Abissi d’acciaio


di Isaac Asimov

Storia Futura (Ciclo dei Robot)
Il secondo libro dei robot
Il sole nudo


— C’è sempre qualcosa di più alto del comune senso di giustizia: un impulso umano che chiamiamo pietà, un atto umano che chiamiamo perdono.
— Non conosco queste parole, collega Elijah.
— Lo so. Lo so.
Elijah e R. Daneel
(Pagina 204)

New York, due o tre secoli nel futuro. Elijah Baley è un poliziotto che sogna una promozione, odia i robot e non ha molta simpatia per gli Spaziali, abitanti degli altri Mondi che per motivi sconosciuti sono tornati a stare sulla Terra, e vivono isolati. Ma quando uno Spaziale viene ucciso da un terrestre, Baley è chiamato ad indagare, e gli viene affidato il collega peggiore che gli potesse capitare: un robot spaziale.

Caves of steel by LeTipple on DeviantArt

In un periodo in cui purtroppo non sto leggendo molto questo libro rappresenta un grossa eccezione perché l’ho finito in due giorni, tanto che non ho fatto nemmeno in tempo ad inserirlo nella rubrica “In lettura”! Come ogni romanzo di Asimov che ho letto sinora è stato una lettura piacevole, ricca e appassionante, ancor di più in questo caso perché si tratta di un giallo. La trama va avanti seguendo le indagini su questo omicidio e ci guida all’interno della Città, in questa ambientazione non propriamente cupa, ma opprimente, in tutti i sensi. Nel futuro l’umanità con piccoli gruppi di pionieri ha conquistato nuovi Mondi ma la stragrande maggioranza della popolazione è rimasta sulla Terra, e vive nelle Città, che sono enormi conglomerati in cui anche le strade sono al coperto, per cui per tutta la durata della loro vita le persone non vedono mai il cielo, e temono, in un certo senso, l’aria aperta. La popolazione mondiale ammonta a circa 8 miliardi, e le risorse faticano a sostenerla. Quando Asimov scriveva questo romanzo la popolazione mondiale era circa tra i 2,5 e i 2,8 miliardi di persone (fonte: Wikipedia), per cui 8 miliardi doveva sembrargli una cifra sufficientemente alta per un futuro così remoto. A noi non sembra così astronomica, considerando che al momento siamo più di 7 miliardi, fatto sta che il concetto di “risorse insufficienti” non ci è proprio sconosciuto! Nel futuro di Asimov la cosa è stata risolta con allevamenti intensivi di lieviti per tutti, e cibo “vero” solo per pochi eletti: dipende a quale “classe” si appartiene. Una società fatta a “strati” rigida quanto basta perché salire di livello sia molto più difficile che venire declassati. Una società che vede come “alieni” gli esseri umani emigrati verso gli altri pianeti, infatti li chiama Spaziali, e non ha molta simpatia per quel gruppetto che ha deciso di tornare e stabilirsi a New York. Infine, una società in cui pian piano, complici gli Spaziali, si stanno inserendo i robot.

Con il precedente libro del Ciclo dei Robot avevamo visto come la tecnologia in questo campo fosse avanza sempre di più, di pari passo con l’ostilità degli esseri umani nei confronti di queste macchine antropomorfe tuttofare. È a causa di questa antipatia che, immagino, secoli dopo i robot sono ancora praticamente sconosciuti nelle Città, mentre sono usatissimi dagli Spaziali. E proprio nei giorni in cui è ambientato il nostro libro si stanno verificando i primi inserimenti di robot nella vita quotidiana dei newyorkesi, facendo temere a molti di poter perdere il posto di lavoro. E in questo clima di generale scontento il nostro Elijah Baley, detto Lije, è costretto a lavorare fianco a fianco con R. Daneel Olivaw, nel cui nome la “R” sta per robot. Questi i due personaggi principali di questo romanzo, e devo dire che a me sono piaciuti molto entrambi. Elijah è il vero protagonista, per tutto il tempo noi siamo con lui, ragioniamo con lui, soffriamo anche un po’ con lui (quella tremenda figuraccia quando accusa Daneel di non essere un robot!), però il mio preferito è stato sicuramente Daneel Olivaw! Se qualcuno si ricorda di aver letto altri miei commenti a romanzi/film/telefilm simili (per esempio, tanto per dirne uno, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?) sa che ho una certa passione per robot, androidi e simili, quindi la mia preferenza era scontata! :) Non posso purtroppo parlare molto di questo personaggio senza incorrere in spoiler, perché, per esempio, ci sorprende fin dal primo incontro, quando Elijah lo scambia per un essere umano. Mi limiterò allora a parlare in generale di entrambi: Elijah e Daneel si conoscono poco dopo l’inizio del romanzo e di fatto passano insieme più o meno un paio di giorni, ma sono sufficienti ai due per imparare a conoscersi e soprattutto modificarsi a vicenda il modo di pensare. Ed è questa forse la cosa che di Daneel m’è piaciuta di più: è anche lui in grado di ricredersi, imparare, evolvere, in un certo senso.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da me.

Lo stile di Asimov è sempre, a mio parere, grandioso. Stavolta poi, come ho detto, con la fusione di questi due generi che amo molto, giallo e fantascienza, il nostro Isaac dà veramente il meglio di sé! Non per niente, come ho detto, il libro l’ho veramente divorato, e non vedo l’ora di proseguire con il prossimo in cui so che rivedrò questi due personaggi!

Il mio commento generale, se non s’era capito, è estremamente positivo. Non molti giorni fa ho creato la pagina dedicata ad Asimov, e confesso di aver avuto qualche titubanza nel farlo, perché la produzione di questo autore è sconfinata e io ho letto davvero poco di lui. Insomma, come posso dire di amarlo davvero se in realtà non lo conosco? Ma, ecco, dopo questa lettura mi sento di poterlo confermare: adoro Asimov! Non importa quanti suoi romanzi ho letto, finché continuerà ad emozionarmi così non posso non annoverarlo tra i miei autori preferiti!

Copertina e titolo

Come ho già avuto modo di dire a me le copertine degli Oscar Mondadori piacciono molto. Le mie preferite sono quelle dei gialli, con la foto seppiata a tutta pagina, però anche queste qui dei libri fantascientifici non sono male, solo, la foto è magari un po’ piccolina. Detto questo, nello specifico questa copertina qui non mi soddisfa pienamente. Mi piace questo braccio meccanico, molto robotico, ma trovo l’immagine poco attinente sia col libro che col titolo. A proposito di titolo, devo dire che quello italiano mi piace molto, anche se credevo che fosse completamente inventato. Invece è una traduzione un po’ libera ma comunque nello spirito abbastanza fedele dell’originale che letteralmente sarebbe “Le Grotte d’Acciaio”. Ho scoperto però leggendo l’introduzione che delle varie versioni italiane di questo romanzo ne esiste anche una dal titolo La metropoli sotterranea: meno male che ci siamo salvati da un titolo così banale e, tra l’altro, grandemente impreciso!

Dammi 3 parole

Distopia con speranza

Segnalibri dedicati al libro (uno in italiano e uno in inglese), realizzati da me!

Titolo: Abissi d’acciaio
Serie: Storia Futura (4) e Ciclo dei Robot (3)
Titolo originale: The Caves of Steel
Genere: fantascienza, giallo
Nazionalità: statunitense
Prima pubblicazione: 1953 (in rivista) e 1954 (in volume)
Ambientazione: New York (Stati Uniti d’America), futuro
Personaggi: Elijah “Lije” Baley, R. Daneel Olivaw, Julius Enderby, Jezebel “Jessie” Navodny, Han Fastolfe
Casa Editrice: Mondadori (Oscar Bestsellers)
Traduzione: Giuseppe Lippi
Copertina: illustrazione di Franco Brambilla – Air Studio
Pagine: 259
ISBN: 9788804403043
Provenienza: Libreria, 22 settembre 2010
Link al libro: ANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 1 agosto 2012
fine lettura: 2 agosto 2012

Sfide

Un po’ di frasi

Lije Baley era appena arrivato alla sua scrivania quando si accorsa che R. Sammy lo fissava, come in attesa.
Le linee severe della sua faccia s’indurirono. «Che cosa vuoi?»
«Il capo ti cerca, Lije. Vuole che tu vada da lui immediatamente.»
«D’accordo.»
R. Sammy se ne rimase lì senza battere ciglio.
«Ho detto d’accordo!» scattò Baley. «Vattene, adesso!»
R. Sammy girò sui tacchi tornò al solito lavoro. Baley si chiese, irritato, perché lo stesso lavoro non potesse farlo un uomo.
[incipit]

In cima ai livelli dei settori più ricchi ci sono i solarium naturali, dove un divisorio di quarzo con un rivestimento mobile di metallo esclude l’aria ma lascia entrare la luce del sole. Là, mogli e figlie dei più alti funzionari della Città prendono la tintarella. E là, ogni sera, si ripete un fenomeno unico.
Cade la notte
(Pagina 83)

Che cos’è la bellezza, o la bontà, o l’arte, o l’amore, o Dio? Ci muoviamo sulla frontiera dell’inconoscibile e cerchiamo di capire ciò che non può essere capito. È questo che ci fa uomini.
Elijah
(Pagina 215)

explicit Leggi

2 pensieri riguardo “Abissi d’acciaio

  1. bellissima recensione!ho letto il libro anche io molto tempo fa e per forza di cose ho dovuto leggere anche tutti gli altri!sono finito sul tuo blog perchè stavo cercando che tipo di societá si era immaginato Isaac per avermi segnato cosi’ tanto ed avermi spinto in una diatriba post allenamento con i miei compagni di squadra davanti a pizze e birre!l’argomento?ho sostenuto che si potrebbe vivere tutti bene senza denaro!!!hehehe immagina come è finita!quindi son finito qui, e ti dico che sei piacevole da leggere!pochissimi hanno questo dono!!l’ho imparato su facebook che ci sono alcune persone di cui aspetto solo che scrivano qualcosa, qualsiasi cosa perchè proprio per me hanno questo dono. Ti saluto e nella frase caves of steel ti dico che a me rimbomba nella testa Caverne piuttosto che Grotte anche se è meglio Abissi senz’altro!ciao

    1. Ciao Marco!
      Grazie mille per il tuo commento e i compimenti! Non mi capita spesso di sentirmi dire cose di questo genere, perciò il tu commento giunge ancora più gradito! :) Comunque ti capisco, anch’io seguo alcuni blog di cui leggo ogni songolo post, anche quelli su argomenti che magari non mi interessano, perché mi piace come ne parlano! :)

      P.S.
      Hai ragione, Caverne d’Acciaio suona molto meglio!

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.