di William Shakespeare |
To be in love, where scorn is bought with groans;
Coy looks, with heart-sore sighs; one fading moment’s mirth,
With twenty, watchful, weary, tedious nights;
If haply won, perhaps a hapless gain;
If lost, why then a grievous labour won;
However, but a folly bought with wit,
Or else a wit by folly vanquishèd.L’amore;
in cui spregio s’acquista coi lamenti,
e sguardi restii coi sospiri dolenti,
e la gioia d’un effimero momento,
con venti notti insonni e di tormento.
Se per caso vinci, sarà misero guadagno;
se perdi, sarà solo costato gran fatica;
in ogni caso, è follia pagata con il senno,
ovvero senno sopraffatto da follia.Valentino
Valentino e Proteo sono due giovani gentiluomini di Verona. Il primo viene mandato dal padre a Milano per conoscere il mondo e fare esperienze. Il secondo è triste della partenza dell’amico, ma non abbandonerebbe mai Verona, perché qui c’è Giulia, la donna che lui ama. Però anche il padre di Proteo si lascia convincere della necessità per il figlio di viaggiare, e lo manda subito a Milano a raggiungere l’amico. Qui Proteo scoprirà che Valentino si è innamorato di Silvia, la figlia del Duca, una ragazza di straorinaria bellezza.
In quanto alla commedia in sé, mi sono piaciuti molto i personaggi di Silvia, Valentino e Giulia, mentre ho (ovviamente) detestato Proteo, ed è proprio la sorte di questo personaggio che ho trovato risolta con troppa fretta, anche se ero sicura sarebbe finita così: in men che non si dica sia Giulia che Valentino gli perdonano il suo tradimento!
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Scheda del libro
Titolo: I due gentiluomini di Verona
Titolo originale: The two gentlemen of Verona
Autore: William Shakespeare
Anno prima pubblicazione: 1623
Casa Editrice: Mondadori – Oscar Paralleli
Traduzione: Sergio Perosa
Pagine: 189
Note: con testo originale a fronte, e audiocassetta con la lettura dei primi due atti da parte di Gabriel Wolf (non so se si scrive cos!)
Link al libro: ANOBII – GOODREADS
Invece il segnalibro qui a sinistra, dedicato al libro, è mio!
Un po’ di frasi
Home-keeping youth have ever homely wits.
Were’t notaffection chains thy tender days
To the sweet glances of thy honoured love,
I rather would entreat thy company
To see the wonders of the world abroad
Than, living dully sluggardized at home,
Wear out thy youth with shapeless idleness.
But, since thou lovest, love still, and thrive therein,
Even as I would when I to love begin.
i giovani che stanno sempre a casa
non vedono al di là del proprio naso.
Se la passione non incatenasse
i tuoi teneri giorni ai dolci sguardi
dell’amor tuo onorato, vorrei
che tu venissi con me a visitare
le meraviglie del mondo circostante
e non restassi qui nell’indolenza
a consumar la gioventù nell’ozio informe.
;a poiché ami, ama, e abbi successo,
come, se amassi io, augurerei a me stesso.
To die is to be banish’d from myself,
And Silvia is myself; banished from her
Is self from self – a deadly banishment.
What light is light, if Silvia be not seen?
What joy is joy, if Silvia be not by?
Unless it be to think that she is by,
And feed upon the shadow of perfection.
Except I be by Silvia in the night,
There is no music in the nightingale;
Unless I look on Silvia in the day,
There is no day for me to look upon.
che questa vita di tormanto? Morire
è venire bandito da me stesso,
e Silvia è me stesso: bandirmi da lei
è separare l’io dall’io. Mortale esilio!
Che luce è la luce, se Silvia non si vede?
Che gioia è la gioia se lei non è vicina?
A meno di illudersi che è vicina,
e nutrirsi della parvenza della perfezione…
Se di notte non sono accanto a Silvia,
non c’è musica per me nell’usignolo;
se di giorno non contemplo Silvia
non c’è giorno per me da contemplare.
Please you, I’ll tell you as we pass along,
That you will wonder what hath fortunèd.
Come, Proteus; ‘tis your penance but to hear
The story of your loves discoverèd.
That done, our day of marriage shall be yours:
One feast, one house, one mutual happiness.
Col vostro permesso, cammin facendo,
vi narrerò eventi da far meravigliare.
Vieni, Proteo, tu sola penitenza
sarà sentire come vien svelata
la storia dei tuoi amori. E dopo
il giorno delle mie nozze sia anche il tuo:
una festa, una casa, una felicità in comune.
Già, come non amare qualunque parola scritta dal buon vecchio Will? Qui, poi, ci chiama a nozze perché c’è quello strepitoso sonetto dedicato a Silvia (What light is light, if Silvia be not seen?…).
E che bello ascoltare l’audiolibro in originale!!!
Sapevo che avresti capito! :)