Primo GDL (dicembre 2008)
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Secondo GDL (ottobre 2011)
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— Indeed, Marianne, I have nothing to tell.
— Nor I, our situations then are alike. We have neither of us any thing to tell; you, because you do not communicate, and I, because I conceal nothing.— Io, Marianne, non ho davvero niente da dire.
— Nemmeno io, la nostra situazione perciò è uguale. Nessuna di noi ha niente da dire; tu, perché non parli, e io, perché non nascondo nulla.Elinor e Marianne
(Capitolo 27)
Sono alla mia terza lettura (la seconda con un GDL) di questo libro, e ancora una volta ne sono rimasta affascinata. Però più o meno i commenti che ho da fare sono gli stessi fatti alla fine della precedente lettura, quindi modifico la stessa pagina, mettendola alla fine di entrambi i GDL, e aggiungo solo qualcosina.
Proprio un bel libro, non so perché la prima volta mi colpì poco. Gli ultimi capitoli, poi, li ho letti tutti d’un fiato! :)
Forse l’avevo mal interpretato, e anche per questo ho voluto rileggerlo, alla luce delle riflessioni che mi ha fatto fare un bel po’ di tempo dopo la lettura, riflessioni dovute al riscontrare, ancora una volta, quanto sia vera, realistica e attualissima la scrittura di Austen!
Nello specifico: iniziando a leggere m’è venuto facile associare le due caratteristiche del titolo alle due sorelle Dashwood: Elinor tutta ragione (o “senno“, come si legge in altre traduzioni, o “buon senso“, come leggo tra i significati dell’originale sense) e Marianne tutta sentimento (o “sensibilità” o “emotività“, sensibility in originale). Ma con le riflessioni a posteriori e con la seconda lettura, la mia opinione è un po’ cambiata, e ho dato un’altra interpretazione, non per forza più giusta, ma che mi è piaciuta di più, che ho sentito più mia! Le due sorelle per me sono due modi molto diversi per esprimere la stessa cosa, entrambe hanno ragione e sentimento, non uno solo dei due. Questo è per me molto più evidente in Elinor, perché noi lettori possiamo leggerle nel cuore e sapere quanto siano grandi in lei l’amore e il dolore, anche se esternamente non li dimostra. Marianne è più incline a lasciarsi andare, e a vivere qualsiasi emozione in maniera palese. Questo la rende un po’ egoista, ma anche più sincera di Elinor.
Alla fine i due caratteri estremi dovevano avere per forza una limitazione, infatti Marianne ha temperato fortemente il suo. E Elinor? Anche lei ha dei momenti in cui il turbamento vince la compostezza, e proprio non riesce a rimanere padrona di sé! Alla fine del romanzo, abbiamo la “ragionevole” Elinor che si sposa per amore, ed è tanto impaziente da anticipare il matrimonio, mentre la “sentimentale” Marianne finisce con l’accondiscendere ad un matrimonio che le sembra la cosa più giusta da fare, pur non sentendo (almeno non da subito) quell’amore che fino a poco tempo prima riteneva indispensabile per qualsiasi unione.
Dopo il secondo GDL ho cambiato opinione su questo punto: non è che Marianne sposa il Colonnello senza amarlo, il grande cambiamento di questa ragazza sta nell’aver maturato un amore a poco a poco, senza grandi slanci o eclatanti manifestazioni d’affetto, senza avere gusti in comune su qualsiasi cosa, ma solo partendo dalla stima e dall’amicizia. Ai tempi di Willoughby aveva detto alla sorella di poter amare solo un uomo che mette entusiasmo a profusione in qualunque cosa fa, che dimostra di amare la musica/pittura/poesia in maniera viscerale, che vive, insomma, con “sentimento”. Bè, il Colonnello non risponde certo a questa descrizione, ma ormai Marianne ha imparato dalla sorella che una persona può vivere l’amore in maniera profonda e passionale anche senza manifestarlo apertamente, e nonostante il bisogno di un panciotto di flanella! :)
Ero un po’ indecisa se partecipare ad un secondo GLD a pochi anni di distanza dal primo, ma sono stata davvero contenta di averlo fatto, per tre motivi:
- Mi ha fatto piacere pensare che proprio nel periodo in cui l’ho iniziato (poi lasciamo stare che poi c’ho messo dei mesi a finirlo!) cadeva il bicentenario della sua prima pubblicazione!
- Stavolta l’ho letto in inglese, e ho potuto così assaporare il linguaggio originale di zia Jane! Devo dire che mi ha davvero emozionato accostarmi al testo scaturito direttamente dalla sua penna, senza intermediari di mezzo, e apprezzarne finalmente dal “vero” lo stile. Sono rimasta stupita della facilità con cui ho potuto leggere questo inglese vecchio di due secoli! Questo è di sicuro indice di uno stile semplice, ma anche molto moderno, a parer mio, fresco e vivace!
- Ragione è sentimento è sempre una piacevolissima lettura!
Come sempre, ogni volta che rileggo, o anche solo che ripenso a questo libro, non posso fare a meno di chiedermi: chi sono io? Più Elinor o più Marianne? Ovviamente la risposta è che sono un po’ tutte e due, come chiunque, e come anche loro stesse: anche Elinor, abbiamo visto, è capace di provare passione, e anche Marianne non è del tutto esente da saggezza e riflessione, solo che in ognuna di loro le caratteristiche, diciamo così, della sorella sono subordinate a quella che le caratterizza principalmente. Così Elinor tiene a freno la sua “passione” (intesa in senso lato) con la forza del suo senno, e così Marianne risulta avventata perché si rifiuta di venir meno alla sua spontaneità.
Uno degli aspetti che più ho amato in questa rilettura sono stati i personaggi minori. L’ironia che Austen non lesina neanche per le sue eroine si “spreca” con alcuni di essi! E devo ammettere che alcuni di questi brani li ho veramente adorati, sono stati quelli che più di tutti mi mostravano ancora una volta il genio di questa autrice! Primi fra tutti i coniugi Palmer!! Li adoro!!!!! :D
Ma in generale tutti i personaggi di Austen sono eccezionali! Non mi dilungo troppo a parlarne nel dettaglio perché l’ho già fatto nei in abbondanza nei commenti precedenti, qui ribadisco solo che tutti, ma proprio tutti, sono caratterizzati da una vividezza e una “tridimensionalità” che te li fa visualizzare così bene che se si tolgono gli abiti regency potrebbero essere tutte persone che ci può capitare (o che spesso e volentieri ci è già capitato) di incontrare davvero. In più sono trattati tutti con tale ironia che anche i più antipatici finiscono comunque per piacerti! :)
Mi dispiace solo di una cosa: sono stata davvero lentissima nel leggere questo romanzo! A mia discolpa posso dire che l’ho letto online, e leggere sul pc non è una cosa che amo moltissimo, e inoltre, sebbene, come ho detto, lo stile di Austen sia davvero scorrevole, comunque mi pesava sempre un po’ leggere in inglese!
Mi dispiace soprattutto che a causa di questa mia lentezza non ho potuto seguire di pari passo i commenti col GDL! Peccato davvero perché i commenti degli altri partecipanti sono una delle cose che preferisco nelle letture di gruppo!
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