Home » King » Terre desolate Terre desolate Pubblicato martedì 12 Aprile 2005; 09:57mercoledì 23 Agosto 2017; 23:53 da Phoebes1 commento di Stephen King La Torre Nera ← La chiamata dei tre La sfera del buio → Titolo: Terre desolate Serie: La Torre Nera (3) Titolo originale: The Waste Lands Genere: fantasy, horror Autore: Stephen King (sito ufficiale) Nazione: USA Anno prima pubblicazione: 1991 Casa Editrice: Sperling & Kupfer Fra tutti, era l’esemplare più perfetto della sua specie, un uomo il cui spirito profondamente romanico era incastonato in una scatola di brutale semplicità, costruita con l’istinto e il pragmatismo. Una breve descrizione di Roland Finalmente, dopo tanto tempo, sono tornata a seguire le avventure di Roland di Gilead (che mi piace sempre più!!!!) e dei suoi nuovi compagni. Questo libro mi è piaciuto veramente veramente tanto, mi sono un sacco appassionata, e per fortuna che avevo già il quarto a casa, perché ha un finale lasciato molto in sospeso! Invece ho iniziato subito a leggere il seguito! Comunque, vediamo di tirare fuori qualche commento un po’ più oculato su questo libro.. allora, il ka-tet del pistolero si ingrandisce di due elementi, di cui uno a quattro zampe: Oy, un bimbolo (un animale del mondo di Roland, un incrocio tra un tasso, un procione e un cane), che mi sta sempre sempre più simpatico, così umano che diresti che gli manca solo la parola.. se non fosse che ce l’ha! Infatti i bimboli sono capaci di ripetere le parole umane, un po’ come i pappagalli, ma presto Oy dimostra di essere assai più intelligente di questo! Grazie al suo ka-tet, Roland riesce anche a ritrovare il sé stesso di un tempo, meno freddo e molto meno triste di quando Susannah e Eddie l’hanno conosciuto (e forse è anche per questo che il personaggio mi piace sempre di più!) Trasposizioni The Dark Tower di Nikolaj Arcel (2017) Un po’ di frasi Eccovi qualche frase tratta dal libro, tutte riguardanti Roland. Senza paura che cosa saremmo? Come cani impazziti con la schiuma alla bocca e lo sterco seccato che ci imbratta il posteriore. Roland sulla paura: piuttosto “colorita” ma interessante, no? Roland di Gilead separò le mani e si alzò lentamente in piedi. Era a gambe divaricate […], con la mano destra sul fianco e la sinistra sul calcio di sandalo della rivoltella. Era l’atteggiamento che aveva assunto innumerevoli volte nella sua vita, nelle strade polverose di centinaia di borghi dimenticati, in chissà quanti camion di morte, negli scuri saloon con il loro odore amaro di birra e di vecchie fritture. Era solo un confronto come tanti altri in una strada vuota come tante altre. Non era niente di più ed era abbastanza così. Era khef, ka e ka-tet. Che prima o poi giungesse il momento del duello era il fatto centrale della sua esistenza e l’asse sul quale ruotava il suo ka. Piccola spiegazione: il ka sarebbe il destino (ha un significato molto più ampio, ma accontentatevi!), il ka-tet è un gruppo di persone messe insieme dal destino, come può esserlo una famiglia, o Roland e i suoi amici durante questo viaggio verso la Torre Nera. Il khef.. veramente non me lo ricordo! Ecco la reazione degli amici di Roland al suo “duello” descritto un po’ nel brano precedente: Susannah Dean si portò una mano alla bocca e si toccò il sorrisetto come quando ci si assicura che un nuovo accessorio, al quale non si è ancora avvezzi, per esempio un cappello, non sia finito fuori posto. Temeva di essere giunta al momento della fine della sua vita, ma la sensazione che dominava il suo cuore non era di paura, bensì di orgoglio. Vide che Eddie osservava Roland con un sorriso meravigliato. L’espressione di Jake era ancora più elementare: adorazione pura e semplice. Bene, ora quindi vi saluto, ma credo che presto arriverà il commento del 4° volume della saga che ho già iniziato a leggere! Condividi:FacebookTwitterTumblrPinterestPocketWhatsAppTelegramE-mailStampaMi piace:Mi piace Caricamento... Correlati
La frase che mi è piaciuta di più di questo libro e che non sono in grado purtroppo di citarti correttamente è pronunciata da Roland steso moribondo sulla spiaggia del mare occidentale quando dice a Eddie che sarebbe andato alla torre anche strisciando finchè la morte non lo avrebbe fermatoKa-Shume Caricamento... Rispondi
La frase che mi è piaciuta di più di questo libro e che non sono in grado purtroppo di citarti correttamente è pronunciata da Roland steso moribondo sulla spiaggia del mare occidentale quando dice a Eddie che sarebbe andato alla torre anche strisciando finchè la morte non lo avrebbe fermato
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