La domatrice
di Agatha Christie
Poirot
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Voto: 7/10
Poirot: I am interested in everything!
Colonel Carbury: Yes. That’s the only way to react to life.
Poirot: Mi interessa tutto!
Colonnello Carbury: Sì. Questo è l’unico modo per reagire alla vita.
(Pagina 95)
Questo romanzo è uno di quelli che non avevo mai letto prima, e mi è piaciuto molto.
Durante una vacanza nel vicino oriente Poirot sente qualcuno meditare un omicidio. Il nostro investigatore non prende la cosa sul serio, ma per caso proseguendo nel viaggio si ritroverà ad indagare proprio sull’omicidio della vittima designata.
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Il segnalibro che ho usato durante la lettura l’ha fatto mia madre prendendo spunto da qualche tutorial online: quando me l’ha regalato ho pensato fosse perfetto per un libro con Poirot! |
Certo questo romanzo inizia in una maniera particolare: due persone tramano un delitto e ad origliare suo malgrado c’è proprio il nostro Poirot. Che poi scompare per parecchie pagine, e questa è la critica principale che ho da fare a questo romanzo: non tanto il fatto che Poirot non si vede per quasi metà libro, ma il fatto che l’omicidio anche arriva molto tardi. Capisco che bisognava descrivere bene la situazione della famiglia Boynton perché fosse chiara la psicologia dei personaggi, però a me è parso che Christie la tirasse un po’ troppo per le lunghe.
Quando finalmente iniziamo a investigare la trama si fa subito più avvincente, anche perché c’è un particolare interessante: l’indagine ha un limite di tempo, solo 24 ore. Ovviamente la cosa non preoccupa minimamente Poirot che è come sempre super sicuro delle sue capacità!
La componente gialla è interessante: ci sono dei super sospettati che allora tu pensi sicuramente non sono stati loro, ma questa è Agatha Christie quindi invece magari sono stati proprio loro ma in un modo che non ti aspetti, e insomma c’è da divertirsi. La soluzione finale non mi è dispiaciuta di per sé, ma è stata presentata in maniera un po’ sbrigativa, lasciandomi una leggera insoddisfazione.
Questo romanzo prosegue il filone delle ambientazioni “esotiche” ispirate ai viaggi per il mondo di Christie. Qui siamo infatti di nuovo in Medio Oriente, per la precisione omicidio e indagine avvengono nei pressi di Petra, in Giordania.
Commento generale.
Nonostante la rivelazione finale un po’ troppo frettolosa e l’introduzione, al contrario, troppo lunga, leggere questo romanzo mi è piaciuto molto. Intendiamoci, non è al livello dei capolavori della Regina del Giallo, ma a leggerlo mi sono divertita, non avevo indovinato quasi nulla sull’omicidio e quindi la scoperta dell’assassino mi ha sorpreso e soddisfatto, perciò lo ritengo comunque un buon libro.
Copertina e titolo
La copertina di questa mia (vecchia) edizione è stata rifatta nel 1988 in occasione dell’uscita del film tratto da questo libro con Peter Ustinov: non amo le copertine con immagini tratte dai film, e questa non fa eccezione. Il titolo è bello per un romanzo giallo, però onestamente non l’ho capito. Qual è l’appuntamento con la morte? Quello della vittima perché Poirot ha sentito che qualcuno voleva ucciderla? Quello italiano lo trovo meno accattivante, ma senz’altro più attinente: La domatrice si riferisce al personaggio di Mrs Boynton e al modo un cui tratta la sua famiglia (cosa che viene esplicitamente detta da uno dei personaggi).
Curiosità
In questo libro vengono nominate diverse vecchie indagini di Poirot: Assassinio sull’Orient Express, The A B C Murders e Carte in tavola. Infine viene nominato il Colonnello Race, personaggio ricorrente nei romanzi di Christie, che abbiamo visto l’ultima volta, se ricordo bene, in Poirot sul Nilo.
Bonus
Come al solito grazie al sito
Delicious Death una carrellata di copertine di varie edizioni originali e italiane di questo libro.
Da sinistra verso destra. La prima copertina quella della primissima edizione (Collins, 1938), pone l’attenzione sulla fascinosa ambientazione: tutto sommato bella. Con la seconda facciamo un salto di svariati decenni: è uscita infatti nel 1993 (G.K.Hall), esteticamente non è bellissima ma l’ho scelta perché una delle pochissime che mostra la vittima, la domatrice. La terza copertina (HarperCollins, 2001) torna a mostrare la bellissima Petra. Anche l’ultima copertina inglese (HarperCollins, 2016) mostra Petra, ed è sicuramente la mia preferita, troppo bella con il monumento e tutte quelle luci!
La prima copertina, sempre partendo da sinistra, purtroppo si vede malissimo, ma non volevo tralasciarla visto che è la prima edizione italiana di questo romanzo (I libri gialli #224, 1939); dal colore dei capelli ipotizzerei che la ragazza disegnata sia Ginny. La seconda copertina è del 1981 ed è quella classica della Mondadori di quegli anni: bellina, direi, e mostra in primo piano la vittima, poi Poirot e qualche altro personaggio. L’altra copertina è sempre della Mondadori ma del decennio successivo (1994), solitamente queste sono quelle che mi piacciono di meno, anche in questo caso, seppure non brutta, non mi entusiasma particolarmente; rappresenta Poirot con quello che penso sia il Colonnello Carbury. L’ultima copertina (Mondadori, 2015) riprende quella della HarperCollins del 2008: ho visto varie copertine con rappresentato un cobra, non mi pare ci fossero riferimenti ai serpenti nel romanzo, quindi non capisco bene il perché d questa scelta, però questa mi piaceva per il disegno e i colori.
Avventura esotica per Poirot
Titolo: Appointment with Death
Serie: Poirot (19)
Titolo italiano: La domatrice
Genere: giallo
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1938
Ambientazione: Gerusalemme (Israele), Petra (Giordania); anni 30 del XX secolo
Personaggi: Hercule Poirot, Mrs Boynton, Raymond Boynton, Carol Boynton, Dr. Sarah King, Lennox Boynton, Nadine Boynton, Ginevra “Ginny” Boynton, Jefferson Cope, Dr Thomas Gerard, Lady Westholme, Miss Amabel Pierce, Colonel Carbury
Copertina: Peter Ustinov nel film tratto da questo libro del 1988
Pagine: 218
ISBN: 0-00-614045-9
Provenienza: Libreria dell’usato a Londra, 18 agosto 2014
inizio lettura: 14 marzo 2022
fine lettura: 21 marzo 2022
Sfide
Trasposizioni
Appuntamento con la morte (1988) di Michael Winner, con Peter Ustinov, Lauren Bacall, Carrie Fisher
Un po’ di frasi
‘You do see, don’t you, that she’s got to be killed?’
“Capisci, vero, che deve essere uccisa?”
[incipit]
‘In America,’ he [Mr Cope] said, ‘we’re great believers in absolute freedom.’
Dr. Gerard rose also. He was unimpressed by the remark. He had heard it made before by people of many different nationalities. The illusion that freedom is the prerogative of one’s own particular race is fairly widespread.
“In America”, disse [il signor Cope], “siamo grandi sostenitori della libertà assoluta”.
Anche il dottor Gerard si alzò. Non era impressionato dall’osservazione. L’aveva già sentito dire prima da persone di molte differenti nazionalità. L’illusione che la libertà sia prerogativa della propria particolare razza è abbastanza diffusa.
(Pagina 37)
Colonel Carbury: Tell me, d’you ever find your own special job has a way of following you around?
Poirot: Pardon?
Colonel Carbury: Well – to put it plainly – do you come to places expecting a holiday from crime – and find instead bodies cropping up?
Poirot: It has happened, yes; more than once.
Colonnello Carbury: Mi dica, ha mai scoperto che il suo speciale mestiere trova il modo per seguirla in giro?
Poirot: Pardon?
Colonnello Carbury: Beh – per dirla chiaramente – lei arriva in un luogo aspettandosi una vacanza dal crimine – e trova invece corpi che spuntano fuori?
Poirot: È successo, sì; più di una volta.
(Pagine 95-96)
‘And […] after you’ve sifted the evidence and done some reasoning and paddled in psychology – hey, presto! – you think you can produce the rabbit out of the hat?’
‘I should be extremely surprised if I could not do so,’ said Poirot calmly.
“E […] dopo aver passato al setaccio le prove e fatto qualche ragionamento e sguazzato nella psicologia – ehi, presto! – lei pensa di poter tirare fuori il coniglio dal cappello?”
“Sarei estremamente sorpreso se non riuscissi a farlo”, disse Poirot con calma.
(Pagina 109)
I always say a cup of tea makes all the difference.
Io dico sempre che una tazza di tè fa tutta la differenza.
Miss Pierce
(Pagina 130)
‘You are […] a very well-known detective?’
‘The best detective in the world,’ said Poirot, stating it as a simple truth, no more, no less.
“Lei è […] un detective molto famoso?”
“Il miglior detective del mondo”, disse Poirot, affermandolo come una semplice verità, né più né meno.
(Pagina 166)
explicit |
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‘Fear no more the heat o’ the sun,
Nor the furious winters rages;
Thou thy worldly task hast done,
Home art gone, and ta’en thy wages . . .’
Più non devi temere del gran sole l’ardore,
né del rabbioso inverno l’infuriare;
la tua terrena opera hai compiuto,
a casa sei venuto, e la giusta mercede hai ricevuto.
Questo brano proviene dalla tragedia di Shakeseare Cimbelino (Cymbeline), precisamente dalla Scena II dell’Atto IV, ed è, se ho capito bene, un canto funebre pronunciato dal personaggio di Guiderio. La traduzione che ho riportato è opera di Goffredo Raponi e proviene dall’edizione gratuita di quest’opera che ho trovato su LiberLiber.
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