Home » _gruppi di lettura_ » Il pendolo di Foucault – XII parte – Tiferet + Nezah Il pendolo di Foucault – XII parte – Tiferet + Nezah Pubblicato sabato 27 Febbraio 2010; 21:54sabato 1 Giugno 2024; 19:47 da Phoebes1 commento Pagina principale ← XI parte XIII parte → Guai a fare finta, ti credono tutti. Lia ATTENZIONE SPOILER! Gli spoiler (anticipazioni sulla trama) non sono segnalati in alcun modo, poiché occupavano gran parte del commento. Leggete a vostro rischio e pericolo! Ecco che anche in questo libro compare Alamut, come nel gioco di cui avevo già parlato. E gli Assassini, anche, non potevano mancare: me li ritrovo spessissimo nei libri che leggo! Lorenza è sempre più odiosa! Non capisco se c’è veramente qualcosa sotto la sua paura di incontrare Agliè, o è solo cretina (per non dire altre parole). Lia invece mi piace moltissimo, è un vero peccato, come ha detto già qualcuno nel GDL, che non le sia stato dato più spazio. Ma veniamo a noi: finalmente la storia si “ricongiunge” col presente, con Casaubon giunto a Parigi sulle tracce di Belbo, e appostatosi nel Conservatoire in attesa della mezzanotte fatidica del 23 giugno: che emozione!!!! In queste ultime pagine l’inquietudine è salita sempre più, e il Piano comincia a farmi veramente paura! Come sempre Eco mi lascia con molti dubbi e curiosità sulle innumerevoli citazioni che capitano qua e là nel testo. Stavolta in particolare ce n’è una su cui non sono riuscita a trovare informazioni: qual è la barzelletta del tedesco che dice “tutto qvi in mio kulo”?!?! Pagina principale ← XI parte XIII parte → Un po’ di frasi Anche un complotto umano può riempire il vuoto. Non mi hanno pubblicato Quore e pasione perché non appartengo alla cricca templare. “Dammi due giorni per rifletterci.” Quando Lia chiede due giorni per rifletterci è per dimostrarmi che sono stupido. L’accuso sempre di questo, e lei risponde: “Se capisco che sei stupido sono sicura che ti voglio bene davvero. Ti voglio bene anche se sei stupido. Non ti rassicura?” Nulla, per chi davvero crede a una tradizione segreta, è più fragoroso del silenzio. “Quanti giornali legge lei, e di tutte le tendenze. Dev’essere un giudice o un uomo politico.” Belbo aveva risposto che no, che lui lavorava in una casa editrice che pubblicava libri di metafisica araba, lo aveva detto sperando di terrorizzare l’avversario. L’altro si era evidentemente terrorizzato. Condividi:FacebookTwitterTumblrPinterestPocketWhatsAppTelegramE-mailStampaMi piace:Mi piace Caricamento... Correlati
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