena: maestose, allegre, tristi… per esempio la musica della peste è QUESTA QUI: molto azzeccata, direi.

castello dell’Innominato (Lecco) di memo52foto.

Commento generale.

Nonostante le (poche, comunque) pecche ringrazio veramente tanto Ad Alta Voce per aver deciso di affrotnare un romanzo così lungo e complesso, perché se possibile me l’ha fatto amare ancora di più. In questo libro c’è veramente tutto, l’ambientazione storica, tanti personaggi, la storia d’amore, le avventure, i cattivi, i buoni, gli umani soprattutto, e infine una buona dose di ironia che non fa mai male.

Ora l’unico problema è che la prossima volta che avrò voglia di approcciarmi al capolavoro manzoniano avrò l’imbarazzo della scelta: rilettura o riascolto? :)

Momento più…

…emozionante: quando Renzo fuggiasco ritrova l’Adda: E stando così fermo, sospeso il fruscìo de’ piedi nel fogliame, tutto tacendo d’intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorìo, un mormorìo d’acqua corrente. Sta in orecchi; n’è certo; esclama: «è l’Adda!» Fu il ritrovamento d’un amico, d’un fratello, d’un salvatore. (Pagine 387-388, Capitolo XVII, letto da Piero Baldini)

Sfide

Mini recensione (1-5 parole)

Capolavoro

Trasposizioni

Un po’ di frasi

Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.
Uno dei bravi
(Pagina 16, Capitolo I, letto da Fabrizio Gifuni)

Ma non c’era quell’allegria che la vista del desinare suol pur dare a chi se l’è meritato con la fatica. La mole della polenta era in ragion dell’annata, e non del numero e della buona voglia de’ commensali: e ognun d’essi, fissando, con uno sguardo bieco d’amor rabbioso, la vivanda comune, pareva pensare alla porzione d’appetito che le doveva sopravvivere. […] Nondimeno le donne dissero cortesemente a Renzo: «volete restar servito?», complimento che il contadino di Lombardia, e chi sa di quant’altri paesi! non lascia mai di fare a chi lo trovi a mangiare, quand’anche questo fosse un ricco epulone alzatosi allora da tavola, e lui fosse all’ultimo boccone.
(Pagina 134, Capitolo VI, letto da Massimo Popolizio)

Carneade, chi era costui?
Don Abbondio
(Pagina 167, Capitolo VIII, letto da Massimo Popolizio)

In mezzo a questo serra serra, non possiam lasciar di fermarci un momento a fare una riflessione. Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi s’era introdotto di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l’apparenza d’un oppressore; eppure, alla fin de’ fatti, era l’oppresso. Don Abbondio, sorpreso, messo in fuga, spaventato, mentre attendeva tranquillamente a’ fatti suoi, parrebbe la vittima; eppure, in realtà, era lui che faceva un sopruso. Così va spesso il mondo… voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo.
(Pagina 171, Capitolo VIII, letto da Massimo Popolizio)

Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!
(Pagina 187, Capitolo VIII, letto da Paola Pitagora)

Il nostro manoscritto lo nomina Egidio, senza parlar del casato. Costui, da una sua finestrina che dominava un cortiletto di quel quartiere, avendo veduta Gertrude qualche volta passare o girandolar lì, per ozio, allettato anzi che atterrito dai pericoli e dall’empietà dell’impresa, un giorno osò rivolgerle il discorso. La sventurata rispose.
La sventurata, ovviamente, è Gertrude, la Monaca di Monza
(Pagina 245, Capitolo X, letto da Paola Pitagora)

Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!
Lucia
(Pagina 467, Capitolo XXI, letto da Paolo Poli)

L'Innominato (Capitolo XXIII) Leggi

Capitolo XXVII Leggi

Come i gemiti, i gridi supplichevoli, potranno ben trattenere l’arme d’un nemico, ma non il ferro d’un chirurgo.
(Pagina 602, Capitolo XXVII, letto da Lucia Poli)

Capitolo XXXIII Leggi

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3 pensieri riguardo “I Promessi Sposi [romanzo e audiolibro]

  1. Ehi! è tantissimo che non torno qui! Che bello il layout con “Il piccolo principe”!
    Io lo sto leggendo a scuola i Promessi Sposi, ma non mi appassiona molto.. è un bel romanzo, ma è davvero lungo! (Roba da far sminuire “IT” di King o “Il signore degli anelli” di Tolkien XD)
    Cmq anche io preferisco l’Innominato :)
    Ciao e grazie per il commento! ;)

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