Titolo originale: A Long Way Down
Anno: 2005
Casa Editrice: Guanda
traduzione di Massimo Bocchiola
pagine: 293
Non buttiamoci giù su aNobii
Questo libro partecipa alle sfide delle pagine, infinita e collettiva – 2 e delle Edizioni.
Se posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo? Certo che posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo. Cavolo, non sono mica deficiente.
[incipit]
Trama:
Quattro persone diversissime tra l’oro per età, aspirazioni, ceto sociale, nazionalità, lavoro, personalità, problemi… si ritrovano la notte dell’ultimo giorno dell’anno sul tetto di un edificio di Londra famoso come la “Casa dei Suicidi”, tutti con la stessa, ovvia, intenzione.
Il primo libro di Hornby che ho letto è stato Come diventare buoni, e con chiunque ho parlato di questo libro, il commento è stato sempre lo stesso: non è il tipico Hornby, devi leggere altro. Ho accettato il consiglio, e ho letto questo libro qui. Mi è piaciuto moltissimo! Però… io non lo vedo poi così diverso da Come diventare buoni (che poi comunque mi era ugualmente piaciuto molto!), lo stile di Hornby mi pare abbastanza simile nei due libri. Certo, però, tra i due Non buttiamoci giù mi è piaciuto di più!
Quello che avevo già apprezzato nell’altro libro, e cioè come Hornby sappia parlare benissimo tramite la voce dei suoi personaggi, qui è ancora più apprezzabile in quanto le voci narranti sono quattro, e Hornby le caratterizza splendidamente: se apro a caso il libro e leggo una frase, quasi sicuramente posso capire di quale punto di vista si tratta!
Non saprei dire quale dei personaggi ho amato di più, se Martin col suo cinico umorismo, o Maureen con il suo stupore per le cose più banali, o Jess con i suoi paragoni fantasiosi ma azzeccatissimi, o infine JJ con le sue riflessioni in cui mi ritrovavo spesso…
Grandissimo applauso poi per come in questo libro Hornby riesce a parlare dell’argomento più desolante che possa esistere – la voglia di suicidarsi – e riuscire comunque a divertire, far ridere e mai, mai, deprimere!
Ho già altri libri di Hornby in wishlist, adesso di sicuro ne aumenterò la priorità! :) Insomma, se non s’era capito, questo tizio qui scrive veramente, ma veramente bene!!!
«La cura dell’infelicità è la felicità, me ne infischio di quello che dicono tutti.»
Elizabeth McCracken,
Niagara Falls All Over Again
Si può prendere per il culo chiunque è infelice, basta che si è abbastanza crudeli.
Jess
In Inghilterra quelle griglie lì, piccole, le trovi dappertutto, capito? Per me ormai rappresentano il trionfo della speranza sulla circostanza, dato che tutto quello che puoi fare è sbirciarle dalla finestra sotto un diluvio di pioggia.
JJ
Uno che ha voglia di morire si sente incazzato, pieno di vita e disperato e stuformarcio e sfinito, tutto assieme; vuole combattere contro tutti, e vuole rannicchiarsi e nascondersi in un armadio chissadove. Vuole scusarsi con tutti e vuole che tutti sappiano che lo hanno mollato da solo nella merda.
JJ
Una cosa che avevo imparato nell’ultimo paio d’anni era che non c’è niente che non puoi mandare a culo, se ti impegni abbastanza.
JJ
Perché se leggi fai sclerare la gente in questo modo? Vabbe’, quando stavamo in viaggio potevo essere un filo antisociale, ma se avessi giocato col gameboy per ore e ore nessuno ci avrebbe fatto caso. Nel mio ambiente, disintegrare cazzuti mostri spaziali è socialmente accettabile, mentre Pastorale americana non lo è.
JJ
E’ così che io mi sento tutti i giorni, e gli altri non ne vogliono sapere. Vogliono sapere che mi sento come ti fa sentire Tom Jones. O quella ragazza là, australiana, che prima recitava in Neighbours. Ma invece io mi sento così, e come mi sento non lo danno alla radio, perché le persone tristi restano escluse.
[…]
Perché sbaglio sempre a calcolare il peso delle cose. Ogni volta ti tocca indovinare se una cosa è pesante o leggera, specialmente quelle dentro di te, e indovini sbagliato, e così allontani gli altri. Non ne posso più.
Maureen
Capisci che non stai andando bene quando non puoi raccontare agli altri i fatti più semplici della tua vita, solo perché si immaginerebbero che gli stai chiedendo pietà. Secondo me è per questo che una si sente così lontana da tutti, alla fine: qualunque cosa pensi di dirgli, finisce sempre che li fa star male.
Maureen
Probabilmente saprete anche che quando guardi fuori dal finestrino di una aereo, che vedi il mondo diventare piccolo piccolo, non puoi fare a meno di pensare a tutta la tua vita, e a tutte le persone che hai conosciuto. E saprete che pensare a queste cose ti fa venir da ringraziare il Signore che te le ha date, e da arrabbiarti con Lui che non ti ha aiutato a capirle meglio.
Maureen
E così sono io: soffro di poca fantasia. Potrei fare quello che voglio, ogni giorno della mia vita, e a quanto pare quel che voglio è sclerare di zucca e litigare con tutti. Dirmi che potrei fare tutto quello che voglio è come levare il tappo dalla vasca da bagno e dopo dire all’acqua che può andare dove vuole. Voi provate, e vedrete che succede.
Jess
Chissà se le persone qualche volta in vacanza sono tristi? Secondo me succede, perché hanno tanto tempo per pensare.
Maureen
La forma più economica di trasporto sono i taxi, perché ti portano gratis dove vuoi, ed è solo quando arrivi dove vuoi arrivare che servono i soldi.
Jess citata da Martin
«Vai via, prima di fare la figura del cretino» mi ha consigliato Penny. La dice lunga sulla sua generosità spirituale il fatto che vedesse ancora la cretineria puntare da lontano nella mia direzione, come se mi restasse una chance di togliermi dalla strada: un’osservatrice meno parziale avrebbe sentenziato che la cretineria mi aveva già arrotato senza pietà. Comunque importava poco, perché io non mi stavo togliendo.
Martin
E in tutti i casi non ho ancora capito se questi fatti sono coincidenze o no: forse riuscire ad avere una cosa che desideri non è mai una coincidenza.
Maureen