Il pendolo di Foucault – IV parte – Binah + Mesed (fino capitolo 28 escluso)


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“O basta là,” disse Belbo. Solo un piemontese può capire l’animo con cui si pronuncia questa espressione di educata stupefazione. Nessuno dei suoi equivalenti in altra lingua o dialetto (non mi dica, dis donc, are you kidding?) può rendere il sovrano senso di disinteresse, il fatalismo coi cui essa riconferma l’indefettibile persuasione che gli altri siano, e irrimediabilmente, figli di una divinità maldestra.

Le cose si complicano assai.

ATTENZIONE SPOILER!
Gli spoiler (anticipazioni sulla trama) non sono segnalati in alcun modo, poiché occupavano gran parte del commento.
Leggete a vostro rischio e pericolo!

Il colonnello pare un esaltato (passi per tutto il mistero dei Templari, ma quella cosa del geroglifico che viene fuori unendo i punti della mappa, e che assomiglia alla costellazione della Vergine ma solo se prendi le stelle che pare a te… insomma…), però scompare, dando in qualche modo credito alle sue paure e poi, bè, si capiva che non poteva essere finita lì la storia del tesoro dei Templari! Il Piano si fa sentire sempre più chiaramente, e pericolosamente.

La parte di questa settimana si conclude con un accenno di spiritualità sudamericana, che pare avere poco e niente a che fare con i Templari. Ma, si sa, nulla si sottrae al Piano!

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