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Divenne [Frollo] così sempre più sapiente e per conseguenza naturale, sempre più rigido come prete, sempre più triste come uomo.
Ancora procede a salti la lettura, capitoli che divoro e capitoli che mi fanno stare ferma giorni (e infatti sono ancora una volta in ritardo!).
ATTENZIONE SPOILER!
Gli spoiler (anticipazioni sulla trama) non sono segnalati in alcun modo, poiché occupavano gran parte del commento.
Leggete a vostro rischio e pericolo!
Ok, s’è capito, la Parigi del XV secolo era più bella di quella di Hugo… bastavano meno descrizioni, per chiarire il concetto, a mio parere! Insomma, ho trovato un po’ noiosa tutta questa dettagliata descrizione, soprattutto perché io non è che conosco tanto bene la Parigi di ora, per cui non riesco ad immaginarmi bene quella di allora. Comunque, mi fido di Hugo:
Poi una cosa mi ha lasciata moltissimo perplessa: più di una volta viene nominata una non meglio specificata “Rinascenza”. Che cos’è?!?! Mi è venuto in mente che potrebbe trattarsi di una inspiegabile strana traduzione di “Rinascimento”… mah!
Tutti questi ricordi dei cambiamenti di Parigi, comunque, mi fanno pensare che quello che noi consideriamo il suo simbolo più immediato, il monumento che ce la fa riconoscere senza ombra di dubbio (ovviamente sto parlando della Torre Eiffel), ai tempi di Hugo non c’era ancora!
Per fortuna, alla fine di questo infinito capitolo un po’ noioso su Parigi, c’è una parte che ho trovato invece affascinantissima: quella sulle campane!
E poi ancora, poco dopo:
Che meraviglia!!! Io poi ho sempre avuto un entusiasmo infantile per le campane, ancora adesso se ne suona una nelle vicinanze mi fermo col naso all’insù cercando di scorgerla! Dev’essere davvero uno spettacolo osservare Parigi che canta come la descrive Hugo!
Dopo tutto questo popò di storia dell’arte, torniamo ai nostri per alcuni capitoli, e conosciamo un po’ meglio Quasimodo e Frollo.
Il capitolo dedicato al gobbo, Immanis pecoris custos, immanior ipse [A un orribile gregge, guardiano ancor più orribile], mi è piaciuto moltissimo. Innanzitutto conosciamo qualcosa della sua origine, e dell’origine del suo nome (“Quasimodo” significa “formato a metà”, ma è anche il nome francese della domenica in Albis, giorno in cui è stato ritrovato), e scopriamo che all’epoca dei fatti raccontati dal romanzo aveva circa vent’anni.
È vero, povero Quasimodo: guercio, zoppo, gobbo, poi anche sordo, e infine cattivo. Veramente non si può non provare pena per lui!
Ma quello che più mi è piaciuto di questo capitolo è stata la descrizione del legame tra Quasimodo e la Cattedrale:
E di nuovo, anche qui, abbiamo le campane! Quando parlava di Marie, sentivo quasi dolore alle orecchie al pensiero del suo suono così potente!
Alla fine di questo capitolo mi sono detta: se continua così, gli perdono i capitoli noiosi e gli do 5 stelline sicuro!
Purtroppo Hugo non mi ha esaudita, perché i capitoli successivi non sono stati sicuramente all’altezza! Però, comunque, quelli su Frollo sono stati interessanti! Già questo personaggio si presentava complicato e misterioso, diverso da come lo immaginavo (lo ammetto, forse per quanto riguarda lui sono troppo condizionata dal film Disney!). Mi ha stupito, per esempio, che in mezzo alla crudeltà della gente di fronte al piccolo Quasimodo, proprio lui sia stato l’unico a dimostrarsi compassionevole.
Mi ha colpito poi anche il legame tra i due, accomunati anche dall’essere derisi e non benvoluti dalle altre persone: Di quei due, uno ci ha l’anima come l’altro il corpo!
Dopo Frollo, ecco di nuovo un capitolone sull’arte; stavolta, però, devo dire, molto più interessante! L’architettura è il gran libro dell’umanità, sostiene Hugo, ed è una teoria affascinantissima! Ancor più bella però è stata la parte relativa alla stampa. Non so, sinceramente, se Hugo la ritenesse una cosa negativa questa supremazia dei libri di carta su quelli di pietra, io da appassionata lettrice l’ho trovato un bellissimo elogio della lettura!
Nella mia ignoranza, credo che Hugo abbia ragione, perché in effetti se penso ai monumenti più belli che conosco, mi rendo conto che sono quasi tutti più vecchi della stampa. Non sono però d’accordo quando Hugo allarga il discorso dall’architettura all’arte in generale: almeno in pittura non è sicuramente così, basta solo pensare a Caravaggio! ;)
Ultima piccola noticina: all’inizio del capitolo II del Libro Quinto Hugo chiede scusa per la nuova digressione alle sue “lettrici”. Come mai? Perché questa specificazione femminile? Era convinto lo leggessero solo donne, oppure credeva che le digressioni annoiassero solo il pubblico femminile?
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Mi ricordo le descrizioni di Parigi… ammetto che molte mi hanno annoiata, mentre altre mi hanno emozionata moltissimo, esattamente come è successo a te :)
Quasimodo mette davvero tristezza :( Mentre Frollo l’ho odiato subito, forse complice il fatto che lo associavo alla figura Disney ><
Per quanto riguarda la tua ultima domanda, non saprei! Forse si rivolge alle lettrici perchè erano le donne che, per la maggior parte, leggevano i romanzi… gli uomini si occupavano più di saggi e scritti filosofici. Ma questa, ovviamente, è solo la mia interpretazione, probabilmente sbagliata XD
Invece è molto plausibile come ipotesi! Un’altra che mi è venuta è che forse lo faceva per… cavalleria! ;)
Sei un grande..sono impazzita per trovare un commento valido a questi libri. Ho trovato proprio quello che cercavo (riferimenti all’arte nel capitolo di Frollo) …grazie mille
Di nulla!!! Sono contentissima di esserti stata d’aiuto! :)
Grazie a te per la visita, e per aver lasciato un commento! ^_^