di Ciro Scotto Di Minico |
Ora, le cose stanno così: o lui è un vampiro (ma vampiro vampiro) o io quest’inverno ho visto troppe volte “Twilight”.
George(Pagina 79)
Un vampiro milanese va a dormire una mattina nella sua bella bara firmata Dolce & Gabbana, nel suo bel loft su viale Stenna, e la sera successiva si risveglia in un’orrida bara Docce & Gabinetti, in un minuscolo e mal arredato appartamento e, quel che è peggio, a Napoli! Come è potuto succedere?!? E come farà il vampiro abituato alla bella vita con la gente che conta a barcamenarsi tra questi esseri umani così decisamente inferiori e, quel che è peggio, napoletani?
Vada per essere un vampiro, vada per essere un succhiasangue, vada per essere un non morto a vita eterna… ma napoletano no. No, no e no!!! [dalla quarta di copertina]
A rendere ancora più intrigante la trama di questo romanzo c’è anche il mistero su come abbia fatto il nostro protagonista ad andare a dormire a Milano, e risvegliarsi invece a Napoli. Lui, preoccupato di trovare da mangiare e sopravvivere alla napoletanità, sembra quasi considerare questo mistero come qualcosa di secondario, ma io invece ero davvero curiosissima, e quando finalmente abbiamo scoperto cosa è accaduto, devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa perché primo: era qualcosa che proprio non avrei mai immaginato; e secondo: l’idea mi è piaciuta un sacco!! :D il Senatore Gaetano De Santis, alias don Gaetano il “padrone del palazzo e delle tenebre”, aka il vampiro che ha vampirizzato il nostro protagonista (che, per la cronaca, si chiama Cristiano), era in realtà un vampiro “buono”, che, provando disgusto per l’essere umano che Cristiano era diventato, lo vampirizza (anche se non completamente) e poi lo porta a Napoli, per tentare di salvarlo. Inutile dire che ci riuscirà, e il finale ci lascia con Cristiano, tornato umano in tutti i sensi, che si gode la sua prima alba dopo tanto tempo!
Ho molto apprezzato anche lo stile dell’autore, in particolare quando fa parlare il protagonista inserendo qualche parola in inglese ogni tanto, fa molto cool e rende il tutto più realistico! :)
Anche i personaggi mi sono piaciuti, anche se a parte il protagonista erano tutti un pochino stereotipati. La cosa però era dovuta forse alla brevità del romanzo, o chissà, magari era voluta, perché in effetti comunque non ci stanno male, rappresentano un po’ dei vari tipi di umanità con cui il vampiro è costretto a “scontrarsi”, nel bene e nel male (senza contare che nel personaggio di Noemi c’era anche una vaga – ma proprio vaghissima!!! – allusione a reali ancora abbastanza recenti eventi italiani).
Insomma, proprio una bella lettura, piacevole e soddisfacente! Sono veramente contenta di aver partecipato a questa catena di lettura!
Copertina e Titolo
Il titolo è semplice ma efficace, il sottotitolo un po’ mi aveva preoccupato (l’ho notato solo dopo aver aderito alla catena), ma per fortuna mi ero sbagliata nell’interpretarlo! :)
La copertina è davvero carinissima!!
Dammi 4 parole
Scheda del libro
Titolo: Un Vampiro a Napoli
Sottotitolo: Una storia d’amore
Autore: Ciro Scotto Di Minico
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 2011
Ambientazione: Napoli, giorni nostri
Personaggi: Cristiano, Samantha, Lisa, Noemi, George, Marco, Kevin, Gennario De Santis
Casa Editrice: Eracle
Copertina: Laura Caleca
Pagine: 142
Note: il libro mi è arrivato tramite QUESTA catena di lettura.
Link al libro: FACEBOOK – ANOBII
inizio lettura: 25 gennaio 2012
fine lettura: 29 gennaio 2012
Un po’ di frasi
Vada per essere un vampiro, vada per essere un succhiasangue, vada per essere un non morto a vita eterna, vada anche per questo colorito pallido, tendente al cadaverico, che nemmeno cento lampade al “Solarium Milano Doc Club” riescono a vivacizzare un po’ (situation che per un cultore dell’abbronzatura 365 giorni all’anno come il sottoscritto è l’equivalente di una condanna a morte)!
[incipit]
“Chist me pare nu poco ricchione!”
Cosa? Che ha detto? Non mi pareva africano!
“Pelle d’ebano, stasera resti con me!” Dico, usando tutta la gravità della mia voce da predatore della notte.
“Sì, sì, è ricchione, è ricchione!”
Mi sembra di aver capito ricchione, ma devo essermi sbagliato. In africano quel “recchia” e non so che deve significare qualcosa come “che tipo interessante” oppure “sei bellissimo”, insomma qualcosa del genere.
“So cento euro!”
Cento euro l’ho capito.
“Che facciamo?” Chiede Lisa.
“Che dovremmo fare?” Aggiunge Marco già preoccupato.
“Forse dovremmo esserle vicini…” Propone Lisa.
“Eh sì…” – dice Samantha – “alla fin fine è una di noi!”
“Maronna e che due palle!” – Esplode George – “Ma fatemi capire: noi abbiamo aperto una specie di agenzia di aiuto al prossimo o cosa?”
“Ma no! Solo che dopo l’esperienza assurda di stanotte è un po’ come se fossimo una famiglia e Noemi è la cugina stronza, ma sempre cugina resta!” Rispondo io.
Ok, da domani ci occupiamo di Noemi, oggi è tutto nostro.
[explicit]