Pur strana e inesplicabile come era, la faccenda all’apparenza sembrava molto semplice… a quel tempo, almeno.
[incipit del primo racconto, “Ognissanti”]
Undici racconti con protagonisti fantasmi, in qualche caso altri tipi di non morti, ma soprattutto atmosfere soprannaturali.
Ho letto questo libro senza dubbio con molto piacere, ogni racconto mi affascinava e incuriosiva e mi faceva desiderare di continuare a leggere per saperne di più, e quando ne finivo uno ero ansiosa di iniziare il successivo per scoprire in quali nuovi luoghi infestati mi avrebbe portato. Però, purtroppo devo dire che quasi tutti i racconti alla fine mi hanno lasciato con un sapore un po’ di delusione, da qui il voto un po’ più basso. Addirittura ho pensato di dargli 3 stelline invece che 4, ma come ho detto leggerlo mi è piaciuto comunque non poco, quindi non meno di quattro stelline sicuro.
ghost di neevpl |
Partiamo allora da quello che, di questo libro, non mi è piaciuto. Innanzitutto c’è il problema che il primo racconto è quello che mi è piaciuto di più, e quindi iniziando col botto tutti gli altri poi mi sono parsi meno belli di sicuro. Anche in questo primo racconto avrei però una critica da fare: alla fine la narratrice si dilunga in una spiegazione dei fatti avvenuti, e l’avrei evitata perché secondo me il racconto andava benissimo senza. Invece poi in quasi tutti gli altri racconti ho avuto la sensazione opposta, che mi avrebbe fatto comodo qualche chiarimento in più sulla vicenda. Ed è un po’ irritante farsi coinvolgere tanto da una storia con la grande curiosità di capire il perché e il percome delle cose, e poi non trovarlo! O non capirlo, ammetto che potrebbe essere anche un mio limite, però questo contrasto col primo racconto in cui invece la spiegazione l’ho percepita proprio superflua, mi ha diminuito un poco il gradimento. Il peggio da questo punto di vista l’hanno sofferto proprio gli ultimi due racconti, “Semi di melograno” e “Una bottiglia di Perrier”. Durante la lettura del primo ho proprio pensato “intrigante questo mistero, speriamo che poi la soluzione non sia deludente”, e il racconto è finito senza risoluzione, tanto che non ho neanche capito il significato del titolo. Il problema del secondo è invece che non c’entrava nulla con questa raccolta, infatti credevo fosse stato inserito dai curatori dell’edizione italiana ritenendolo affine agli altri, ma poi ho visto QUI che invece si trovava anche nella raccolta originale. Secondo me comunque stona parecchio con gli altri racconti prevalentemente perché non è una storia sul soprannaturale, ma una sorta di giallo.
Ghost ‘n Ghouls di itsywolf |
Molti di più comunque sono i punti a favore di questi racconti! Intanto mi è piaciuto il fatto che sono storie di fantasmi, ma questi raramente sono i veri protagonisti del racconto, la storia riguarda sempre qualcos’altro e i fantasmi in pratica ci capitano in mezzo. Inoltre poi anche se hanno ovviamente tutti qualcosa in comune ho ammirato come in ogni racconto lo stesso argomento sia trattato in maniera diversa, non ci sono due storie che potrei definire simili, e questo è senza dubbio un aspetto accattivante.
Il primo racconto, “Ognissanti” è, come ho detto, quello che mi è piaciuto di più, soprattutto perché ha reso secondo me proprio bene la bravura di Wharton nel creare queste atmosfere spaventose. Infatti in questo racconto in pratica non succede nulla, se non che spariscono tutti tranne la protagonista, ma come lei stessa ha detto nel suo racconto quel silenzio era più terribile di qualsiasi altra cosa. Con me ha funzionato alla grande.
ghosts stamp di fogIake |
Anche il secondo racconto, “Gli occhi”, mi ha convinto per come è riuscito a rendere l’angoscia del protagonista, confesso che mi sono lasciata parecchio suggestionare, e anche se non vivo in una casa grande e misteriosa come quella nella storia a leggerlo la sera mi metteva un po’ d’ansia! Purtroppo poi il finale non l’ho capito per niente, e questo ha smorzato il mio entusiasmo.
“Dopo” è stato sicuramente il racconto con la storia più curiosa perché abbiamo una casa abitata da un fantasma, però quando qualcuno lo vede se ne rende conto solo molto tempo dopo. Meno inquietante dei precedenti ma veramente intrigante questa peculiarità dello spettro.
Ghost Icon di Zagittorch |
“Kerfol” e “Miss Mary Pask” sono un altro buon esempio della varietà di cui avevo già parlato perché nel primo i fantasmi sono dei cani che nel 1600 si son trovati convolti in una sanguinosa e triste storia di umani, mentre nel secondo il protagonista vive mesi angosciosi a causa dell’incontro con un fantasma per poi scoprire alla fine che la donna da lui vista era viva e vegeta.
Infine non posso non menzionare anche il racconto “Stregato” perché più che una storia di fantasmi riguarda una vampira. Anche questo però è da annoverare tra quelli il cui finale mi è risultato più incomprensibile perché sembra che la non-morta sia stata uccisa con una pistola.
Ghosts di Joe-Roberts |
L’ambientazione è senza dubbio la parte migliore, perché anche le storie che ho trovato meno riuscite avevano comunque un’atmosfera perfettamente creata di paura e ignoto. Come ambientazione prettamente fisica siamo quasi sempre negli Stati Uniti, prevalentemente in campagna, qualche volta in Europa, soprattutto nel Regno Unito, ma anche in Italia e in Francia, per un po’. Temporalmente siamo soprattutto in autunno, almeno all’inizio delle storie, spesso anche in inverno: il buio non può che essere alleato dell’autrice nel ricreare le sensazioni di terrore, specie considerato che siamo nei primi decenni del secolo, quando l’elettricità era ancora appannaggio di pochi e il buio era qualcosa di totale. Inutile dire che ho apprezzato tantissimo queste descrizioni di una natura spoglia, inospitale, quasi feroce alle volte, fredda e oscura non solo in senso letterale. Fascinosissime descrizioni!
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da tibots; l’ho scelto perché, be’, con tutti quei fantasmini mi sembrava adatto! XD |
I personaggi sono ovviamente tanti, e molto vari: uomini, donne, giovani, vecchi, nobili, servitù, di tutto, veramente, anche in questo l’autrice è stata molto brava a variegare il più possibile. Un’altra cosa che ho trovato peculiare e per questo mi è piaciuta è che cambiava anche il narratore: qualche volta era esterno, qualche altra volta era il protagonista, altre volte a narrare invece era un personaggio secondario, o del tutto estraneo alla vicenda che raccontava qualcosa che gli era stato riferito.
Lo stile di Edith Wharton è la cosa che mi ha colpito di più. Nell’Introduzione l’autrice parla proprio di come nel raccontare storie di fantasmi la cosa più importante sia rendere bene le atmosfere, e lei ci è riuscita egregiamente, su questo non ho dubbi, come è riuscita a rendere l’angoscia delle persone di fronte all’evento inspiegabile, come è riuscita a rendere le loro paura palpabili, come ha creato ambientazioni bellissime ed inquietanti. Per questo il motivo delle mie delusioni lo ritengo imputabile a me che forse mi aspettavo troppa chiarezza da racconti del mistero.
Commento generale.
Supernatural di Joe-Roberts |
Edith Wharton sa scrivere veramente bene, questo è poco ma sicuro. Le storie sono emozionanti, la paura dei protagonisti contagiosa, i fantasmi tutti diversi, gli scenari anche molto variegati, ma le atmosfere sono tutte accomunate dalla grande abilità dell’autrice di trasportarci in luoghi tenebrosi e ricchi di angoscia. Purtroppo mi sono ritrovata a sentirmi insoddisfatta alla fine di quasi tutti i racconti, e per questo motivo ho abbassato un poco il voto, ma credo che sia imputabile a gusti miei personali o forse anche ad un mio approccio sbagliato, e assolutamente non al valore in sé del libro.
Una lettura comunque perfetta per questo periodo dell’anno, con l’autunno che avanza, le giornate che si accorciano e Halloween che si avvicina. Lo consiglio a chi cerca storie di fantasmi scritte molto bene, puntando soprattutto a trasmettere le giuste sensazioni e non tanto sulla sensazionalità delle storie in sé (comunque intriganti).
Copertina e titolo
La copertina di questa mia edizione mi piace un sacco, la trovo bella di per sé ma soprattutto molto adatta ad un libro che evoca atmosfere a lume di candela. Il titolo è estremamente semplice, ma forse quasi quasi preferivo quello originale che era semplicemente Fantasmi. I titoli dei racconti però sono stati tutti tradotti letteralmente.
Mini recensione
Ghost Evaluation di Caia-Mei |
Titolo: Storie di fantasmi
Titoli dei racconti: Ognissanti (All souls’, 1937), Gli occhi (The eyes, 1910), Dopo (Afterward, 1910), Il campanello della cameriera (The lady’s maid’s bell, 1904), Kerfol (Kerfol, 1916), Il trionfo della notte (The triumph of night, 1914), Miss Mary Pask (Miss Mary Pask, 1925), Stregato (Bewitched, 1925), Il signor Jones (Mr Jones, 1928), Semi di melograno (Pomegranate seed, 1931), Una bottiglia di Perrier (A Bottle of Perrier, 1930)
Titolo originale: Ghosts
Genere: racconti, horror
Autore: Edith Newbold Jones Wharton, conosciuta come Edith Wharton (Edith Wharton Society – Wikipedia)
Nazionalità: statunitense
Prima pubblicazione: 1937
Ambientazione: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, deserto; prima metà del XX secolo, prevalentemente in autunno e inverno
Personaggi: Sara Clayburn (Ognissanti), Andrew Culwin (Gli occhi), Mary Boyne (Dopo), Alice Hartley (Il campanello della cameriera), George Faxon e Frank Rainer (Il trionfo della notte), Mary Pask (Miss Mary Pask), Orrin Bosworth, Prudence Rutledge, Saul Rutledge, Diacono Hibben, Sylvester Brand e Ora Brand (Stregato), Lady Jane Lynke (Il signor Jones), Charlotte, Kenneth e Elsie Ashby (Semi di melograno), Medford e Gosling (Una bottiglia di Perrier)
Casa Editrice: Newton Compton
Traduzione: Gianni Pilo
Copertina: autore non identificato, Biglietto d’auguri scritto a lume di candela, Archivi Alinari, Firenze
Pagine: 283
ISBN: 978-88-541-1115-8
Provenienza: acquistato in un negozio di elettronica che non so perché vende anche libri, 24 dicembre 2010
Note: edizione a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco
Link al libro: IN LETTURA – GOODREADS – ANOBII
inizio lettura: 13 settembre 2020
fine lettura: 30 settembre 2020
Sfide
Un po’ di frasi
explicit | Leggi> |
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Mi intriga parecchio, anche se i finali non finali o dal significato oscuro mi lasciano, talvolta, con l’amaro in bocca.
Bellissimo il segnalibro di PacMan.
Guarda, ma può darsi che non li ho capiti io!!! Anzi, se mai lo leggerai poi magari ne parliamo e mi spieghi come sono andate le cose secondo te!
Il racconto Seme di Melograno si chiama così perché nella mitologia greca Persefone fu rapita da Ade, la portò negli inferi, e lei senza saperlo segnò il suo destino mangiando i semi di melograno nel giardino della morte. Questa azione le ha precluso per sempre la possibilità di fuggire dal regno degli inferi. Questo ti fa capire che il marito della ragazza non potrà mai tornare, perché metaforicamente legato troppo al suo passato. Le lettere sono come un seme di melograno per lui. In realtà i finali sono aperti solo apparentemente, per capire cosa succede davvero in queste vicende bisogna notare bene i dettagli disseminati lungo i racconti.
Grazie! Temevo infatti di essere stata io a non capirli!
Purtroppo è passato un sacco di tempo e non ricordo più molto di questi racconti, quando hai nominato le lettere mi sembra vagamente di ricordare qualcosa, ma non molto. Prima o poi dovrei provare a rileggerli tenendo presente quello che hai detto.
Grazie ancora!