(C’era una volta)
She might be safer unknowing, but no human creature could be content to have it that way. She wanted to know.
Poteva darsi che non sapendolo lei fosse più al sicuro, ma nessun essere umano è contento di trovare sicurezza nell’ignoranza. Lei voleva sapere.
(Pagina 231)
Seconda rilettura, prima volta in inglese, mi è piaciuto davvero molto!
Nell’antico Egitto una famiglia è turbata dall’arrivo della nuova giovane moglie del capo famiglia. La rottura degli equilibri creata dalla sua presenza degenererà in una serie di omicidi, e l’assassino deve essere uno dei membri della famiglia.
La copertina della mia edizione italiana. |
Era da tanto che non mi leggevo un libro di Christie! Mi mancavano davvero! Questo l’avevo già letto, ma me l’avevano prestato, e siccome mi era piaciuto molto, ho deciso di ricomprarlo, e rileggerlo. Mi piace davvero molto, un po’ perché è un romanzo particolare, ambientato nell’antico Egitto. Un po’ perché, come accade spesso nei gialli di Christie, insieme all’intrigo e all’omicidio c’è sempre qualche bella storia d’amore. Un po’ anche perché la prima volta che l’ho letto, è stato uno dei rarissimi casi in cui ho indovinato l’assassino! Appena ho cominciato a rileggerlo, non ricordavo chi fosse, ma poi me ne sono accorta presto. Mi piacciono i romanzi in cui l’intrigo è talmente complesso che la scoperta dell’assassino mi lascia totalmente di stucco, ma è bello anche quando invece riesco a scoprire qualcosa!
Ancient Egypt in Lego di C Keigher |
Ero un po’ indecisa se rileggere o no questo romanzo nel mio “progetto” di lettura cronologica dei gialli di Agatha Christie, perché l’avevo già riletto una volta. Sono molto contenta di aver deciso alla fine di rileggerlo ancora (stavolta in inglese) perché mi è piaciuto davvero moltissimo!
È stata un’esperienza particolare perché era una terza lettura ma non ricordavo chi fosse l’assassino, o almeno credo perché dopo un po’ mi è parso chiaro, e non so se davvero sono riuscita a indovinarlo o se ad un certo punto, senza rendermene conto, me lo sono ricordato! A costo di sembrare presuntuosa opterei per la prima ipotesi, se non altro perché comunque già alla prima lettura c’ero comunque arrivata.
La trama è una di quelle belle trucule con un sacco di morti! A fine libro ne ho contati sei e chissà forse è anche per questo che si riesce a indovinare l’assassino, tutti i potenziali sospetti muoiono! XD
L’ambientazione è molto affascinate: siamo, come detto nell’Antico Egitto, e anche se ogni tanto sembra proprio che Agatha voglia sfoggiare la sua cultura e farci vedere quante ne sa sull’argomento, mi è piaciuta la sua descrizione di luoghi, usi e costumi (che rimane comunque sullo sfondo rispetto ai personaggi).
Banana Island by felucca on the Nile River, Luxor, Egypt. di Elias Rovielo |
I personaggi mi sono sembrati un tantino più stereotipati del solito, all’inizio, ma forse la cosa era voluta per mostrare più marcatamente il loro cambiamento. Renisenb è la protagonista, per quasi tutto il romanzo vediamo tutto dal suo punto di vista. All’inizio mi sembrava svampita e infantile, ma in realtà è un’attenta e acuta osservatrice, e conosce bene l’animo umano, e alla fine l’ho apprezzata molto come personaggio. Mi è piaciuta molto anche sua nonna Esa, dispensatrice di perle di saggezza e di sarcasmo.
Beauty of the Nile di DreamyNaria |
Commento generale.
Sarà che era proprio quello di cui avevo bisogno in questo periodo, ma mi è piaciuto anche di più che alle scorse letture! L’ambientazione è particolare e sicuramente affascinante, la storia mi ha preso molto anche perché per fortuna non ricordavo molto, nemmeno l’assassino, che ho ri-indovinato, cosa sempre molto soddisfacente! È anche vero che forse questo libro è uno di quelli in cui gli indizi effettivamente hanno un senso e non sono solo assurde sottigliezze che solo Poirot noterebbe (e poi muore talmente tanta gente che alla fine rimangono in pochi a poter essere sospettati! XD)
Insomma, una lettura molto soddisfacente!
Copertina e titolo
La copertina della mia edizione italiana (a destra) è brutta e banale. Quella inglese (a sinistra) mi piace molto, semplice ma gradevole e attinente. Il titolo è particolare e bello, sicuramente molto molto molto molto meglio del banalissimo “C’era una volta”!
Bonus
Come al solito grazie al sito Delicious Death una carrellata di copertine di varie edizioni originali e italiane di questo libro.
Qui sopra, da sinistra verso destra, copertine inglesi: Grosset&Dunlap, 1944 (la più vecchia che ho trovato, banale e abbastanza anonima); Pan Books, 1963 (strana ma bella, però in pratica mostra il finale!); Fontana Books, 1973 (la mia preferite insieme, devo dire, a quella della mia edizione inglese: bella esteticamente, attinente ed evocativa); HarperCollins, 1992 (davvero molto semplice, ma devo dire mi piace); HarperCollins, 1995 (interessante perché punta sull’ambientazione in modo molto specifico, ma non mi ha convinto).
Qui sopra, da sinistra verso destra, copertine italiane: Il Giallo Mondadori #57, 1949 (più vecchia copertina italiana, molto genericamente egizia); Mondadori, 1987 (bruttarella, devo dire!); Mondadori, 1995 (ricopia quella dell’ ’87, quindi stesso commento!); Mondadori, 2003 (uno dei miei stili preferite, esteticamente in effetti è molto bella, ma davvero troppo casuale, non ha nulla a che fare col libro); Curcio Young Yellow, 2015 (alla fine carina, anche se l’immagine è banale e il bello è l’effetto scrapbook).
The Great Hypostyle Hall, the Temple of Khnum (“The Esna Temple”), Esna, Egypt. di Elias Rovielo |
Sfide
Un po’ di frasi
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